I faraglioni sono una formazione rocciosa prodotta dall’abrasione marina che, con il tempo, li separa dalla costa facendoli affiorare solitari in mezzo al mare. I Faraglioni di Capri, dal greco "pháros" che significa faro, facevano infatti parte di un promontorio più esteso, con rocce formatesi tra il Giurassico medio e il Cretacico inferiore, ovvero in un lasso di tempo che va dai 170 ai 100 milioni di anni fa circa. Una volta emerso, il promontorio di roccia è stato soggetto all’erosione sia sotto forma di onde, che si si sono infrante sui bordi della falesia, sia sotto forma di infiltrazioni, all’interno delle fratture presenti in tutta la dorsale della penisola sorrentina.
L'evoluzione costiera e la loro formazione
Per avere un’immagine chiara sul come si sono formati i faraglioni basta semplicemente guardare il tratto di costa di traverso. In una prima fase il mare scava la roccia in profondità, creando delle grotte naturali. L’erosione continua nel tempo formando degli archi, proprio come l’Arco Naturale di Capri, distante solo qualche centinaio di metri dai Faraglioni. Poi l’azione degli agenti atmosferici, come il vento e la pioggia, farà assottigliare l’arco sempre di più, fino a collassare, con il risultato che avremo due pilastri di roccia separati tra loro. La galleria naturale del Faraglione di Mezzo mostra questo processo in una fase iniziale: in futuro l’arco diventerà sempre più sottile, per poi collassare originando 4 faraglioni.
Perché si chiamano faraglioni?
Il nome faraglione deriva dalla parola greca “pharos” che significa faro, dal nome dell’isola su cui era stato costruito il Faro di Alessandria. Anticamente, infatti, si usava accendere dei fuochi sui monti o sulle rocce vicine alla costa per segnalare la loro presenza alle navi di passaggio. I faraglioni non sono un’esclusiva di Capri, ma sono presenti in tante altre parti del Mediterraneo e del mondo: ce ne sono di simili anche alle isole Eolie, a Pantelleria, all’Isola del Giglio e in giro per la Puglia.