
La Torre dei Conti di Roma è crollata parzialmente mentre si stavano svolgendo dei lavori di recupero e restauro dell'edificio. Le cause del crollo della struttura dei Fori Imperiali – durante il quale ha perso la vita un operaio di 66 anni rimasto incastrato per 11 ore tra le macerie – non sono ancora state confermate dalle autorità: qui una ricostruzione della dinamica e due plausibili scenari.
In ogni caso, secondo quanto riportato da Roma Capitale, prima dell'intervento erano state effettuate delle indagini strutturali con l'obiettivo di «verificare l’idoneità statica della struttura» e che avevano confermato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere con i lavori. Vediamo quindi lo stato nel quale verteva la Torre dei Conti e quali erano i lavori di recupero strutturale previsti.
Lo stato della Torre dei Conti prima dell'avvio dei lavori
Secondo la scheda progettuale pubblicata sul sito di Roma Capitale, il progetto di restauro ha come obiettivo «il recupero strutturale, la messa in sicurezza e la salvaguardia della Torre dei Conti e della sua parte ipogea (sotterranea, ndr)», nell'ottica di trasformare l'edificio in un museo dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali e in un «Centro Servizi dell’Area Archeologica Centrale».
Nel corso della sua lunga storia, la Torre dei Conti – situata in largo Corrado Ricci, alla confluenza tra via Cavour e via dei Fori Imperiali – è stata anche adibita a sede di alcuni uffici pubblici, poi trasferiti nel 2006: da quell'anno, l'edificio non è più stato utilizzato né manutenuto, motivo per il quale si trovava in uno stato di totale abbandono e di degrado, sia all’esterno che all’interno.
In particolare, per quanto riguarda la parte esterna, «da indagine visiva diretta si rileva che il paramento murario esterno presenta estesi e diffusi fenomeni di decoesione degli elementi costruttivi, che ha favorito in diversi punti lo sviluppo di vegetazione spontanea». Proprio questa vegetazione, penetrando con le radici nella muratura, aveva già aggravato il fenomeno di decoesione, con il conseguente distacco di materiali.
Tra l'altro, come sottolineato da diversi esperti subito dopo il crollo, il problema della vegetazione spontanea e delle piante infestanti sarebbe comune anche ad altri monumenti antichi della Capitale, tra cui le mura aureliane e gli acquedotti.

All'interno, invece, la struttura si trovava in uno stato di «generale fatiscenza» e, nel corso di questi 19 anni di abbandono è avvenuto il crollo di alcuni controsoffitti moderni, il deterioramento degli infissi di tutte le finestre e delle porte, così come diversi danni alle pitture che decorano la parte inferiore delle rampe delle scale e altri ambienti.
Secondo quanto riportato nella scheda progettuale, poi, all’ultimo piano della Torre sono state registrate delle infiltrazioni in due ambienti diversi, causate dal continuo ristagno di acqua al livello della terrazza, terrazza che ha anche subito il distacco della guaina di protezione del pavimento (guaina poi rinnovata nel 2019).
I lavori di restauro della Torre dei Conti nel dettaglio
Insomma, già dall'analisi fornita da Roma Capitale 3 anni prima del crollo era evidente la necessità di lavori di restauro per la Torre dei Conti. Nello specifico, il progetto avviato prevedeva la realizzazione di lavori e opere per:
- opere di consolidamento statico;
- restauro conservativo dell’edificio;
- realizzazione di impianti elettrici e illuminotecnici, così come impianti di sollevamento e idrici;
- abbattimento delle barriere architettoniche;
- allestimento museale dedicato alle fasi più recenti dei Fori Imperiali;
- realizzazione di un Centro Servizi per l’Area Archeologica Centrale per cittadini e turisti;
- realizzazione di una sala conferenze per iniziative culturali e di spazi espositivi per piccole mostre;
- realizzazione di un percorso di visita alla Torre, da valorizzare nella sua valenza storico-artistica (anche con allestimenti multimediali), e alla parte ipogea, anch’essa da valorizzare nel contesto della sua appartenenza al complesso forense.
I lavori di recupero strutturale, iniziati il 1 giugno 2022, sarebbero dovuti continuare fino al 30 giugno 2026: secondo quanto riportato da Roma Capitale, al momento del crollo parziale della Torre era in corso la prima fase dei lavori che comprendevano la bonifica dall’amianto e alcune lavorazioni preliminari per un importo di circa 400.000 euro.

La Sovrintendenza Capitolina ha comunque evidenziato come, prima dell’avvio delle opere di restauro, siano state effettuate delle indagini strutturali, delle prove di carico e dei carotaggi (il prelevamento di campioni dal sottosuolo) con l'obiettivo di «verificare l’idoneità statica della struttura» e che, secondo quanto riportato, avevano confermato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai.
Complessivamente, il costo dei lavori di riqualificazione ammonta a 6,9 milioni di euro, finanziati grazie ai fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: l'intervento è parte del programma “Caput Mundi”, avviato per recuperare e valorizzare il patrimonio culturale di Roma – e di tutto il Lazio – in occasione del Giubileo.
Subito dopo il crollo, la Procura di Roma ha aperto un'indagine per disastro e omicidio colposo: di conseguenza, è possibile che i lavori di ristrutturazione subiranno una battuta d'arresto per consentire alle autorità lo svolgimento delle indagini.