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29 Marzo 2024
16:30

La Garisenda di Bologna sarà messa in sicurezza con i tralicci della torre di Pisa: ecco il progetto

Il Comune di Bologna ha approvato il progetto per il consolidamento della Torre Garisenda. Entro il 2024 verrà messa in sicurezza con cavalletti in acciaio, usati anche per la Torre di Pisa.

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La Garisenda di Bologna sarà messa in sicurezza con i tralicci della torre di Pisa: ecco il progetto
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Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha annunciato che la Torre Garisenda verrà messa in sicurezza entro il 2024 con gli stessi tralicci metallici utilizzati per la ristrutturazione della Torre di Pisa, nell'ambito di un progetto approvato da un gruppo di esperti nominati dal Comune (Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e Francisco Giordano) per il consolidamento di una delle due torri simbolo del capoluogo emiliano. L'intervento prevede un sistema aggiuntivo di sostegno per la limitazione dei movimenti indesiderati della torre durante le fasi di lavoro e quelle successive di consolidamento, con due cavalletti verranno opportunamente modificati rispetto a quelli usati per il monumento toscano, in modo da ridurre i tempi e il costo dell'intervento di ristrutturazione. Lo scorso ottobre la Garisenda aveva destato preoccupazioni per i problemi strutturali che starebbero mettendo a rischio di crollo la struttura.

La situazione attuale della torre Garisenda

La Torre Garisenda, costruita in muratura con muri perimetrali di spessore variabile da 3 a 0,5 m, è una struttura decisamente snella. Per effetto di problemi nella zona di basamento e per l'innesco di vistosi cedimenti, la torre ha raggiunto negli anni delle inclinazioni comparabili con quelle della Torre di Pisa (circa 4° rispetto all'asse verticale).

Grazie a una ramificata rete di sensori lungo lo sviluppo altimetrico della torre, lo stato di salute della Garisenda è da tempo continuamente monitorato. La rete di sensori è funzionante dal 2011 e registra accelerazioni, inclinazioni e spostamenti di punti specifici del manufatto in continuità. Tramite un complesso post-processing dei dati, gli ingegneri riescono a identificare i parametri strutturali che permettono di dare specifiche e dettagliate informazioni circa lo stato di salute dell'opera, eventualmente allarmando tempestivamente le autorità competenti alla lettura di importanti o anomale variazioni di questi stessi. Infatti, proprio grazie a questi sensori e a un loro oculato utilizzo si è riusciti, qualche mese fa, ad identificare un preventivo meccanismo di collasso della torre per un eccesso di rotazioni, prodotti verosimilmente dai cedimenti in fondazione e dalle scarse caratteristiche meccaniche della muratura di base, problemi che caratterizzano i principali dissesti strutturali del manufatto.

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Inclinazione torre e sensoristica. Fonte: Barraccani et al. (2020).

La notizia ha comportato la predisposizione di opportune misure di sicurezza, nonché la mobilitazione di un team di tecnici esperti che portasse a compimento un possibile progetto di consolidamento, al fine di garantire un giusto livello di sicurezza al manufatto e a tutto il contorno in cui questo si innesta. Da qualche giorno, sono state pubblicate sul sito del Comune di Bologna delle specifiche circa la soluzione progettuale scelta per finalizzare questi lavori di consolidamento.

Attualmente, Piazza di Porta Ravegnana (dove si trova la torre) è stata munita di grossi container a protezione del cantiere di lavoro e delle prima citate strutture di sostegno provvisorie. La commissione tecnica è stata definita e si attende ora il nulla osta patrimoniale per l'utilizzo del sistema già usato a Pisa: dopo l'ok, le strutture saranno modificate e portate a Bologna, per essere installate in loco. Una volta installato il sistema di funi, ulteriori sensori verranno cablati in maniera tale da creare un collegamento con i dati registrati dai sensori già presenti, di modo da ottenere un sistema di monitoraggio integrato utile al settaggio del tiro di "seconda fase di intervento".

Si stima attualmente un possibile montaggio del sistema di sostegno entro la fine del 2024.

Gli interventi di consolidamento

Il progetto di consolidamento vero e proprio della torre dovrà prevedere degli specifici interventi in fondazione e di consolidamento delle strutture murarie nella zona basale, di cui attualmente non risultano esserci particolari informazioni ufficiali. Tuttavia, per la prima fase di lavorazioni, pare che la soluzione perseguibile richiami aggiuntive similitudini con la Torre di Pisa: infatti, da quest'ultima si utilizzeranno due cavalletti in acciaio, ancorati a terra con pali alti 30 metri, collegati tramite funi in acciaio alla torre Garisenda. L'obiettivo di questa struttura di supporto è duplice:

  • In una prima fase dei lavori, il supporto esterno avrà un ruolo passivo: si attiverà cioè solamente all'occorrenza, ovvero se la torre dovesse manifestare incrementi significativi di rotazione globale.
  • Garantendo la giusta stabilità della torre per il tempo a seguire, si potrà passare al vero e proprio consolidamento delle strutture murare di fondazione. Attualmente, si prevede un intervento che miri ad incrementare la resistenza della muratura tramite iniezioni di miscela di malta a base di calce idraulica con caratteristiche compatibili rispetto a quella già presente.
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La struttura di supporto per la Torre Garisenda. Fonte: Comune di Bologna.

In una terza fase, terminati i lavori di consolidamento al basamento, le strutture di supporto verranno messe eventualmente in tiro. Questo significa che all'interno dei cavi verrà applicata una forza stabilizzante, cioè che lavora in verso opposto a quello di rotazione della torre. In questo modo, si riducono le sollecitazioni che agiscono alla base della struttura. Tra l'altro, il valore di tiro considerato per la stabilizzazione di terza fase sarà deciso in funzione dei risultati ottenuti tramite il sistema di monitoraggio preesistente, che continuerà a funzionare in tutte le fasi di lavoro e coadiuverà il progetto durante la sua esecuzione. Per tale ragione, questa fase sarà valutata strada facendo, perché potrebbe non essere necessaria (come è successo a Pisa, motivo per il quale le strutture di sostegno sono state dismesse!).

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