0 risultati
video suggerito
video suggerito
23 Marzo 2025
13:00

Cos’è il sistema Halo e perché è la migliore innovazione per la sicurezza dei piloti di F1

Si tratta di un telaio in lega di titanio composto da un “anello” posto appena al di sopra della visiera del pilota, sorretto da un montante centrale. Introdotto obbligatoriamente dalla FIA e utilizzato come sistema di protezione, ha permesso di evitare gravi danni alla salute dei piloti e, in alcuni casi, di salvare loro la vita.

35 condivisioni
Cos’è il sistema Halo e perché è la migliore innovazione per la sicurezza dei piloti di F1
Immagine
Credit: Jen Ross

Il sistema Halo, il cui nome significa letteralmente “aureola” in inglese, è una struttura di protezione utilizzata nelle corse automobilistiche e realizzata in lega di titanio. Viene utilizzata nelle monoposto, come quelle di Formula 1 e IndyCar, per proteggere i piloti dagli urti causati da detriti, rottami e collisioni con altri veicoli o barriere della pista. Introdotta obbligatoriamente nel 2018, si stima che abbia salvato la vita a numerosi piloti da allora.

Che cos’è l’Halo e a cosa serve

L'Halo è un dispositivo di protezione passiva della cabina di pilotaggio progettato per circondare la testa del pilota. Si collega alla scocca della vettura in tre punti: ai lati della testa del pilota, sul corpo della vettura e di fronte al pilota, dove è presente una "pinna" centrale. Con un peso di soli 7 kg, l‘Halo può sopportare una forza di schiacciamento di 120 kN, equivalente a una forza peso di oltre 12 tonnellate (più di un pullman a due piani). Inoltre, la pinna centrale può deflettere oggetti con una forza d'impatto superiore a 40 kN (oltre 4 tonnellate di spinta). La FIA (Fédération Internationale de l'Automobile) ha affidato la produzione di questo componente a sole quattro aziende certificate, garantendo così l'affidabilità del sistema.

Immagine
Credit: Hullian111

Introduzione dell’Halo nei campionati

Nonostante i precedenti tentativi della FIA di sviluppare sistemi di protezione per la cabina di guida, l’Halo è stato reso obbligatorio in Formula 1 nel 2018 (la proposta iniziale di introdurre questo dispositivo risale al 2015). Tra i numerosi incidenti accaduti negli anni precedenti, quello accaduto a Jules Bianchi il 15 ottobre 2014 è stato quello che ha avuto un impatto decisivo: il pilota perse la vita a causa di una collisione ad alta velocità con un mezzo pesante a bordo pista, e fu allora che si comprese l'importanza di realizzare un sistema che proteggesse chi era alla guida.

In seguito a questa tragedia, la FIA sollecitò le scuderie e i costruttori automobilistici coinvolti nei campionati a sviluppare rapidamente un sistema per migliorare la protezione della testa dei piloti. L’obiettivo era aumentare la sicurezza delle vetture senza comprometterne funzionalità e altri aspetti essenziali. Tra le proposte emerse, spiccò quella di Mercedes-Benz, che suggerì l’uso di un telaio di protezione da ribaltamento, noto come “rollcage”.

Sebbene il design iniziale fosse considerato esteticamente poco attraente e avesse sollevato dubbi sull’impatto sulla visibilità del pilota, il sistema venne testato per la prima volta in pista nel 2016 da Kimi Raikkonen (allora pilota della scuderia Ferrari). Il pilota diede un giudizio positivo sulla visibilità, affievolendo alcune delle preoccupazioni iniziali. Ferrari contribuì notevolmente nel miglioramento del design, e a renderlo più simile a come appare nelle auto di oggi.

Immagine
Credit: Roberto Monti

Attualmente l'Halo è l'unica alternativa in Formula 1

Nonostante l’Halo non fosse l’unica opzione, è diventato la scelta definitiva della FIA grazie alla maggiore sicurezza offerta rispetto alle alternative, che presentavano problematiche più significative. La stessa FIA ha sviluppato una proposta denominata Shield: un parabrezza in plexiglass con un design “aperto” che, privo del montante centrale, garantiva un campo visivo più ampio rispetto all’Halo. Nel 2017, durante le prove libere del Gran Premio di Silverstone, Sebastian Vettel, pilota della Ferrari, ha testato il sistema Shield. Tuttavia, a causa della distorsione ottica causata dal dispositivo, il pilota ha riscontrato una forte sensazione di malessere e ha deciso di non utilizzarlo per la gara.

Anche Red Bull ha presentato il proprio sistema di protezione, chiamato Aeroscreen. Questo cupolino aperto in plexiglass, sostenuto da un telaio che circonda il bordo superiore, ha ottenuto un primo consenso positivo da parte della FIA. Inizialmente testato al simulatore e successivamente in pista, il progetto è stato però accantonato a causa dei costi di sviluppo. A differenza della Formula 1, le IndyCar hanno continuato lo sviluppo dell’Aeroscreen, introducendolo nel 2020 come alternativa all’Halo. Questo sistema offre una maggiore resistenza strutturale e un impatto ridotto sulla visibilità, elemento cruciale nei circuiti ovali, dove è richiesta visibilità anche sopra la testa del pilota. Proprio questa necessità ha portato alla bocciatura dell’Halo nelle IndyCar.

Infine, altre soluzioni con cupolino chiuso sono state scartate dalla FIA principalmente per due motivi: avrebbero "complicato l’uscita del pilota in caso di emergenza, e generato un calore insopportabile all’interno della vettura", ciò avrebbe richiesto sistemi di raffrescamento complessi, incrementando ulteriormente i già elevati costi di sviluppo.

Incidenti in cui l’Halo si è rivelato fondamentale

Dal 2018 ad oggi fortunatamente l’Halo ha permesso di evitare serie conseguenze ai piloti in F1 (e non solo), in particolare ricordiamo alcuni fra gli incidenti più pericolosi dalla sua introduzione fino al 2024:

  • Tadasuke Makino (Formula 2 2018, Barcellona): un'auto atterrò sopra il suo veicolo, e l’Halo diede prova di incredibile robustezza, assorbendo l’energia dell’impatto e sostenendo il peso della vettura avversaria.
  • Charles Leclerc (Gran Premio del Belgio 2018): deviò l’impatto con una ruota dalla vettura di Fernando Alonso, impedendole di colpire il suo casco.
  • Romain Grosjean (Gran Premio del Bahrain 2020): l'Halo ha protetto la testa di Grosjean mentre la sua auto ha sfondato una barriera. Subito dopo l’impatto l’auto prese fuoco, Grosjean è rimasto intrappolato tra le fiamme per circa 28 secondi. Nonostante la gravità dell'incidente, il pilota ha riportato solo ustioni alle mani e lievi ferite.
  • Lewis Hamilton (Gran Premio d'Italia 2021): durante un sorpasso in cui le ruote delle due auto sono entrate in contatto, ha impedito alla vettura di Max Verstappen di colpire il casco di Hamilton.
  • Zhou Guanyu (Gran Premio di Gran Bretagna 2022): l’auto di Zhou si è ribaltata, scivolando per diversi metri, fino a sbattere contro una recinzione. Il pilota fu portato immediatamente in pronto soccorso per un controllo, dopo il quale risultò illeso.
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views