L'energia geotermica è una delle fonti rinnovabili meno impattanti dal punto di vista ambientale che però, anche a causa dell'elevato investimento iniziale, non si è diffusa a grande scala. Tra i vari punti di forza, uno tra i principali è quello di riuscire a sfruttare il calore interno del nostro pianeta… Ma da dove arriva esattamente questo il calore?
Il gradiente geotermico
La maggior parte del calore proveniente dall'interno del nostro pianeta dipende dal decadimento di elementi radioattivi presenti all'interno delle rocce della crosta e del mantello. Quando parliamo di "elementi radioattivi" non dobbiamo andare nel panico e pensare a qualcosa di pericoloso per la nostra salute: si tratta di elementi presenti naturalmente in tracce all'interno delle rocce che, con il tempo, decadono, producendo calore. All'interno di questa famiglia rientrano torio 232, uranio 238 e potassio 40, presenti ad esempio all'interno di rocce granitiche. Il principale vantaggio di questa risorsa termica è che, alla scala dei tempi umani, possiamo considerarla inesauribile.
Quindi, riassumendo il tutto in modo "pop", possiamo dire che le rocce interne al nostro pianeta generano quantità variabili di calore. Questo calore, a partire dalla superficie, aumenta all'aumentare della profondità e possiamo considerare come valore medio 25-30° C ogni km di profondità (il cosiddetto "gradiente geotermico"). In realtà questo è un riferimento molto generale, visto che in alcune aree del mondo questo valore può raggiungere i 100-150°C/km – come accade ad esempio in corrispondenza delle dorsali oceaniche o in aree vulcaniche, cioè dove ci sono grandi masse magmatiche a poca distanza dalla superficie.