
Il Feng Shui è un'antica pratica taoista cinese che promette di migliorare il benessere degli abitanti di un ambiente, modificando la disposizione di elementi d’arredamento. Ad esempio, una pratica che porterebbe beneficio al nostro equilibrio psico-fisico è dormire con la testa rivolta verso Nord. Nonostante non ci siano prove scientifiche a favore degli effetti del Feng Shui, questa pratica si è diffusa anche nel mondo occidentale, arrivando a suscitare l’interesse di scienziati e filosofi. Infatti ad oggi il Feng Shui è considerato un esempio paradigmatico di pseudoscienza per via delle caratteristiche dei suoi principi. Vediamo quindi in cosa consiste nel dettaglio questa pratica e perché non è considerabile scienza.
Cos’è il Feng Shui e qual è il suo significato
La pratica del Feng Shui ha origini antiche, risalenti ad almeno 3000 anni fa, quando era praticato in Cina. Nata da fondamenti di astronomia e astrologia, si è arricchita nel tempo di strumenti, come la bussola magnetica, e di concetti, come l’energia detta “Qi”. Il Feng Shui propone una serie di regole e metodi per trovare il posizionamento ideale di elementi ambientali che dovrebbero essere in grado di massimizzare il “Qi buono”, con effetti positivi su salute e fortuna. Le regole e i metodi del Feng Shui richiedono, per essere applicate, calcoli e misurazioni complesse.
Attualmente il Feng Shui è usato principalmente nell’ambito del design d’interni, con consulenti privati che affermano di poter migliorare un non meglio specificato “flusso energetico” di un ambiente spiegando come disporre l’arredamento. Anticamente tuttavia questa pratica divinatoria era usata anche per collocare edifici in luoghi propizi e orientarli nel modo migliore rispetto ai poli terrestri, agli astri e ai venti.

Il Feng Shui e il problema della demarcazione
La pratica del Feng Shui è stata oggetto di molti studi nel corso degli anni e al momento è considerata a tutti gli effetti una pseudoscienza: nessun esperimento ha mai dimostrato effetti empirici osservabili sulla salute. Tuttavia con gli anni il Feng Shui si è dimostrato un eccellente caso di studio per la filosofia della scienza, che affronta da tempo il “problema della demarcazione”.
Questo problema riguarda la possibilità di demarcare, dunque distinguere, cosa è scienza da cosa non lo è. Infatti affermare che il Feng Shui non sia una scienza, bensì una pseudoscienza, non coincide con l’affermare che esso non contenga delle verità o che le raccomandazioni che fornisce non siano buone. Ad esempio il principio del Feng Shui di costruire sempre, quando possibile, la propria casa vicino a fonti d’acqua limpida, è valido e sensato nonostante la pratica nel suo intero non abbia fondamenti scientifici.

Il principio secondo cui dormire con la testa rivolta verso Nord migliorerebbe la nostra salute, d’altro canto, non ha mai trovato verifica dal punto di vista sperimentale. Se, come afferma il Feng Shui, dormire in altre posizioni porrebbe in contrasto le nostre energie con il campo energetico terrestre, sottoporsi ad una risonanza magnetica (MRI) dovrebbe avere effetti devastanti. Invece, nonostante una risonanza magnetica generi campi centinaia di volte più intensi di quello terrestre, non si osserva nessun effetto sulla nostra salute.
Ma vediamo che cosa manca al Feng Shui, insieme all’assenza di evidenze sperimentali, per essere considerato una scienza.
Perché il Feng Shui non è scienza?
Esistono varie motivazioni per cui il Feng Shui non è considerabile scienza: vediamole brevemente.
Il Feng Shui non ha capacità predittiva, infatti non prevede effetti o fenomeni meglio di quanto si possa fare andando a casaccio. I miglioramenti nella salute degli abitanti delle case arredate secondo il Feng Shui, ad esempio, non si verificano più spesso che nelle altre abitazioni.
Un’altra fondamentale carenza del Feng Shui riguarda la sua riproducibilità. Dal momento che afferma di seguire leggi universali del cosmo con metodi rigorosi, applicazioni del Feng Shui da esperti diversi allo stesso ambiente, dovrebbero portare alla medesima disposizione dell’arredamento. Tuttavia gli esperti coinvolti negli esperimenti non convenivano sulla disposizione ottimale per una stessa stanza, invalidando i principi di universalità del Feng Shui.
Un’altra proprietà fondamentale delle discipline scientifiche che il Feng Shui non ha è la falsificabilità. Gli esperti di Feng Shui infatti fanno uso costante di giustificazioni quando le loro predizioni non si avverano, adducendo come motivi spiegazioni che non possono essere in alcun modo dimostrate come false.
Ad esempio quando una predizione riguardo la ricchezza di una persona che vive in un’abitazione a regola di Feng Shui non si avvera, gli esperti attribuiscono sistematicamente il fallimento non all’infondatezza del Feng Shui, ma sempre a fattori esterni come il “karma” negativo dell’abitante. Il “karma” ovviamente non è in alcun modo misurabile o evidenziabile e questo rende la giustificazione completamente impermeabile alla critica scientifica.
In definitiva, il Feng Shui è un’antica pratica tradizionale che può avere meriti nel miglioramento estetico degli ambienti in cui viviamo e contiene principi architettonici di buon senso, ma manca delle verifiche sperimentali e delle caratteristiche teoriche per essere considerata una vera e propria scienza. Al momento quindi essa è considerata una pseudo-scienza.