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L'esplosione del distributore di GPL e benzina che si è verificata lo scorso venerdì a Roma ha effettivamente generato diossine: è quanto emerso dalle rilevazioni dell'ARPA Lazio (l’agenzia regionale che si occupa della protezione ambientale), che ha monitorato la qualità dell'aria in seguito all'incendio scaturito in Via dei Gordiani, dove è stata rilevata una concentrazione di diossine-TEQ pari a 1 pg/m3. Il rogo di materie plastiche, quindi, ha causato la diffusione nell'aria di sostanze tossiche.
In particolare, il monitoraggio realizzato tra il 4 e il 5 luglio ha rilevato anche 0,1 ng/m3 di Benzo(a)pirene e 530 pg/m3 di Policlorobifenili (PCB).
Al momento, comunque, la situazione sembra tornata sotto controllo, anche grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco: la concentrazione di diossine-TEQ è scesa a 0,1 pg/m3, con i valori di Benzo(a)pirene che minori di 0,1 ng/m3. L'Agenzia sta ancora analizzando i dati relativi alle quantità rimaste di PCB e, nel frattempo, la Procura ha aperto un'indagine per chiarire le dinamiche dell'incidente, per il quale si è aperta l'ipotesi di un errore umano durante le operazioni di scarico di GPL da un serbatoio a un'autocisterna.
Che cosa significano i dati ARPA sulla qualità dell'aria
A seguito di incendi o gravi esplosioni, l'ARPA interviene sempre per monitorare la qualità dell'aria e valutare l'eventuale presenza di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB o diossine. A quel punto, i dati vengono forniti alle autorità locali che, in base agli esiti, valutano quali misure di sicurezza adottare per proteggere la popolazione.
Questo monitoraggio viene effettuato grazie all'uso di un campionatore che, nel caso dell'incendio scoppiato a Roma il 4 luglio ha rilevato i seguenti valori:
- 1 pg/m3 di diossine – TEQ (concentrazioni di tossicità equivalente)
- 0,1 ng/m3 di Benzo(a)pirene
- 530 pg/m3 di PCB
Ma che cosa significano questi dati? L'ARPA ha specificato che, per quanto riguarda le diossine, non esiste un riferimento normativo: nelle linee guida per la qualità dell'aria, però, l'OMS stima le concentrazioni di diossine – TEQ in un ambiente urbano attorno a 0,1 pg/m3 (anche se questo valore può variare a seconda delle caratteristiche ambientali locali), mentre un valore superiore a 0,3 pg/m3 indica la presenza di una fonte di emissione localizzata.
Queste diossine si possono generare nel caso in cui l'incendio coinvolga anche materiali plastici (PVC), metalli che fungono da catalizzatore (in primis il rame) e a particolari condizioni di temperatura. In generale, comunque, con il termine "diossine" si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, divisi in diossine PCDD e furani PCDF.
Sulla base dei risultati, quindi, l'ARPA ha potuto confermare che l’incendio ha effettivamente generato diossine.
Guardando invece al valore degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), generalmente il Benzo(a)pirene è l’unico composto per il quale la legge prevede un valore limite, fissato a una concentrazione media annua pari a di 1 ng/m3. Trattandosi però di una media annua, l'Agenzia ha specificato che questo valore non può essere confrontato direttamente con il valore misurato a seguito dell'incendio di Via dei Gordiani.
Anche per quanto riguarda i Policlorobifenili (PCB) non esistono limiti normativi: le linee guida dell'OMS indicano semplicemente che le misure di concentrazioni in area ambiente possono oscillare tra 3 pg/m3 (in siti non industriali) e 3.000 pg/m3 (in siti industriali o aree urbane). Nel caso di Roma, il valore ha raggiunto un massimo di 530 pg/m3 di PCB.
La situazione attuale: le raccomandazioni ai cittadini
Al momento, comunque, le concentrazioni sembrano essere tornate nella norma, anche grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco. Nella rilevazione effettuata tra il 5 e il 6 luglio, il valore delle diossine-TEQ è sceso a 0,1 pg/m3, mentre la concentrazione di Benzo(a)pirene è <0,1 ng/m3. I valori di PCB, invece, sono ancora in fase di monitoraggio.
In ogni caso, dopo i primi dati forniti dall'Agenzia, il Comune di Roma Capitale ha fornito una serie di indicazioni alla cittadinanza, tra cui:
- Il divieto di sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio e, in caso di necessità, uscire solo utilizzando i dispositivi di protezione FFP2.
- L'obbligo di disattivare gli impianti di ventilazione (condizionatori, ventilazione meccanica controllata, cappe aspiranti) per evitare l'immissione di area esterna insalubre.
- Il divieto di usare veicoli nelle zone circostanti: la circolazione con finestrini aperti o sistemi di ventilazione attivi può aumentare il rischio di inalazione di sostanze irritanti.