
Il circuito cittadino di Las Vegas si trova nello stato del Nevada ed è il secondo più lungo di tutto il Mondiale, con ben 6201 metri, dietro soltanto a quello di Spa-Francorchamps. Si tratta di un tracciato moderno e velocissimo, disegnato attorno alla celebre Strip, la via principale della città, e che attraversa alcuni dei punti più iconici della capitale del Nevada: dal Caesars Palace al Bellagio, fino al Venetian. Il tracciato è uno dei più veloci in termini di velocità media, e lo si capisce subito da un dato impressionante: i piloti restano con l’acceleratore completamente spalancato per circa l’80% del giro, una percentuale molto rara altrove nel calendario. A confermare quanto Las Vegas premi la velocità pura c’è anche la top speed registrata nel 2024 da Alexander Albon che, con la sua Williams, ha toccato i 369 km/h: la velocità più alta dell’intera stagione.
Una particolarità del GP di Las Vegas riguarda l’orario: è infatti l’unica gara del Mondiale a disputarsi di sabato. In Italia la bandiera verde scatta alle 5 del mattino, mentre a Las Vegas si corre in piena notte. Il motivo è il fuso orario di 9 ore tra Nevada e Italia, ma anche una scelta precisa degli organizzatori: mantenere la corsa perfettamente in linea con l’atmosfera della città, che vive soprattutto dopo il tramonto. I piloti dovranno completare 50 giri, per una distanza totale di 309.9 km.
La Formula 1 ha già corso a Las Vegas all’inizio degli anni ’80, su un circuito temporaneo accanto all’hotel Caesars Palace, più precisamente le monoposto sfrecciarono nel parcheggio dell'hotel nelle edizioni del 1981 e 1982. La gara è ritornata nel calendario nel 2023, dopo 41 anni di assenza nel motorsport.
Dentro il circuito di Las Vegas: tra lunghi rettilinei e curvoni veloci
La pista statunitense è composta da 17 curve, di cui 11 a sinistra e 6 a destra ma, come accennavamo prima, i freni entrano in gioco solo in sette di queste. Tre di queste frenate sono considerate impegnative, due di media difficoltà e le restanti leggere. La più critica è la curva 14, dove le monoposto arrivano a 334 km/h e i piloti devono frenare per 2,19 secondi con una decelerazione di 4.5 G, percorrendo in quel lasso di tempo 120 metri. Molto intensa anche la curva 1, con decelerazioni da 322 a 113 km/h in uno spazio di 132 metri. I curvoni veloci tra curva 7, 8 e 9 richiedono freni in successione, ma solo la prima comporta una decelerazione significativa. In totale, dalla partenza alla bandiera a scacchi, ciascun pilota esercita circa 37,5 tonnellate di pressione sul pedale del freno.
Proprio in corrispondenza della curva 14 troviamo il celebre "Strip Straight", un lungo rettilineo di quasi 2 km (il secondo più esteso dopo quello di Baku), dove è possibile attivare l'ala mobile del DRS e rappresenta il punto cruciale per effettuare i sorpassi. Proprio i sorpassi su questa pista sono uno degli elementi più sorprendenti: nell’edizione 2023 ne sono stati registrati ben 181, un numero altissimo per un circuito cittadino; nel 2024, invece, se ne sono contati 74, comunque il dato più alto dell’intera stagione.
Allo spegnimento dei semafori i piloti percorrono circa 112 metri prima di afforntare curva 1, è la distanza più breve dalla griglia di partenza alla prima curva dopo Baku (89 metri). In un giro lanciato si taglia il traguardo a circa 320 km/h. La curva 3 è la più sfidante del primo settore: richiede sfruttare il carico aerodinamico senza perdere velocità, e prepara al rettilineo con possibilità di DRS e si affronta ad una velocità di circa 210 km/h.
Il cuore tecnico del tracciato comprende curve lente tra la grande sfera di Las Vegas. La staccata più difficile è quella di curva 7, combinando freno e sterzo per arrivare a circa 100 km/h, restando vicini alle barriere. Curva 8 si percorre a gas parzializzato, mentre curva 9 richiede di anticipare il punto di corda per avere trazione in uscita. Curve 10 e 11 si percorrono quasi in pieno, mentre la 12 necessita di attenzione per sfruttare al meglio la trazione in uscita.
Dopo curva 12 ci sono due rettilinei separati da una “S” a gas parzializzato. Dopo curva 13 si apre l’ala mobile, con velocità di punta fino a 360 km/h. La curva 14 è la più impegnativa per i freni: si passa da 334 a 128 km/h in 2,19 secondi, percorrendo 120 m. Seguono curve 15 e 16 quasi a gas pieno, mentre l’ultimo rettilineo verso curva 17 si percorre in pieno. Qui diventa fondamentale la gestione dell’ibrido: la percentuale di tempo a gas completamente aperto è circa 80%.

La vera sfida di Las Vegas è scaldare gli pneumatici: le tre mescole
A Las Vegas il problema principale non è il degrado, ma far funzionare le gomme in condizioni di temperature fredde. Le tre mescole disponibili selezionate da Pirelli sono C3, C4 e C5, rispettivamente Hard, Medium e Soft. Portarle nella finestra corretta richiede attenzione soprattutto in qualifica, i piloti dovranno preparare il giro con calma, perché entrare subito forte significa ritrovarsi con l’anteriore troppo freddo e rischio di bloccaggi.
Le temperature basse aumentano anche la possibilità di graining (ovvero la formazione di piccole palline di gomma sul battistrada quando la gomma scivola sul freddo), fenomeno già visto nelle prime due edizioni. È uno dei motivi per cui non è stato scelto un set di mescole ancora più morbido: la Soft attuale è già al limite in certi punti del circuito.
Sul fronte strategico, la gestione delle soste è più complessa del solito. La pit-lane è lunga circa 400 metri, e un passaggio ai box costa in media 21–23 secondi. Fermarsi troppo presto può essere controproducente, perché uno pneumatico freddo impiega più tempo del normale per tornare efficace. Nel 2024 quasi tutti erano partiti con le Medium, usando poi Hard e Soft in base allo sviluppo della gara. Le due soste sono state la soluzione più utilizzata. Il degrado complessivo era rimasto contenuto, ma il graining — soprattutto sulle Medium del primo stint — aveva costretto diversi team a rivedere i propri piani durante la gara. Infine, l’assenza (o quasi) di ampie vie di fuga aumentano la possibilità di neutralizzazioni: un’eventuale Safety Car può ribaltare le strategie ai box e rendere ancora più delicata la gestione delle soste.

Il lato statistico della Strip: i "pochi" numeri di Las Vegas
Nonostante il Gran Premio di Las Vegas sia tornato da poco in calendario, ci sono già alcuni numeri interessanti da segnare. Ad esempio, il giro record in qualifica appartiene al britannico George Russell, il quale nell'edizione 2024 ha fatto segnare il tempo più veloce in 1'32"312 con la Mercedes, gara che ha poi vinto. Nel ritorno del circuito nel calendario, invece, trionfò Max Verstappen con la Red Bull e sempre nel 2023 la pole position andò al monegasco Charles Leclerc.
Prima del ritorno nel 2023, la Formula 1 corse a Las Vegas su un circuito temporaneo intorno al Caesars Palace Hotel di 3.5 km, con 14 curve e le gare si disputavano in pieno giorno in condizioni di caldo estremo. Nel 1981 vinse Alan Jones con la Williams, mentre l’anno successivo il pilota italiano Michele Alboreto ottenne la sua prima vittoria in F1 con la Tyrrell.