
L'hovercraft o aeroscafo è un mezzo di trasporto alimentato da una o più eliche e sostenuto da un "cuscino d'aria". È in grado di spostarsi su diverse superfici come acqua, terra e ghiaccio, e di raggiungere velocità anche superiori ai 150 km/h. Ma come funziona? E perché non è così tanto diffuso?
Come funziona un hovercraft

Il funzionamento alla base di un hovercraft è tanto geniale quanto semplice: un grande propulsore a elica spinge l’aria al di sotto dello scafo, dove viene intrappolata da una gonna di gomma o materiale flessibile che sta attorno al bordo dell'hovercraft. Questa gonna aiuta a “sigillare” il bordo e a mantenere un cuscino d'aria ad alta pressione sotto il veicolo. Questa pressione esce quel tanto che basta per staccare il veicolo dalla superficie su cui poggia, qualunque essa sia, e quindi riducendo enormemente l’attrito. In altri termini è un sistema che riesce a tenere sospeso in aria il mezzo, per cui basterà un minima spinta per farlo muovere. Quella spinta è data da ventole che solitamente sono poste dietro.
Il primissimo prototipo di hovercraft aveva però un problema: bastava far salire una ventina di persone (pari a circa il 30% del suo peso) per ridurre ad appena 10 centimetri la sospensione tra la base e il terreno. E con così poco margine non si poteva andare da nessuna parte, dato che anche una piccola roccia finiva per essere di intralcio. Due soluzioni permisero di risolvere il problema: la prima fu quella di far convogliare l’aria non al centro, ma in modo diffuso lungo tutto il perimetro, così da creare una zona di maggiore pressione proprio al di sotto; la seconda fu quella intrappolare l’aria con una “gonna”, come si chiama in gergo il telo di gomma che oggi vedete sotto agli hovercraft. Questo telo infatti impedisce all’aria di disperdersi e – in più – si adatta molto meglio agli ostacoli, non essendo di sua natura rigido come lo scafo di una barca. Questi accorgimenti hanno permesso all’hovercraft di diventare un mezzo anfibio di tutto rispetto, dove “anfibio”, per chi non lo sapesse, significa che può passare dalla terraferma all’acqua – e viceversa – senza fermarsi. La direzione di marcia è data da una parte dell’aria generata che viene usata per la spinta in avanti, indirizzata tramite delle alette orientabili. I modelli più avanzati hanno poi dei timoni laterali per migliorare la manovrabilità, o addirittura la possibilità di invertire la spinta, per andare in retromarcia.
Quando è stato inventato l’hovercraft e il modello più grande
La prima, vera, dimostrazione di forza di un hovercraft avvenne nel 1959, quando il modello SR-N1, con a bordo anche il suo inventore, sir Christopher Cockerell, attraversò La Manica in appena due ore. Da lì cominciò la sua scalata, che toccò l'apice con la costruzione del modello commerciale SR-N4 nel 1968. Pensate che era lungo quasi 40 metri, per 165 tonnellate di peso, ed era in grado di trasportare 30 auto e 250 passeggeri. Ma non è finita qui, perché 8 anni dopo venne varata una sua versione ancora più grande, lunga 56 metri, pesante 320 tonnellate e in grado di trasportare 60 auto e 428 passeggeri. Operava da una parte all’altra del Canale della Manica e i suoi biglietti erano prenotati con mesi e mesi di anticipo.

I limiti tecnici: costi e rumore
Uno dei grossi limiti dell’hovercraft è legato ai costi: la gonna, alle prese con il mare aperto, necessitava di interventi di manutenzione dopo quasi ogni traversata. Andava proprio cucita e rattoppata in alcuni punti. Un altro limite è rappresentato dal rumore: i grandi ventilatori che servivano per azionarlo producevano un rumore che rendeva difficile scambiare due chiacchiere a bordo. E poi non poteva operare in situazioni di mare mosso, costringendo la compagnia ad annullare diversi viaggi in caso di tempo avverso. Ma il vero colpo di grazia a questo hovercraft gigante lo diede la combinazione tra aumento dei prezzi del carburante e l’apertura, nel 2000, dell’Eurotunnel sotto La Manica, che rese del tutto sconveniente mantenerlo in attività.
Come viene utilizzato l’overcraft: operazioni militari e di salvataggio
Nonostante i costi di manutenzione più alti rispetto a una barca, l'hovercraft mantiene comunque delle caratteristiche uniche che lo rendono perfetto per delle specifiche situazioni. È perfetto infatti per operare in contesti difficili, come paludi, laghi o terre fangose, dove una normale barca rimarrebbe incagliata. Ed è anche un ottimo rompighiaccio: il movimento dell’aria riesce infatti a rompere strati di ghiaccio più superficiali, e può essere quindi utilizzato per liberare la strada nei fiumi navigabili. Oggi viene quindi usato soprattutto per operazioni di salvataggio, da polizia e vigili del fuoco, in particolare dopo le alluvioni. Per la conduzione di un hovercraft è generalmente richiesta la patente nautica, in quanto spesso operano in ambienti acquatici. Senza dimenticarci che il suo essere un mezzo anfibio lo rende particolarmente adatto alle operazioni militari, come il trasporto di truppe o mezzi cingolati dal mare fino a dentro la spiaggia.
