
Quando si parla di esplorazione spaziale, uno tra i siti più rilevanti è sicuramente il Launch Complex 39 del Kennedy Space Center, in Florida: da qui sono decollati molti dei razzi Saturn V diretti verso la Luna durante le missioni spaziali Apollo. Quello che però forse non tutti sanno è a circa 12 metri di profondità sotto le rampe di lancio 39A e 39B è presente un sistema di bunker con pareti interamente rivestite di gomma, chiamati amichevolmente "rubber room". Si tratta di una struttura di emergenza progettata per ospitare il personale tecnico in caso di emergenza durante un decollo.
In quel caso infatti per prima cosa sarebbe stato necessario scendere dal razzo tramite un apposito ascensore e, una volta raggiunto il suolo, aprire una speciale botola. Lì ci sarebbe stato uno scivolo lungo 61 metri che avrebbe portato all'interno di questa stanza le cui pareti sono costituite da cuscini rivestiti in gomma il cui obiettivo era assorbire le eventuali onde d'urto. Per rendere il tutto ancora più sicuro era presente una porta d'acciaio spessa 15 centimetri, muri in cemento armato e un pavimento sostenuto da molle per assorbire le eventuali vibrazioni. La struttura poteva resistere a una pressione di 35 kg/cm2 e ad accelerazioni fino a 75 G.
Al suo interno era possibile trovare 20 sedie fisse dotate di cinture di sicurezza, una toilette, coperte antincendio, acqua, provviste e filtri per garantire la sopravvivenza degli inquilini per almeno 24 ore. Una volta terminata l'emergenza il personale avrebbe potuto abbandonare il bunker grazie ad un tunnel che sarebbe sbucato a 366 metri dalla piattaforma.

Queste stanze in realtà non sono mai state utilizzate se non durante le simulazioni di emergenza, e quella al di sotto della piattaforma 39B è stata addirittura chiusa per paura di possibili problemi di salute legati alla vernice al piombo utilizzata. Con il passare del tempo la NASA ha brevettato altri sistemi per evacuare il personale in caso di emergenza.