
In Italia, oltre un adulto su tre non riesce a comprendere ed analizzare testi complessi. E’ questo uno dei risultati della nuova Indagine sulle competenze degli adulti realizzata nell’ambito del Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC) dell’OCSE, che misura le competenze degli adulti tra i 16 ed i 65 anni in 31 Paesi su una scala da 0 a 5. Nel 2012, era stato invece solo il 28% a mostrare un livello di literacy (cioè di comprensione dei testi scritti) pari o inferiore a 1 (low performer): un peggioramento di ben 7 punti percentuali in dieci anni. Infatti, raggiungere al massimo il livello 1 significa, riuscire a comprendere solo testi molto brevi e semplici, con informazioni che non distraggono l’attenzione. Quindi, il 35% del 2023 significa che più di un terzo della popolazione adulta italiana, pur riuscendo a leggere e scrivere, fatica a capire un contratto, un’informativa bancaria o a interpretare un grafico su un quotidiano. In altre parole, è classificabile come “analfabeta funzionale”.
L’Italia è tra gli ultimi Paesi OCSE per alfabetizzazione funzionale
La quota media di analfabeti funzionali nei Paesi OCSE è del 26 %: circa 1 adulto su 4. Questo significa che il basso livello di alfabetizzazione funzionale è un problema internazionale ma anche che in Italia il fenomeno è significativamente più esteso. Con il 35%, l’Italia è ben al di sotto della media OCSE e si colloca agli ultimi posti della classifica. Solo Cile, Lituania, Polonia e Portogallo hanno ottenuto un risultato peggiore. Mentre Israele, Lettonia, Spagna e Ungheria sono a livelli comparabili a quello italiano.
All’estremo opposto, solo il 5% degli italiani ha raggiunto un punteggio alto di competenze nella comprensione dei testi scritti (i cosiddetti high performer), contro una media OCSE del 12%: meno della metà. In pratica, solo 1 adulto su 20 è in grado di comprendere e valutare testi articolati e interpretare significati complessi.
Nord e Sud: un’Italia divisa anche nella comprensione dei testi
Nell’interpretare il dato italiano, è importante però tenere conto che le differenze territoriali sono enormi. Nel Nord-Est la quota di analfabeti funzionali (21%) è inferiore alla media OCSE, mentre in tutte le altre macroaree le percentuali sono superiori (28% al Centro e 30% nel Nord-Ovest).
Nelle regioni meridionali la quota aumenta ulteriormente fino a superare la metà della popolazione adulta (49% nel Sud e 53% nelle Isole) e raggiungendo così quote paragonabili a quelle del Cile, che chiude la classifica OCSE. E’ dunque soprattutto il dato del Mezzogiorno a trainare il nostro Paese verso la parte bassa della graduatoria.
Chi rischia di più di essere analfabeta funzionale? E cosa comporta?
I risultati dell’Indagine mostrano un forte legame tra titolo di studio e competenze: la quota di analfabeti funzionali è molto più bassa tra i laureati tra i 25 ed i 65 anni rispetto a chi ha solo un diploma o titolo di studio inferiore. Ma la differenza non è solo educativa ma è anche occupazionale e formativa.
Solo il 14 % degli adulti con competenze al livello 1 o inferiore in literacy ha partecipato a corsi di formazione o aggiornamento nell’ultimo anno, contro il 62% degli adulti con competenze alte (cioè con un livello di alfabetizzazione pari o superiore a 4). Si crea così un circolo vizioso: chi ha meno competenze partecipa a meno formazione, e resta indietro.
Il divario si riflette poi anche nel mondo del lavoro. Tra i 25 ed i 65 anni, il tasso medio di attività, cioè la quota di persone di 25-65 anni occupate o in cerca di occupazione, è del 71%, ma scende al 60% per chi è un analfabeta funzionale. Questa differenza ci dice che chi fatica a comprendere testi complessi ha anche meno opportunità di trovare e mantenere un lavoro.
C’è poi una stretta relazione anche con l‘età: i giovani tra 16 e 24 anni mostrano le competenze più alte, mentre la fascia 55-65 anni è la più in difficoltà. Ma anche tra i giovani italiani, i punteggi restano inferiori alla media OCSE, segno che il problema parte dal sistema educativo e prosegue nella vita adulta.