0 risultati
video suggerito
video suggerito
12 Dicembre 2025
12:56

In Italia si sciopera sempre meno: un vuoto statistico lungo 15 anni

Nel 2025 le proclamazioni di sciopero sono 1.242, in linea con un decennio di progressivo calo. Ma l’Italia continua a misurare la conflittualità con dati parziali: manca una statistica nazionale completa e confrontabile, dentro e fuori dai confini.

Ti piace questo contenuto?
In Italia si sciopera sempre meno: un vuoto statistico lungo 15 anni
scioperi italia

Quello di oggi 12 dicembre è l'ultimo di una lunga serie di scioperi nazionali avvenuti quest'anno, ma che in realtà sono in diminuzione rispetto agli anni passati. L’Italia continua a scioperare, ma non sa più misurare davvero quanto. È il paradosso che accompagna ogni tentativo di raccontare la conflittualità del Paese: mentre la Commissione di Garanzia sugli Scioperi registra 1.242 proclamazioni solo tra il 1° gennaio e il 12 dicembre 2025, l’infrastruttura statistica nazionale che dovrebbe inquadrarle si è fermata più di quindici anni fa: la serie storica ISTAT, la più lunga e dettagliata mai prodotta sul tema, si interrompe nel 2009. È un vuoto che pesa, perché tutto ciò che oggi sappiamo proviene da una sola fonte, importante ma parziale. E quel poco che riusciamo a osservare racconta comunque una cosa chiara: in Italia si sciopera sempre meno.

 

Nel decennio 2014–2024 il numero delle proclamazioni è sceso in modo costante, dopo il picco del 2017; e il 2025, con le sue 1.242 proclamazioni finora registrate, si colloca perfettamente dentro questa traiettoria.

Chi registra oggi gli scioperi: perché la Commissione di Garanzia non basta

La Commissione di Garanzia sugli Scioperi registra esclusivamente gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Si tratta di attività che garantiscono diritti costituzionali fondamentali — vita, salute, sicurezza, mobilità, istruzione, comunicazione, assistenza — e per questo il loro perimetro non coincide con l’intero mercato del lavoro. Questo lascia fuori una vasta parte della conflittualità reale come, ad esempio, diverse aziende private. Perché non esiste in Italia un obbligo generale di comunicare gli scioperi al di fuori dei servizi pubblici essenziali.

In Italia scioperi in calo, ultimo decennio in discesa

All’interno di quello che riusciamo a osservare, però, la tendenza è chiara: si sciopera meno rispetto al passato.

L’ultimo report consolidato della Commissione, riferito al 2024, parla di 1.633 proclamazioni, circa 31 a settimana, e di 1.080 scioperi effettivamente svolti, circa 21 a settimana. La serie delle proclamazioni, disponibile dal 2014, descrive un movimento ondulatorio ma con un declino netto nell’ultimo decennio: dalle 2.048 del 2014 al picco di 2.448 del 2017, fino alla discesa del 2024.

Accanto ai settori strutturalmente più conflittuali — trasporto pubblico locale e trasporto aereo, che restano stabili ai vertici anno dopo anno — emerge un settore molto diverso: la sanità. Nel Servizio Sanitario Nazionale il numero di proclamazioni e giornate di sciopero mostra oscillazioni marcate, con anni quasi privi di mobilitazioni seguiti da aumenti improvvisi. È un andamento irregolare che contrasta con la costanza dei trasporti, e racconta un tipo di conflittualità più legata a crisi specifiche che a una continuità strutturale. In altre parole: alcuni settori scioperano ciclicamente, altri perennemente.

Le regioni dove si sciopera di più: Lombardia, Campania, Lazio

Le differenze territoriali raccontano un’altra frattura interna. Nel 2024 le proclamazioni si concentrano in Lombardia (213), Campania (175) e Lazio (149). Ma è il Nord a guidare per giornate effettivamente interessate dagli scioperi: Lombardia con 82, Emilia-Romagna con 58, Toscana con 51. La discrepanza con il totale nazionale deriva dal peso degli scioperi di rilevanza nazionale, che non vengono contabilizzati nelle classifiche regionali. È un altro segnale della complessità del dato: si può leggere, ma va tenuto insieme pezzo dopo pezzo.

1242 proclamazioni di scioperi nel 2025: un dato ancora frammentato

Il 2025 conferma la tendenza, almeno per quanto emerge dai dati parziali. Non esiste ancora un report ufficiale e completo: le informazioni devono essere estratte direttamente tramite uno “scraping” dei dati dal portale della Commissione. Tradotto per chi non mastica linguaggi tecnici: bisogna “scaricare” e riorganizzare manualmente ogni singolo sciopero registrato online, uno per uno, perché non esiste un dataset pubblico accessibile direttamente. Al 12 dicembre 2025 le proclamazioni sono 1.242.

I settori dove si sciopera di più sono sempre gli stessi: trasporto pubblico locale, trasporto aereo e regioni e autonomie locali. Il settore sanitario ha scioperato meno dello scorso anno nel 2024 erano 137 proclamazioni di sciopero mentre quest’anno – fino al 12 dicembre – ci si ferma a 81. Il trasporto ferroviario invece è al 7° posto di questa classifica con 52 proclamazioni, lo scorso anno erano state ben 119.

La mappa degli scioperi del 2025 racconta una conflittualità fortemente concentrata nelle regioni più urbanizzate. Abbiamo escluso dal conteggio gli scioperi nazionali e quelli privi di indicazione geografica; gli scioperi comunali sono stati ricondotti alla regione di appartenenza utilizzando la classificazione ISTAT dei comuni.

Come per il 2024 in testa c’è la Lombardia, seguita da Campania e Lazio, mentre il peso di Toscana, Emilia-Romagna e Puglia conferma come la protesta si distribuisca soprattutto dove i servizi pubblici e le articolazioni territoriali sono più dense.

Perché non possiamo paragonare l’Italia ad altri Paesi

Il confronto internazionale, infine, è un esercizio quasi impossibile. L’ILOSTAT, il database dell’Organizzazione internazionale del lavoro, accoglie solo dati metodologicamente uniformati. L’Italia compare fino al 2007, ultimo anno in cui l’ISTAT produceva una serie coerente e comparabile. Da allora siamo fuori classifica. Non perché si scioperi troppo o troppo poco, ma perché il nostro dato non è compatibile con gli standard internazionali.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views