
Apple ha recentemente annunciato l'iPhone 16e, un modello che entra a far parte della famiglia iPhone dell'azienda guidata da Tim Cook e che si distingue per una serie di innovazioni tecnologiche pensate per garantire prestazioni elevate a un prezzo più accessibile rispetto ai modelli top di gamma della lineup. La novità principale di questo dispositivo è il modem 5G proprietario C1, il primo sviluppato internamente dall'azienda di Cupertino, che consentirà di convertire il segnale 5G in segnale Wi-Fi per connettere più dispositivi a Internet. Questo modem rappresenta un passo importante verso l'indipendenza di Apple da fornitori esterni come Qualcomm, con l'obiettivo di ottenere una maggiore efficienza energetica, prestazioni superiori e costi di produzione ridotti. Il modem C1 promette infatti una connettività 5G stabile e veloce, pur mitigando i consumi.
A completare il pacchetto c'è il chip A18, che alimenta l'iPhone 16e in una versione “depotenziata” rispetto a quella usata nei modelli più costosi della stessa famiglia, in quanto la sua GPU (la cosiddetta unità di elaborazione grafica) presenta un core in meno. Le prestazioni generali del dispositivo dovrebbero essere più che buone, anche se attività più complesse dal punto di vista grafico potrebbero risentirne, quantomeno nelle sessioni più intense.
Perché Apple ha realizzato un modem 5G proprietario
Partiamo dalla novità più grossa: il nuovo modem C1. Questo componente segna il debutto di Apple nel campo dei modem cellulari. Fino ad oggi, l'azienda si era affidata a Qualcomm per i modem 5G, ma con il nuovo chip C1, Apple punta a una maggiore integrazione tra hardware e software e a una gestione più efficiente delle risorse del dispositivo. La novità principale è l'efficienza energetica che il C1 porta con sé. Grazie a una progettazione avanzata e a un'architettura a basso consumo, Apple (stando a quanto dichiarato in un suo comunicato ufficiale) è riuscita a migliorare l'autonomia della batteria dell'iPhone 16e, pur mantenendo elevate le performance di connettività. Sebbene il C1 sia presente solo su questo modello, si tratta di una mossa che potrebbe segnare l'inizio di un cambiamento nel mercato dei modem, dando a Apple un maggiore controllo sulla qualità e sulle prestazioni della connettività mobile.
Se ci pensate, è un “film” che abbiamo già visto nel 2020 con Apple Silicon: gradualmente, Apple ha smesso di usare SoC prodotti da Intel sui suoi Mac, sostituendoli con chip basati su architettura ARM. Tutto questo per ottimizzare le prestazioni facendo “dialogare” meglio tra loro il software (macOS nel caso dei Mac) con l'hardware proprietario (ovvero i nuovi chip della serie M). Un discorso simile vale anche per il modem Apple C1: essendo progettato internamente, gli sviluppatori di Cupertino sono riusciti a ottimizzarlo e, di conseguenza, a farlo gravare meno sui consumi energetici del dispositivo che lo ospita.
Va detto, però, che il chip C1, pur essendo un modem 5G avanzato, non supporta le frequenze mmWave (Millimeter Wave Products), una tecnologia che consente di raggiungere velocità di trasferimento dati nell’ordine dei gigabit, ma che è ancora relativamente poco diffusa a livello globale. Apple evidentemente ha scelto di focalizzarsi sulle bande 5G più comuni, quelle che garantiscono una connessione stabile ed efficiente nella maggior parte dei contesti d'uso.

Perché il chip A18 di iPhone 16e è depotenziato
Un'altra novità importante del nuovo iPhone 16e riguarda il chip A18. Sebbene sia sostanzialmente lo stesso chip che alimenta i modelli iPhone 16 e 16 Plus, la versione inclusa nell'iPhone 16e presenta una differenza importante: la GPU è ridotta e, anziché integrare 5 core ne ha 4. Perché? Durante la loro produzione, alcuni chip non raggiungono le specifiche più alte per tutti i loro core (semplificando, per “core” intendiamo la singola unità di elaborazione all'interno di un chip). Anziché scartare i processori che non raggiungono le specifiche richieste, è possibile ricorrere alla pratica del “binning”, abbastanza comune nel mercato dei semiconduttori. In parole semplici, quando un chip non raggiunge le sue massime prestazioni, viene “depotenziato”, nel senso che alcuni core vengono disattivati. Questo fa sì che, anziché essere cestinato del tutto, il chip può ancora essere utilizzato in un dispositivo come l'iPhone 16e, dove le prestazioni leggermente inferiori vengono giustificate da un prezzo di vendita inferiore rispetto a un dispositivo collocato in una fascia più alta del mercato.
Questa versione del chip, pur avendo una GPU con un core in meno, non dovrebbe compromettere le prestazioni generali dell'iPhone 16e, soprattutto per quanto riguarda l'uso quotidiano del dispositivo. Gli utenti che si dedicano a compiti più impegnativi, come il gaming 3D o il video editing, potrebbero notare una leggera riduzione nelle prestazioni grafiche, ma per la maggior parte degli utenti, l'esperienza d'uso dovrebbe rimanere fluida.
