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26 Novembre 2025
14:00

ll Ddl femminicidio è legge, approvato in parlamento: cosa cambia ora

La Camera ha introdotto il femminicidio come reato autonomo (art. 577-bis) punito con l'ergastolo. Anche i casi di reati da "codice rosso" cambiano, rafforzando la tutela delle vittime.

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ll Ddl femminicidio è legge, approvato in parlamento: cosa cambia ora
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Nella giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, la Camera ha votato all’unanimità per introdurre il crimine di femminicidio, l’uccisione di una donna motivata dal genere, come un reato specifico, punibile con l’ergastolo. Il nuovo articolo del codice penale crea una categoria di reato “basata sulle caratteristiche della vittima”, secondo la relazione illustrativa del disegno di legge, che riconosce il femminicidio come reato autonomo, punibile con l’ergastolo. Il testo definisce il reato come l’uccisione di una donna per motivi di odio, discriminazione o controllo, e prevede anche pene più severe per reati correlati come maltrattamenti e stalking, oltre a rafforzare le tutele per le vittime e gli orfani.

In precedenza, la legge prevedeva solo circostanze aggravanti nei casi in cui l’assassino fosse sposato o imparentato con la vittima. Il provvedimento si applicherà ai reati di assassinio che comportano “atti di odio, discriminazione, dominio, controllo o sottomissione di una donna in quanto donna”, o che avvengono quando la donna interrompe una relazione o per “limitare le sue libertà individuali”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha celebrato il voto, definendo il provvedimento uno strumento per “difendere la libertà e la dignità di ogni donna”. Il governo Meloni ha sostenuto il disegno di legge fin dall’inizio e ha promosso altre normative a tutela delle donne, come le leggi anti-stalking.

Tuttavia, nonostante l’accordo politico prevedesse un “doppio passaggio”, con approvazione del reato di femminicidio e voto definitivo della riforma sulla violenza sessuale basata sul “consenso libero e attuale”, quest'ultimo step è saltato all’ultimo momento. La maggioranza ha chiesto un “supplemento di approfondimento” e nuove audizioni sul tema, bloccando l’esame del disegno di legge sul consenso.

Il disegno di legge prevede un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro le violenze commesse nei confronti delle donne: è in linea con gli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul, che richiede agli Stati di prevenire, punire e monitorare la violenza di genere. Rispetta anche le linee operative della nuova direttiva UE 1385/2024, che mira a rafforzare la protezione delle donne dalla violenza in tutti gli Stati membri, promuovendo misure preventive e sanzionatorie. L’Italia si unirà ora a Cipro, Malta e Croazia tra gli Stati membri dell’UE che hanno introdotto una definizione legale di femminicidio nei loro codici penali.

L'intervento prevede l'inserimento di una nuova fattispecie, il cui soggetto passivo è una donna: la gravità estrema della condotta giustifica l’ergastolo come pena, secondo il testo. Nella legge si fa riferimento, infatti, a due principali fattispecie:

  • Assassinio motivato da discriminazione o odio verso la donna, cioè quando la vittima è scelta in quanto appartenente al sesso femminile;
  • Assassinio finalizzato a reprimere i diritti o le libertà della donna, cioè quando la violenza mira a limitare la sua autonomia, la sua espressione personale o il suo ruolo nella società.

Nei casi di “codice rosso”, che in Italia riguardano i reati più gravi di violenza contro le donne, l’audizione della persona offesa dovrà essere effettuata obbligatoriamente dal Pubblico ministero (Pm). Normalmente, il Pm può delegare alla polizia giudiziaria (carabinieri, polizia o guardia di finanza) la raccolta di dichiarazioni, testimonianze o denunce: la nuova legge mira a garantire, attraverso la presenza del Pm, tutela della vittima, rispetto dei suoi diritti e precisione legale. In questo modo, la procedura per l’avvio delle indagini sarà accelerata, con il Pm che può immediatamente valutare la necessità di misure cautelari.

L’elenco dei reati da codice rosso sarà aggiornato e comprenderà stalking, femminicidio e altri reati gravi. Inoltre, sarà rafforzata la tutela della vittima, garantendo che la sua voce sia ascoltata prima che si chiuda il procedimento di patteggiamento. Prima di un eventuale patteggiamento, la vittima dovrà essere informata e avrà diritto a esprimersi; il giudice dovrà tenere conto del suo parere e motivare in sentenza eventuali decisioni contrarie.

Chi commette reati da codice rosso non potrà accedere automaticamente a benefici come permessi premio, libertà condizionata, sospensione dell’esecuzione della pena o misure alternative alla detenzione. L’intervento comprende reati specifici (maltrattamenti aggravati, stalking, femminicidio, atti persecutori): in questi casi, le misure cautelari saranno rafforzate, con una presunzione di adeguatezza per custodia cautelare (arresto o domiciliari) e il divieto di avvicinamento come eccezione.

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