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27 Giugno 2025
6:00

La storia della strage di Ustica, uno dei più inquietanti misteri d’Italia: la ricostruzione dei fatti dopo 45 anni

A 45 anni di distanza, la strage di Ustica resta uno dei più grandi misteri d'Italia: era il 27 giugno 1980 quando un DC-9 Itavia precipitò nel Mar Tirreno, causando 81 vittime. Depistaggi e morti sospette hanno oscurato la verità: di recente si è aperta una nuova ipotesi sulla possibile collisione con un caccia americano, probabilmente coinvolto in uno scontro con i Mig libici.

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La storia della strage di Ustica, uno dei più inquietanti misteri d’Italia: la ricostruzione dei fatti dopo 45 anni
Ustica Copertina
Il relitto aereo del DC–9 protagonista della strage di Ustica

Quando parliamo della strage di Ustica intendiamo l’abbattimento di un aereo DC-9 della Itavia, avvenuto nel Mar Tirreno il 27 giugno 1980, che provocò la morte delle 81 persone. A distanza di 45 anni, la verità non è stata appurata con esattezza, ma quasi sicuramente il DC-9 fu coinvolto nell’attacco lanciato da aerei della Nato (francesi o statunitensi) contro velivoli militari della Libia. Il ritrovamento della carcassa di un Mig libico sui monti della Sila, avvenuto tre settimane dopo la strage, consolida l’ipotesi. Nel corso degli anni, le inchieste su Ustica sono state ostacolate da palesi tentativi di depistaggio e, forse, anche dall’assassinio di persone venute a conoscenza di notizie riservate. Oggi appare molto probabile che i vertici militari e politici italiani abbiano nascosto la verità per non violare il segreto militare e per non turbare i rapporti con gli alleati della Nato.

La strage di Ustica del 27 giugno 1980: i fatti

Il 27 giugno 1980 un aereo DC-9 della compagnia Itavia, che effettuava il volo IH 870 da Bologna a Palermo, precipitò nei pressi dell’isola di Ustica, nel Mar Tirreno, a nord delle coste della Sicilia. A bordo vi erano 77 passeggeri, tra i quali 11 bambini, e 4 membri dell’equipaggio. Persero tutti la vita: fu una delle più gravi sciagure della storia dell’aviazione italiana.

Posizione di Ustica
Posizione dell’isola di Ustica

Tre settimane più tardi, il 18 luglio, sui monti della Sila, in Calabria, fu trovato il relitto di un aereo militare “Mig” dell’aeronautica libica, contenente all’interno il cadavere del pilota. Non è mai stato appurato se l’incidente fosse avvenuto il 18 luglio o se la carcassa del velivolo si trovasse lì da molti giorni: secondo numerosi analisti, il Mig precipitò il 27 giugno, lo stesso giorno della strage di Ustica.

Sopralluogo presso il sito di ritrovamento del Mig
Sopralluogo della magistratura al luogo del ritrovamento del Mig

Depistaggi e morti sospette

La dinamica del disastro di Ustica apparve subito sospetta e negli anni seguenti sia la magistratura, sia i mezzi di informazione condussero inchieste sull’accaduto. Il recupero del relitto de DC-9, avvenuto tra il 1987 e il 1992, consentì di esaminare molte questioni più approfonditamente. Le inchieste, però, furono ostacolate dai tentativi di depistaggio e diverse persone coinvolte nella vicenda persero la vita in maniera sospetta. Tra loro, il maresciallo dell’aeronautica Mario Alberto Dettori che la sera della strage, secondo molte fonti, prestava servizio presso un radar a Poggio Ballone, in provincia di Grosseto, e nel 1987 fu trovato impiccato nella sua abitazione in un modo definito innaturale dalla polizia scientifica; il maresciallo Franco Parisi, in servizio al radar il 18 luglio 1981 (giorno del ritrovamento del Mig libico), trovato impiccato nel 1995.

Tra il 2000 e il 2004, alcuni alti ufficiali dell’aeronautica sono stati processati per il depistaggio, ma il processo si è concluso con assoluzioni e prescrizioni. Nessuno è mai stato processato per la responsabilità della strage.

Il DC 9 coinvolto nella strage credits Lewis Grant
Il DC–9 caduto il 27 giugno 1980 credits Lewis Grant

Le ipotesi: perché è caduto il DC-9 a Ustica?

Nel corso degli anni sono state avanzate varie ipotesi sulle cause della strage. Alcune sono state smentite definitivamente, altre sono considerate attendibili.

Secondo l’ipotesi del cedimento strutturale, avanzata subito dopo i fatti, l’aereo avrebbe subito un guasto in volo. L’ipotesi provocò un enorme danno di immagine alla compagnia Itavia (già indebitata al momento della strage), che pochi mesi dopo fallì. Oggi sappiamo che questa ricostruzione non ha fondamento. Un’altra teoria vuole che a bordo dell’aereo fosse stata collocata una bomba: la caduta del velivolo dunque sarebbe stata provocata da un atto di terrorismo – un fenomeno che in quegli anni effettivamente era presente in Italia. Tuttavia, anche questa ipotesi è stata smentita perché i danni riportati dalla carcassa del velivolo non appaiono compatibili con un’esplosione all’interno.

L’ipotesi più verosimile è che il DC-9 si sia trovato, per una tragica fatalità, nel mezzo di una battaglia aerea tra velivoli Nato e uno o più Mig libici. Va ricordato che la Libia, allora governata da Muhammar Gheddafi, si trovava in forte contrasto con gli Stati Uniti (che pochi anni dopo avrebbero bombardato Tripoli) e con altri Paesi occidentali. Secondo la ricostruzione più verosimile, il 27 giugno i Mig libici si trovavano in volo sul Tirreno e furono intercettati dai caccia della Nato, i quali, nel tentativo di abbatterli, colpirono anche il DC-9. Il Mig trovato sulla Sila sarebbe stato colpito il 27 giugno insieme all’aereo della Itavia.

Un Mig dell'aeronautica libica
Un Mig dell’aeronautica libica

A questo punto le possibili ricostruzioni sono due:

  • Responsabili dell’abbattimento del DC-9 furono i caccia francesi, che lanciarono un missile aria-aria contro un Mig libico, ritenendo che a bordo vi fosse Gheddafi, e centrarono per errore anche il velivolo Itavia. Questa ricostruzione è stata sostenuta nel 2007 da Francesco Cossiga, presidente del consiglio all’epoca dei fatti. Le istituzioni francesi hanno sempre negato il loro coinvolgimento.
  • L’altra ipotesi vuole che la responsabilità ricada sui caccia statunitensi, forse decollati dalla portaerei Saratoga: avrebbero cercato di intercettare il Mig ma, volando troppo vicino al DC-9, ne avrebbero provocato la caduta. L’ipotesi, sostenuta da una recente inchiesta dell’Espresso, è consolidata dal fatto che presso il relitto del DC-9 fu rinvenuto anche il serbatoio di un caccia americano e su una spiaggia di Ustica furono ritrovati un casco e un giubbotto di salvataggio del pilota americano. La «quasi collisione» avrebbe quindi fatto cadere sia il DC-9, sia il velivolo americano; il pilota si sarebbe salvato lanciandosi con il paracadute.
Portaerei Saratoga
La portaerei americana Saratoga, che secondo alcuni analisti fu coinvolta nella strage

La verità non è stata ancora appurata, ma l’ipotesi secondo la quale il DC-9 sia stato coinvolto in una battaglia aerea è ormai considerata certa. Nel 2011 il tribunale i Palermo ha condannato in sede civile i ministeri dei trasporti e della difesa a risarcire i parenti delle vittime per aver non aver garantito la sicurezza del volo (riconoscendo quindi che l’aereo è caduto per causa esterna) e per i depistaggi. La condanna è stata confermata nei successivi gradi di giudizio. Molti punti della vicenda, però, restano oscuri: non sappiamo ancora chi fu responsabile diretto dell’abbattimento, chi ha organizzato i depistaggi e se le morti sospette sono state volute o semplici coincidenze.

Fonti
L’Espresso Museo per la memoria di Ustica Intervista di Andrea Purgatori a Rosario Priore, Left, 2007
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