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25 Giugno 2025
6:00

La vera storia di Benjaman Kyle, l’uomo ritrovato senza memoria che nessuno riconosceva

Nel 2004, un uomo senza memoria viene ritrovato negli Stati Uniti, in Georgia: non ricorda nulla del suo passato, nessuno lo reclama, e lui decide di assumere di nome di Benjaman Kyle. Undici anni dopo, grazie a una serie di test di genealogia genetica, si scopre la sua vera identità, ma l'uomo sceglie di non rendere pubblici altri dettagli per motivi di privacy.

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La vera storia di Benjaman Kyle, l’uomo ritrovato senza memoria che nessuno riconosceva
benjamin kyle
Benjamin Kyle. Credit: Adam Harbottle, CC BY–SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by–sa/3.0>, via Wikimedia Commons

«Ciao, mi chiamo Benjaman Kyle, voi non sapete chi sono, e francamente nemmeno io», con queste parole Benjaman Kyle, un uomo ritrovato senza memoria, nudo e privo di sensi nell’agosto del 2004 vicino a un Burger King in Georgia, ha lanciato un appello per denunciare la sua storia. Kyle soffriva di amnesia retrograda, e ricordava solo pochi dettagli del suo passato, non sufficienti per comprendere la sua identità. Quest’uomo ha vissuto per undici anni nel totale anonimato, senza che nessuno denunciasse la sua scomparsa o che lui riuscisse a risalire al suo passato. Proprio per questo, decise di adottare lo pseudonimo di Benjaman Kyle: nel 2015, grazie a una serie di accurati test genetici, si riuscì finalmente a ricostruire la sua vera identità. Il suo vero nome è William Burgess Powell, ma per motivi di privacy l'uomo ha deciso di non rivelare altri dettagli.

Il ritrovamento di Benjaman Kyle

È il 31 agosto 2004, e sono le prime ore del mattino a Richmond Hill, in Georgia (USA). Un uomo di 65 anni viene ritrovato vicino al ristorante Burger King proprio dal capo del fast food: è nudo e privo di sensi, probabilmente è stato aggredito, ed è steso vicino ai cassonetti tra la strada Interstate 95 e la Highway 17. Viene portato all’ospedale, si risveglia, sta piuttosto bene, ma non ricorda nulla: non il suo nome, non come è arrivato lì, non riconosce nemmeno la sua faccia. Amnesia retrograda, così dicono i medici. Dai primi esami svolti, vengono trovati tre fori nel cranio, forse provocati da un colpo, ma non si comprende molto di più, e ha una cataratta a entrambi gli occhi, forse dovuta a una lunga esposizione al Sole, durante il suo svenimento.

“Hello, my name is Benjaman Kyle, you don’t know who I am, and quite frankly, neither do I”

“Ciao, mi chiamo Benjaman Kyle, voi non sapete chi sono, e francamente nemmeno io”

Nessuno ha denunciato la sua scomparsa: chiunque sia, sembra venuto dal nulla. Non ci sono indizi vicino al Burger King, né altri dettagli che possano aiutare la polizia a scoprire chi è quest’uomo: viene quindi chiamato inizialmente “BK”, perché trovato vicino al Burger King, iniziali che diventano poi il nome fittizio che decide di assumere, Benjaman Kyle.

Le indagini per scoprire chi è l’uomo misterioso

Pian piano, qualche ricordo inizia ad affiorare: Benjaman suppone di essere nato il 29 agosto 1948, di avere due o tre fratelli, ma non sa dare informazioni, ha vaghi ricordi di Denver e Indianapolis, sostiene di aver vissuto a Boulder negli anni ‘70. Inoltre, ricorda di essere stato nella biblioteca dell'Università del Colorado, ma non sa dire se ha studiato lì, e parla anche di una sedia vista in biblioteca. Parla anche delle riviste "Restaurant & Institutions" e cita un ristorante a Boulder: questi dati gli fanno pensare di aver lavorato nella ristorazione, ma i suoi ricordi si fermano a metà degli anni '80.

Pochi e confusi elementi, non sufficienti a tracciare un quadro che permetta di risalire alle sue origini. Vengono coinvolti anche dei linguisti che sostengono che il suo accento possa essere miscuglio tra quello del nord dell’Indiana e dell'Oklahoma, ma di nuovo le informazioni non sono sufficienti per formulare ipotesi su chi sia davvero Benjaman Kyle.

Senza un documento di identità e senza assicurazione, Benjaman viene inserito nella banca dati dei John Doe  – nome fittizio che viene assegnato agli uomini la cui identità è sconosciuta – ma risulta difficile per lui rifarsi una vita, nonché ricevere assistenza medica essendo sprovvisto di assicurazione. Il tempo passa, e nessuno reclama la scomparsa di Benjaman.

Benjaman Kyle, verso la conquista della vera identità

Nel 2012, otto anni dopo il ritrovamento di Kyle, John Wikström, uno studente dell’Università della Florida, dedica al caso il cortometraggio Finding Benjaman, che verrà presentato anche al Festival di Cannes e al Tribeca Film Festival. 

È l’occasione per denunciare la storia di Benjaman, che in quel momento viveva come un senzatetto: il cortometraggio riesce ad attirare lo sguardo dell’opinione pubblica e un imprenditore locale decide di offrire all'uomo un lavoro, che lo porterà ad avere una casa. Il senatore della Florida Mike Weinstein riuscirà anche a fargli ottenere un documento di identità temporaneo.

Grazie alla visibilità ottenuta, la vicenda arriva fino a un team di ricercatori che si occupano di genealogia forense e, nel 2015, grazie a una serie di test genetici, Benjaman viene identificato: il suo vero nome è William Burgess Powell, ma l'uomo decide di non diffondere altri dati per motivi di privacy e per tutelare la sua famiglia.

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