La crisi energetica in atto continua ad abbattersi sul costo delle bollette dell'elettricità e del gas: l'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è chiara in merito. Nel primo trimestre del 2022 in Italia la bolletta dell'elettricità avrà un rincaro del 55% e quella del gas del 42%, con una ricaduta a valanga sul prezzo di tutti i beni e i servizi che acquisteremo. La stangata media per famiglia tra aprile 2021 e marzo 2022, a parità di consumi rispetto allo stesso periodo tra 2020 e 2021, sarà di circa 1000€ in più. Insomma, la crisi energetica sta colpendo duro sia il nostro Paese sia, più in generale, l'Europa e l'Asia. Ma quali sono le cause della crisi energetica e che cosa possiamo fare per superarla? Scopritelo nel dettaglio con noi guardando il video presente qui sopra. Di seguito, invece, vi lasciamo una panoramica sintetica della questione.
Da cosa dipende la crisi energetica
I fattori che hanno innescato la crisi energetica e fatto aumentare enormemente il costo delle bollette di luce e gas sono molteplici: in particolare nell'ultimo anno è cresciuto a dismisura il prezzo del gas, una delle principali fonti energetiche da cui dipende ancora il funzionamento della nostra società. Per darvi un’idea, da gennaio a dicembre 2021 parliamo di un amento di quasi il 500%. Che cosa l'ha determinato? E da quali altri motivi dipende la crisi? Eccoli:
1. Il meteo
Anzitutto il meteo non ha aiutato: lo scorso inverno è stato mediamente più freddo e si è prolungato fino a primavera inoltrata e, successivamente, l’estate è risultata più calda della media. Questo ha portato a un aumento dei consumi di energia per i riscaldamenti e i condizionatori.
2. La ripresa economica
Dopo la terza ondata di Covid (fine primavera – inizio estate 2021) l’economia è ripartita a ritmi serrati, soprattutto in Asia. La ripresa ha richiesto di colpo un'enorme quantità di energia per alimentare le fabbriche, i mezzi di trasporto e gli stessi uffici.
3. La mancanza di riserve
Il mix "meteo sfavorevole + ripresa economica" ha portato a usare quanto più gas, petrolio e carbone possibile nell’immediato e a immagazzinarne o stoccarne poco di riserva, in vista di questo inverno.
4. Limiti tecnici e geopolitici
Il mercato degli idrocarburi non è particolarmente flessibile: esistono dei limiti tecnici quando si parla di estrazione, lavorazione, distribuzione e stoccaggio. Inoltre lo stesso mercato è vincolato da limiti geopolitici: produzione e distribuzione dell’energia sono in gran parte regionali e i Paesi produttori, in un periodo di forte domanda, possono giocare al rialzo coi prezzi.
5. Il Nord Stream 2
Attualmente una delle principali infrastrutture che porta gas in Europa è il gasdotto sottomarino Nord Stream che va dalla Russia alla Germania passando direttamente per il Mar Baltico. Il gasdotto, sotto il controllo della società russa Gazprom, è lungo più di 1200 km e ha la capacità di trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Recentemente è stato concluso il suo raddoppio, chiamato Nord Stream 2, che ne raddoppierebbe la capacità di trasporto. Tuttavia, pur essendo pronta a entrare in funzione, quest'ultima opera è stata bloccata temporaneamente per una serie di questioni burocratiche, politiche e geopolitiche. Il fermo ha fatto innervosire la Russia che sembrerebbe abbia alzato i prezzi del gas e ridotto le forniture all’Europa, favorendo al contempo invece le esportazioni verso la Cina.
6. Le fonti rinnovabili
La relativa mancanza di vento nell’area del Mare del Nord nel corso dello scorso anno ha portato a un calo consistente della produzione di energia eolica. Il Regno Unito e altri Stati nordici hanno così dovuto acquistare combustibili convenzionali per sopperire, il tutto in un mercato già in enorme difficoltà.
7. I certificati di emissione di CO2
Un ultimo fattore che in parte ha provocato il rincaro delle bollette è l’aumento dei prezzi dei certificati di emissione di CO2, quei certificati che in Europa devono essere acquistati obbligatoriamente dalle aziende che producono e/o utilizzano soprattutto fonti fossili e che quindi sono maggiormente responsabili delle emissioni di anidride carbonica. Parte dell’aumento dei costi dei certificati ricade sul prezzo del gas e quindi anche sull’utenza finale.
Le contromisure alla crisi energetica
Insomma, le cause della crisi energetica sono varie e intrecciate. Per quanto possibile, quello che possiamo fare come Italia in vista del futuro è cercare di renderci sempre meno dipendenti dall’estero, di ampliare la rete dei fornitori e di diversificare quanto più le tipologie di fonti energetiche che utilizziamo, continuando la transizione verso quelle meno impattanti e rinnovabili.
Nel frattempo il governo italiano sta intervenendo per tamponare gli effetti della crisi: grazie a uno stanziamento di quasi 4 miliardi di euro, come anticipato in apertura, avremo un aumento di "solo" il 55% per la bolletta dell’elettricità (invece che del 65%), e di "solo" il 42% per quella del gas (invece che del 59%). È ancora poco, ma nell'immediato è meglio di niente.