
La mantide religiosa (Mantis religiosa), una delle specie più comuni dell’ordine Mantodea, è un insetto “famoso” per il comportamento cannibale che spesso adotta la femmina, divorando il maschio durante l'accoppiamento. In realtà, il fenomeno non si verifica sempre, ma in circa il 30% degli accoppiamenti e si tratta di un adattamento evolutivo efficace soprattutto in condizioni di denutrizione e di scarsità di prede. Per i maschi, avvicinarsi alle femmine è un vantaggio, ma anche un rischio: per limitare il pericolo di essere divorati per fame, tendono a scegliere femmine ben nutrite rispetto a quelle più magre, ma a volte il sacrificio è necessario. L’autunno è il momento adatto per osservare questo fenomeno, considerato che la mantide religiosa si accoppia proprio in questo periodo per assicurare la nascita di una nuova generazione in primavera.
I motivi biologici del cannibalismo delle mantidi
Nonostante sia un comportamento molto "famoso", studi scientifici sul campo dimostrano che, in condizioni naturali in media, non più del 30% delle femmine cannibalizzano il maschio, ma a volte è utile farlo. La mantide religiosa non sopravvive alle basse temperature del tardo autunno e prima di morire si riproduce. L’accoppiamento è ovviamente il momento cruciale per assicurare la sopravvivenza della specie ed è necessario adottare le strategie più efficaci alla massima produzione di uova, come appunto il cannibalismo.
La scarsa disponibilità di prede in determinate condizioni ambientali e lo sforzo necessario per compiere l'oogenesi (processo di maturazione delle cellule uovo) spingono la femmina a cercare una fonte proteica disponibile e "pronta all'uso": la migliore opzione è quella di utilizzare il maschio stesso come alimento. D'altro canto, in un certo senso, il maschio si sacrifica volentieri….o quasi! In un equilibrio costi-benefici, i maschi di mantidi durante la loro vita possono fecondare più femmine se incontrano un gran numero di potenziali partner oppure sacrificarsi fecondando una sola femmina, ottenendo però come beneficio il risultato che la femmina che li ha divorati produce un maggior numero di uova, grazie all'abbondante pasto e con un contenuto proteico proveniente dal maschio stesso. In sostanza, investe la propria vita aumentando la produzione di uova nella femmina che ha fecondato: la nuova generazione sarà di suoi figli.
Alle nostre latitudini, ogni femmina, in autunno, prima di morire depone le uova fecondate all’interno di un’ooteca, una sorta di astuccio di forma cilindrica che viene fissato su muri e tronchi in luoghi protetti e assolati. Se conoscete la schiuma poliuretanica che si spruzza per sigillare le fessure, potete immaginare un'ooteca di mantide. Appena emessa dalla femmina attraverso particolari ghiandole, ha una consistenza fluida. Il fluido viene lavorato da un movimento ritmico della femmina per renderlo denso e schiumoso. In breve tempo, la schiuma secca e si indurisce assumendo un aspetto spugnoso a lamelle, in grado di proteggere al suo interno circa 300 uova.

Come mangiano il partner
La femmina generalmente divora il maschio subito prima o durante l'accoppiamento. La femmina inizia a consumare il maschio partendo dalla testa: anche questa strategia, benché spaventosa ai nostri occhi è vincente, visto che decapitandolo blocca il ganglio cerebrale che regola i movimenti del partner. In questo modo, si interrompe l’inibizione dei movimenti e così i gangli nervosi addominali, ormai senza freni, amplificano in modo incontrollato i movimenti riproduttivi nel maschio rendendo l’accoppiamento più efficace.
Il cannibalismo è un comportamento diffuso nella maggior parte delle specie di mantide: per esempio, un studio condotto su una popolazione di mantide cinese (Tenodera sinensis) ha rilevato che i maschi costituivano il 63% della dieta delle femmine adulte.
Perché si chiama mantide religiosa: le caratteristiche
Mantis religiosa appartiene ai Mantoidei, un Ordine che conta circa 2000 specie per lo più tropicali o comunque adattate a climi caldi- temperati. Originaria dell’Europa Centro-meridionale, dell’Asia e del Nord Africa, è stata introdotta in Nord America e Canada, e ormai è diffusa ovunque fino ai 50° di latitudine Nord, dove il clima diventa per lei inospitale. Nonostante la sua diffusione, dal 2015, è stata inserita nella Lista Rossa IUCN come specie minacciata benché a rischio minimo. Le mantidi sono insetti assolutamente innocui per l'uomo e per gli animali domestici, non sono velenose e possono essere ottimi alleati persino in casa e in giardino visto che si cibano di insetti.
Sia il nome del genere Mantis, sia quello della specie "M. religiosa", ricordano qualcosa collegato al sacro: la parola Mantis significa profeta. Questi appellativi sono dovuti alla particolare postura degli arti anteriori, che fanno apparire l’animale sempre in un atteggiamento di preghiera. In realtà, si tratta di arti così detti raptatori, perché servono ad afferrare le prede: insetti e a volte addirittura piccoli rettili. Il tratto della tibia e del femore sono particolarmente robusti e muniti di spine e di un uncino terminale per trattenere la preda, durante il pasto.
Il corpo presenta anche un’altra particolarità: la mantide religiosa possiede un singolo organo uditivo, una sorta di “orecchio” posizionato nella porzione ventrale del torace. È un organo molto sensibile, specializzato e capta principalmente gli ultrasuoni tra 25 e 45 kilohertz. È stato osservato che alcune mantidi sono in grado di fare rapide deviazioni in volo se stimolate da impulsi ultrasonici, forse per sfuggire ai pipistrelli insettivori che emettono ultrasuoni.