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Si è appena conclusa la prima stagione di Money Road, andata in onda su Sky e condotta da Fabio Caressa. Più che un semplice reality, il programma è stato un vero e proprio esperimento sociale: dodici sconosciuti chiamati a camminare per dodici giorni nella giungla malese, con un montepremi iniziale di 300.000 euro da dividere tra chi arriverà alla fine. Ma c’è un problema: durante la gara i concorrenti vengono messi alla prova da una serie di tentazioni — comfort temporanei che possono essere comprati usando i soldi del bottino collettivo. A ogni tentazione, quindi, si apre un dilemma per i concorrenti: cedere a un piacere personale a discapito del gruppo o resistere per il bene comune?
La domanda più interessante, però, è un’altra: esiste una strategia “giusta” per vincere in un gioco così? La risposta, come spesso accade, dipende da cosa intendiamo per “vittoria”. Se vogliamo che la nostra immagine pubblica resti intatta e vogliamo restare fedeli ai nostri valori, conviene agire con altruismo e rispetto. Se, invece, ci importa solo di vincere più soldi possibili, possiamo trovare la risposta nella matematica e in particolare nella teoria dei giochi, una branca che studia il comportamento umano, animale e vegetale. La matematica ci dice che se dovremo interagire molto con gli altri concorrenti durante la gara, è meglio essere altruisti. Se invece siamo certi che ci saranno pochissime interazioni e che le nostre scelte non avranno conseguenze, l’egoismo può diventare la scelta più redditizia.
Vediamo come funziona questo gioco, come mai il finale ha causato tanto scalpore e perchè alcune strategie sono matematicamente migliori di altre.
Money Road: cos'è e come funziona il gioco
Money Road – “Ogni tentazione ha un prezzo” è un reality show e un esperimento sociale in cui un gruppo di 12 estranei prova a vincere un montepremi di 300.000 euro camminando per due settimane nella giungla della Malesia, lontano da tutti i comfort. Questo gioco è l’adattamento italiano del programma britannico “Tempting Fortune”, di cui si è da poco conclusa la seconda stagione. In Italia è prodotto da Sky Italia in collaborazione con Blu Yazmine ed è condotto da Fabio Caressa, il famoso giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo italiano.
Lungo il percorso, faticoso ed estenuante, i concorrenti vengono tentati da proposte più o meno allettanti, le “tentazioni” appunto. Queste agevolazioni vanno dalla notte in hotel con l’aria condizionata o una tazzina di caffè dopo giorni di astinenza fino alla scelta di un percorso più breve. Ciascun concorrente può scegliere se accettare o meno di cedere alle tentazioni, ma a pagare è sempre l’intero gruppo, perché il costo viene decurtato via via dal montepremi finale. Quindi, più sono le tentazioni a cui il gruppo cede, minore sarà il jackpot finale da dividere tra chi è arrivato al traguardo. È proprio questo lato del programma a portare alla luce l’aspetto di “esperimento sociale”: cos’è meglio fare? Pensare al proprio bene o a quello collettivo? Dovrei sacrificarmi e non cedere ad una “tentazione” o devo pensare a cosa mi fa stare bene?
Il finale di Monet Road ha acceso le polemiche online
La prima stagione italiana di Money Road si è conclusa il 3 luglio 2025 con un finale che ha scatenato accese polemiche sui social. Nella puntata conclusiva è emersa con forza la tensione tra interesse personale e bene collettivo, quando alcuni concorrenti hanno scelto di massimizzare il proprio guadagno a scapito del bene comune.
Il montepremi residuo, dopo le spese per le tentazioni, era di 174.300 euro da dividere tra i 12 finalisti. Ma anziché una semplice suddivisione, il conduttore ha presentato l’ultima tentazione: un concorrente alla volta, a turno, poteva scegliere se prelevare la propria quota (14.525 euro) o il doppio, privando però così qualcun altro della propria parte di montepremi finale. Una scelta individuale con conseguenze dirette sul gruppo.
I primi partecipanti hanno optato per la condivisione equa prendendo solo la propria parte, ma uno dei concorrenti, Yaser, ha deciso di prelevare il doppio, rompendo l’equilibrio. Poco dopo, anche Grazia – un’altra concorrente – ha fatto lo stesso, escludendo così due concorrenti, Danielle e Alvise, dalla ripartizione finale. Il gesto ha indignato molti spettatori, soprattutto perché il gruppo aveva poco prima deciso di riaccogliere Yaser nel gioco sacrificando 12.000 euro del montepremi. Un atto di fiducia che non è stato ricambiato, che ci fa chiedere se questa sia stata la strategia migliore.
Qual è la strategia migliore in Money Road?
Innanzi tutto, è importante decidere quale sia il proprio obiettivo: vivere l’esperienza al meglio, giocare restando fedeli ai propri valori o tornare a casa con più soldi possibili? Se si punta solo al guadagno, la matematica – e in particolare la teoria dei giochi – può aiutarci a trovare la strategia migliore e può spiegare le azioni dei due giocatori più “egoisti”. Un esperimento degli anni ’80 ha dimostrato che, nelle sfide a lungo termine, in cui i contendenti si incontrano numerose volte, le strategie più efficaci sono quelle che puntano inizialmente alla collaborazione, ma si adattano al comportamento degli altri: si ricambia l’altruismo con altruismo, e l’egoismo con egoismo. Serve quindi lucidità strategica, ma anche la capacità di leggere la personalità di chi si ha di fronte.
Ma se la strategia migliore è l’altruismo, perché due concorrenti hanno deciso di pensare a se stessi nel finale? Questo accade perchè, se siamo assolutamente certi di non vedere mai più la persona che abbiamo davanti e che le nostre azioni non avranno altre conseguenze, la strategia matematicamente migliore diventa l’egoismo. Pensando solo a se stessi nell’ultimo round, potremo stare certi di portare a casa quanti più soldi possibili. Nel caso di Yaser e Grazia, però, non è del tutto vero che le loro azioni non hanno avuto conseguenze. La reazione pubblica è stata molto forte, esponendoli a critiche e giudizi duri, con possibili conseguenze sulla loro vita fuori dal programma.
Alla fine, anche Money Road mostra che la strategia migliore non è né totalmente altruista né completamente individualista, ma un equilibrio tra interesse personale e il bene del gruppo. Perché, a volte, il prezzo di guadagnare un po’ di più è diventare quello che tutti ricordano per i motivi sbagliati.