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14 Maggio 2024
6:00

Perché il pittore Vincent van Gogh si tagliò l’orecchio sinistro?

Nel 1888 Vincent van Gogh si amputò l'orecchio sinistro dalla testa. Al suo risveglio, una settimana dopo, non ricordava nulla. Gli studiosi stanno valutando l'ipotesi che questo “attacco” fosse in realtà la reazione ai sintomi di una malattia di dell'orecchio, la sindrome di Mèniére.

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Perché il pittore Vincent van Gogh si tagliò l’orecchio sinistro?
perche van gogh si taglio un orecchio

L'artista olandese Vincent van Gogh (1853 – 1890) è famoso per molti motivi. Alcuni di questi sono piacevoli, come la bellezza delle sue opere – in primis I girasoli o La notte stellata – oppure la sua capacità di anticipare il gusto dei tempi. Altri meno piacevoli, come il fatto che fece fatica a mantenersi per tutta la vita, che beveva molto e che soffriva di una misteriosa malattia, probabilmente di natura mentale. È abbastanza noto, inoltre, che il 23 dicembre 1888 il pittore si tagliò l'orecchio sinistro, come testimonia anche un suo autoritratto del 1889, che vedete nella copertina di questo articolo. Se vi state chiedendo come mai nel quadro la ferita bendata compaia a destra e non a sinistra, il motivo è perché l'opera fu eseguita davanti a uno specchio.
Ma perché van Gogh si tagliò l'orecchio? Non è facile rispondere, ma dal Museo van Gogh di Amsterdam hanno provato a fare delle ipotesi, ricostruendo la vicenda con tutti i dettagli oggi disponibili. Un'ipotesi possibile è che il gesto fosse una drastica reazione ai sintomi di una malattia, la sindrome di Mèniére, che colpisce l'orecchio e provoca vertigine, nausea e problemi di udito. La storia inizia nell'autunno del 1888, quando Vincent si trovava nella città di Arles, nel Sud della Francia. Lavorava e viveva all'interno della famosa "Casa Gialla", che è anche al centro di un suo dipinto. Insieme a lui, come ospite, c'era anche un altro artista (al tempo già famoso e più anziano di lui), Paul Gauguin. I rapporti tra i due, inizialmente buoni, si deteriorarono in poco tempo.

Immagine
Vincent van Gogh, La casa Gialla, 1888 circa, Van Gogh Museum

La sera del 1888 in cui van Gogh si tagliò l'orecchio

La sera di domenica 23 dicembre 1888, i due artisti avevano litigato della grossa. Fu allora che la misteriosa malattia di van Gogh si manifestò: cominciò ad avere allucinazioni e degli "attacchi" durante i quali perse conoscenza. Durante uno di questi momenti, usò il rasoio per tagliarsi l'orecchio, poi lo incartò e lo consegnò a una donna, probabilmente una prostituta in un bordello poco lontano.

La mattina dopo arrivò la polizia, lo trovò in casa e lo portò in ospedale: un medico chiamato Felix Ray lo visitò, confermando che non restava nulla dell'orecchio attaccato alla testa: c'è persino uno schizzo del medico che riporta la mutilazione. Gauguin mandò subito un telegramma al fratello di Vincent, Theo, che prese il primo treno per stare accanto a lui. Vincent riprese conoscenza solo dopo una settimana di convalescenza: ricordava pochissimo dell'accaduto e non voleva parlare della sua malattia. Quando il fratello gli chiese cosa gli fosse successo, rispose che aveva avuto "un semplice attacco di follia d'artista".

L'ipotesi di una reazione ai sintomi della sindrome di Manière

Purtroppo, questi attacchi e non smisero di presentarsi, e Vincent dovette vivere il resto della vita con la paura che si manifestassero in modo imprevedibile, costituendo un costante pericolo per la sua salute. Questa "febbre mentale o nervosa, o malattia, o follia", come lui stesso provava a definirla, non è stata individuata nemmeno oggi. Secondo uno studio pubblicato nel 1990 su JAMA, rivista scientifica dall'American Medical Association, i sintomi potrebbero essere quelli della sindrome di Ménière, una patologia dell'orecchio che causa vertigine, nausea, problemi di udito e tinnito (cioè una specie di fischio o brusio costante) e per cui ancora oggi non esiste un vero esame diagnostico. Questo spiegherebbe eventualmente le vertigini e la nausea riportate dall'artista in diverse lettere, così come il vomito, l'intolleranza ai rumori e la perdita di udito fino al nistagmo, un movimento incontrollato degli occhi che potrebbe essere stato scambiato per delle allucinazioni.

Che sia questa la causa scatenante della crisi del dicembre 1888? Risposte certe ancora non ce ne sono. Secondo gli esperti, però, il fatto di aver vissuto e lavorato accanto a un artista famoso come Gauguin non ha aiutato, anzi: l'artista olandese sentiva una enorme pressione performativa, e l'idea che il collega e amico potesse andarsene di casa, lasciandolo, deve aver aggravato la cosa. Il nervosismo, il forte consumo d'alcol e la sua malattia probabilmente hanno fatto il resto.

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