Se pensando al cibo degli astronauti nello spazio vi vengono in mente solo alimenti in pillole o tubetti, dovrete ricredervi: la dieta degli astronauti è ricca e bilanciata in base alle loro esigenze metaboliche. Ma c’è un piccolo problema: sulla Stazione Spaziale Internazionale non ci sono fornelli, quindi le modalità di preparazione dei cibi sono diverse da quelle che conosciamo noi.
In questo video, passiamo in rassegna la dieta di un astronauta e vediamo le varie modalità di preparazione dei “cibi spaziali”. Abbiamo persino assaggiato del cibo che è stato mandato sulla Stazione Spaziale Internazionale, ovvero dei fusilli Barilla. Nel video potrete vedere la nostra reaction.
La dieta tipo sulla stazione spaziale internazionale
Di seguito, potete leggere una giornata tipo di dieta di un astronauta, sulla ISS.
- A colazione: cereali, yogurt, biscotti, margarina, succo di mirtillo e una bevanda a scelta tra tè, caffè o cioccolata.
- Per pranzo: crema di broccoli, panzerotto ripieno di carne, un pezzo di pane morbido – quello per hamburger per intenderci – un pezzo di formaggio e, come dolce, un pudding alla vaniglia.
- A cena: pesce con salsa tartara, insalata, fagioli, pane morbido, margarina, mirtilli e una torta tipica americana, che si chiama angel food cake.
Da una veloce lettura, può sembrare un pasto gourmet, ma il problema è che il cibo si presenta in piccole confezioni porzionate, sotto vuoto, in polvere, da reidratare o in scatola. Questo perché sono preparati e conservati in maniera diversa rispetto al cibo che mangiamo normalmente.
Perché gli astronauti non possono cucinarsi normalmente del cibo?
Nel video, spieghiamo i motivi per i quali gli astronauti non possono cucinarsi una normale carbonara, con pecorino e guanciale freschi, come faremmo noi sulla Terra.
Qui, possiamo solo dire che i motivi sono tre: logistici, economici e dietetici. Infatti, sulla ISS può essere pericoloso accendere un fuoco e non ci sono fornelli, quindi il cibo arriva già cotto. Per la conservazione dei cibi, ci sono due piccoli frigoriferi.
Inoltre, per la conservazione degli alimenti, sono disponibili solo due piccoli frigoriferi. Quindi, i cibi devono resistere, fuori dal frigo, mesi e mesi in orbita, finchè non arriva una nuova scorta da terra, il chè avviene all’incirca 8 volte l’anno. Per questo, frutta e verdura fresche sono un lusso.
Ovviamente, sono da evitare i cibi che producono briciole, che fluttuerebbero in giro, rischiando di infilarsi per esempio nei circuiti elettrici.
Pensate che perfino il sale e pepe, vengono forniti in forma liquida.
Nel video, spieghiamo anche come fanno a consumare zuppe e bevande.
Per quanto riguarda i costi, dovete pensare che portare un kg di pancetta nello spazio può costare dai 10.000 ai 20.000 dollari – e quindi bisogna minimizzare il più possibile il peso.
Infine, il terzo motivo è legato alla dieta degli astronauti, che è bilanciatissima e studiata mesi prima della partenza, in base alle loro esigenze metaboliche e ai loro gusti. Hanno un menù fisso di 4 o 6 giorni, che si ripete per la durata dei sei mesi di missione.
Come vengono preparati i “cibi spaziali”?
Insomma, il cibo spaziale rappresenta una vera e propria sfida tecnica e nel corso degli anni sono fatti grandi passi avanti.
Oggi si usano tre principali metodi di preparazione: il cibo reidratabile, quello termostabilizzato e il cosiddetto “cibo con una quantità media di acqua".
Per quanto riguarda il cibo reidratabile, un esempio sono i noodles istantanei. Si tratta di cibi precotti, cui è stata tolta l’acqua, per renderli leggeri e compatti, infine prima di mangiarli si aggiunge nuovamente acqua.
Poi c’è poi il cibo termostabilizzato. Che cos’è la termostabilizzazione? In pratica, il cibo, già cotto e confezionato, viene messo dentro un’autoclave, che è una sorta di pentola a pressione all’interno della quale si raggiungono le alte temperature. Grazie a questo trattamento termico, il cibo può essere conservato a lungo anche fuori dal frigorifero.
Lo stesso metodo viene impiegato per pesce, carne e per alcuni tipi di verdure.
Infine, il “cibo con una percentuale d’acqua media” come ad esempio pesche, pere e albicocche, oppure carne di manzo, a cui viene tolta una ridotta quantità d’acqua e possono essere consumati direttamente.
Non mancano gli snack, come la frutta secca e poi il fatidico bonus food, ovvero un piatto a scelta che ogni astronauta può portare con sé, per il suo benessere mentale.