Durante le competizioni di nuoto capita spesso di vedere gli atleti togliersi la cuffia e scoprirne una seconda sotto. In uno sport dove la vittoria si gioca su centesimi di secondo, ogni minuscolo vantaggio conta. La doppia cuffia serve a garantire la massima idrodinamicità possibile, eliminando le pieghe che creerebbero resistenza, e a fissare saldamente gli occhialini, impedendone lo spostamento in fasi critiche come il tuffo di partenza o le virate. Non a caso, questa soluzione è stata adottata negli anni da campioni come Michael Phelps o Federica Pellegrini, che curavano ogni minimo dettaglio tecnico. Questa scelta, apparentemente banale, nasconde quindi un calcolo scientifico per massimizzare la performance e ridurre ogni potenziale intoppo.
Doppia cuffia e tenuta degli occhialini dei nuotatori: stabilità durante tuffo e virate
Il primo motivo per cui i nuotatori indossano due cuffie è la tenuta degli occhialini. Durante il tuffo l’impatto con l’acqua è molto forte e può spostare gli elastici, causando infiltrazioni d’acqua o la perdita degli occhialini stessi. Per un nuotatore professionista, anche un solo minimo spostamento degli occhialini a inizio gara è un imprevisto che può compromettere l'intera performance.
Per evitarlo, molti atleti indossano una prima cuffia molto aderente, posizionano gli elastici degli occhialini sopra di essa, e poi applicano una seconda cuffia che blocca gli elastici e impedisce movimenti indesiderati. Il doppio strato aumenta quindi la tenuta complessiva e garantisce stabilità in gara.
Come il silicone riduce le pieghe create dal lattice
La doppia cuffia viene scelta per ridurre la resistenza dell’acqua e ottimizzare l’efficienza del movimento. La superficie della testa del nuotatore deve essere il più possibile uniforme e liscia: anche piccole pieghe possono generare turbolenze e rallentare l’avanzamento, aumentando la resistenza di forma.
La prima cuffia, solitamente in lattice, è molto sottile e aderente, e svolge il compito di mantenere fermi capelli e occhialini. Tuttavia tende a formare piccole increspature. La seconda cuffia, in silicone, è più spessa e rigida, e serve a coprire queste irregolarità, creando una superficie più liscia e idrodinamica. Coprendo anche il cinturino elastico degli occhialini —fatto di materiali più ruvidi che aumentano l’attrito con l’acqua — la cuffia esterna contribuisce ulteriormente a mantenere un profilo più uniforme, eliminando un’ulteriore potenziale fonte di resistenza.
Studi sull’idrodinamica mostrano che una superficie perfettamente liscia può ridurre la resistenza in acqua (passive drag) di circa il 5%, evidenziando quanto anche piccole irregolarità possano influire sull’efficienza del movimento.
Inoltre la seconda cuffia svolge anche una funzione cruciale di riserva nel caso in cui la cuffia dovesse sfilarsi completamente. L’utilità di questo “margine di sicurezza” è stata evidenziata alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove la perdita di una cuffia dell'americana Emma Weber ha richiesto l'interruzione della gara per la sua rimozione dal fondo vasca.
In una gara in cui un battito di ciglia può significare la differenza tra oro e argento, l'insieme di questi piccoli accorgimenti si traduce in un vantaggio competitivo. È la dimostrazione che, nel nuoto, la cura per i dettagli tecnici è importante quanto l'allenamento in vasca.
