
Ogni giorno in Italia più di 40 ciclisti restano coinvolti in un incidente stradale. Gli incidenti che coinvolgono biciclette rappresentano il 10% del totale degli incidenti stradali, ma in numeri assoluti, questo significa oltre 164 mila incidenti in dieci anni, con più di 3000 morti e oltre 150 mila feriti, di cui 17 mila gravi solo nel 2023.
Queste statistiche provengono da un recente studio del CRAFT – Competence Centre on Anti-Fragile Territories del Politecnico di Milano, basato sui micro-dati ISTAT, che ha pubblicato la più completa mappatura mai realizzata sull’incidentalità ciclistica in Italia dal 2014 al 2023, includendo ogni tipo di bicicletta, dalle muscolari alle e-bike.
Ciclisti vittime di incidenti stradali nel 2025: i numeri
La bicicletta è il simbolo della mobilità sostenibile: non inquina, fa bene alla salute e riduce il traffico. Ma, solo nel 2023, in Italia sono avvenuti oltre 16 mila incidenti che hanno coinvolto ciclisti: in media 45 al giorno.
Le statistiche raccontano anche un’altra verità scomoda: pedalare in Italia può essere non solo molto pericoloso, ma a volte persino letale. Nei primi nove mesi del 2025, secondo l’Osservatorio Ciclisti ASAPS-SAPIDATA, sono già morti 175 ciclisti, contro i 156 dello stesso periodo 2024: un aumento del 12,2%.
Dove e quando avvengono più incidenti: mappatura per regione
Non tutti gli incidenti in bici sono uguali: circa 3 su 4 avvengono in città, ma quasi la metà delle vittime perde la vita su strade extraurbane, dove le velocità sono più alte e mancano protezioni.
Guardano i numeri assoluti, la Lombardia è la regione in cui avvengono sia più incidenti sia più decessi. Nel solo comune di Milano, dal 2014 al 2023 sono avvenuti più di 10 mila incidenti. Seguono Emilia-Romagna, Veneto e Toscana: insieme, queste quattro regioni totalizzano quasi il 70% degli incidenti ciclistici in Italia.

Le regioni dove si usa di più la bici (Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia) sono anche quelle con il tasso più alto di incidenti. Tuttavia, il Friuli-Venezia Giulia risulta più sicuro della Lombardia, probabilmente grazie ad una migliore rete ciclabile e a una segnaletica più efficiente.
Questo divario diventa poi ancora più netto se scendiamo a livello provinciale. Più di un cittadino su dieci usa la bici a Ferrara, Ravenna, Bolzano, Cremona e Rovigo ma il tasso più alto di incidenti si è registrato a Forlì-Cesena, seguita da Ravenna e Rimini.
La maggior parte degli incidenti avviene scontrandosi con auto (68%), mezzi pesanti o moto (11%): segno che la convivenza bici e veicoli a motore è ancora un punto critico. Gli incidenti più frequenti sono infatti causati da urti frontali e/o laterali, spesso agli incroci o nelle rotatorie, oppure per tamponamento o urto con un veicolo che si sta fermando. Le cadute autonome e gli incidenti per sbandamento o uscita di strada restano invece minoritari.
Il problema non è però né il maltempo né le strade tortuose: la maggioranza degli incidenti si è verificata su tratti rettilinei, con meteo sereno e fondo stradale asciutto. E neanche la stagionalità, abbastanza stabile nel tempo: il numero di incidenti oscilla tra circa il 9% in inverno a l’11% in estate.
I momenti più pericolosi della settimana sono il sabato mattina tra le 10 e le 12 e il tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando il traffico è più inteso.
Gli uomini sono i più coinvolti in incidenti ciclistici
In tutte le fasce di età, gli uomini sono i più coinvolti negli incidenti in bicicletta.
La quota maggiore di feriti si concentra tra i 30 e i 44 anni, ma andare in bici può anche costare la vita e la metà dei decessi riguarda i ciclisti over 65.

Il dato sugli over65 racconta di una generazione che ha riscoperto la bicicletta in pensione, ma che paga il prezzo di essere la più vulnerabile, sia per fattori fisici (maggiori tempi di reazione) sia per la mancanza di infrastrutture realmente pensate per le due ruote e separate dai veicoli a motore.