
Nel 2024 quasi il 7% dei nuovi nati in Italia hanno acquisito il doppio cognome dai propri genitori, una cifra quasi triplicata dal 2020. Ce lo dice l’ultimo report Istat su Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2024, dove viene riportato che la quota di nati con doppio cognome ha raggiunto quasi il 7% del totale, in aumento di oltre quattro punti percentuali rispetto al 2020 quando si fermava al 2%.
Per secoli, in Italia, la regola è stata una sola: il cognome del padre. Un automatismo radicato non solo nella cultura ma anche nel diritto fino al 2016, quando la Corte costituzionale ha stabilito che attribuire automaticamente solo il cognome paterno è “discriminatorio e lesivo dell’identità del figlio”. Da allora, i genitori possono scegliere: cognome del padre, della madre o entrambi, nell’ordine che preferiscono. Nel 2024 quasi sette bambini su cento nati in Italia portano il doppio cognome, quello del padre e quello della madre. Questa scelta non è però omogenea sul territorio.
I dati Istat ci dicono che la scelta del doppio cognome ha ormai superato l’8% dei dati nel Nord e Centro Italia mentre il Mezzogiorno si ferma al 6%. Questa differenza riflette anche la varietà culturale e sociale del Paese.
I nati da coppie miste o con almeno un genitore straniero hanno, ad esempio, molte più probabilità di ricevere il doppio cognome. In particolare, la probabilità più alta è tra i bambini nati da madre italiana e padre straniero. Ma anche qui il quadro è variegato: tra le coppie straniere e miste, quelle di origine latina (Spagna, Portogallo, America Centrale e Meridionale), quasi 9 su 10 scelgono il doppio cognome. In molti Stati di lingua spagnola e portoghese, infatti, il doppio cognome è la regola, non l’eccezione. Un’abitudine che questi genitori portano con sé anche quando si trasferiscono in Italia, contribuendo così alla diffusione della pratica.
C’è poi un altro dato interessante: il doppio cognome è molto più frequente tra i primogeniti. Nel 2024 riguarda il 9,2% dei primi figli, contro il 4,7% dei secondi e appena il 3% dei terzi o successivi. Questa differenza è probabilmente dovuta al fatto che chi diventa genitore per la prima volta ha l’occasione di fare una scelta omogena poi per tutti i figli. Chi invece ha già altri figli, nati prima della sentenza o quando la pratica non era ancora diffusa, può tendere maggiormente e a mantenere la coerenza familiare dello stesso cognome per tutti.
Un altro elemento che emerge dai dati è la differenza tra coppie coniugate e non coniugate. Nel 2024, solo il 5,3% dei figli di coppie sposate riceve il doppio cognome. Tra le coppie non sposate, invece, la quota sale all’8,5%. Le coppie che scelgono di non sposarsi spesso sono anche quelle più propense a rimettere in discussione schemi tradizionali, non solo nella forma giuridica del legame, ma anche nei simboli familiari.
Qualunque sia il contesto di provenienza, decidere di attribuire il doppio cognome è una scelta che modificherà anche l’approccio ai cognomi delle prossime generazioni. La normativa, infatti, prevede che i genitori possano scegliere quale dei loro cognomi trasmettere, uno solo per ciascuno, per evitare un effetto “cognome infinito”.