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4 Settembre 2025
7:00

William Shakespeare era in realtà una donna di nome Emilia Bassano? Le origini della teoria

La giornalista americana Elizabeth Winkler ha unito diversi studi sull'effettiva paternità delle opere di William Shakespeare, ipotizzando che la vera autrice delle sue opere sia una poetessa inglese di origini italiane.

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William Shakespeare era in realtà una donna di nome Emilia Bassano? Le origini della teoria
emilia bassano
Possibile ritratto di Emilia Bassano; credits: Nicholas Hilliard, Public domain, via Wikimedia Commons.

E se dietro il più grande autore di opere teatrali inglese, William Shakespeare ci fosse in realtà una poetessa inglese di origini venete, Emilia Bassano? Questa è l’ipotesi di Elizabeth Winkler, critica americana, che nel giugno 2019 ha pubblicato un articolo sulla rivista The Atlantic, intitolato Was Shakespeare a Woman? e poi un libro sulla stessa questione. A sostegno della tesi, il fatto che le eroine shakespeariane siano molte di più degli eroi uomini, e rappresentate con un'intensità e una veridicità davvero impressionante, come solo una donna saprebbe fare. È possibile, ma non certo, che le vite di Emilia e William si siano incrociate, tanto che alcune fonti ipotizzano invece che lei non sia "la vera autrice", ma abbia ispirato i componimenti del Bardo, e che sia la Dark Lady cantata nei Sonetti.

Chi potrebbe essere stato Shakespeare e chi era Emilia Bassano

Emilia Bassano nasce a Londra, figlia di musicisti e artigiani costruttori di strumenti musicali di origine veneta: il suo cognome, infatti, deriva da Bassano del Grappa. Il padre e gli zii di Emilia, la cui fama è arrivata in Inghilterra, vengono invitati alla corte della regina Elisabetta I per unirsi al complesso musicale di flauti, archi e ottoni che suonava al cospetto del re. Ma il padre muore quando Emilia è piccola, e viene quindi cresciuta dalla dama di corte Susan Bertie, la Contessa del Kent, che cura moltissimo la sua educazione, e le impartisce una formazione umanistica, musicale e artistica molto raffinata. Emilia cresce a corte, e diventa amante di Lord Henry Carey, barone di Hudson, cugino della regina, Gran Ciambellano del regno e impresario della compagnia teatrale The Chamberlain’s Players, le cui opere sono scritte proprio da William Shakespeare. In questa occasione, si ipotizza che Emilia sia diventata l'amante del drammaturgo. Inoltre, le fonti biografiche della donna riportano che, rimasta incinta, abbia poi sposato suo cugino, Alfonso Lanier. Nel 1611, Emilia pubblica la raccolta Salve Deus Rex Judaeorum, dove rilegge alcuni passi biblici focalizzando la sua attenzione sul ruolo della donna, e insiste per essere riconosciuta con il titolo di “poetessa”, che però non veniva conferito in via ufficiale alle donne.

Perché si pensa che Shakespeare possa essere stato una donna di nome Emilia Bassano

Gli indizi che collegano Emilia Bassano alla produzione di Shakespeare sono molti e partono da un fatto semplice: le lacune biografiche del Bardo sulla reale scrittura delle opere sono enormi. William ambienta numerosi testi in Italia, senza averci mai messo piede; Emilia neppure, ma la sua famiglia è italiana e lei cresce a corte, ricevendo un’educazione raffinata che emerge nei suoi versi. Nei drammi shakespeariani, poi, le figure femminili hanno una profondità insolita per l’epoca: non sono comparse passive, ma donne che sfidano padri e mariti, si travestono da uomini, guidano eserciti, ingannano, uccidono e inseguono la libertà. Non a caso, il critico John Ruskin scrisse: «Shakespeare non ha eroi, ha solo eroine». Ma nell’Inghilterra elisabettiana il contributo delle donne era tenuto in ombra: ufficialmente non scrivevano, eppure erano mecenati, azioniste di compagnie teatrali, persino addette alla biglietteria. Nel ‘500 oltre l’80% delle opere teatrali era anonimo: possibile che dietro quell’anonimato si celassero anche autrici, come Emilia? Lo studioso John Hudson sostiene che Bassano abbia lasciato indizi nei testi: personaggi chiamati Emilia in Otello, Bassanio nel Mercante di Venezia, Aemilius e Bassianus in Tito Andronico. È solo un’ipotesi, certo, ma a darle forza sono voci autorevoli: l’ex direttore del Globe Theater e il professore di Yale David Scott Kastan invitano entrambi a studiare la sua vita e la sua opera per comprendere meglio il mistero di Shakespeare, qualunque sia stata la verità.

I dubbi sulla reale paternità delle opere di Shakespeare

Non è una provocazione recente: da secoli critici, studiosi e persino artisti si chiedono se dietro le opere di Shakespeare ci fosse davvero quel William di Stratford Upon Avon. Le biografie lo raccontano come attore, impresario e persino strozzino, ma mai come scrittore: un dettaglio che alimenta i dubbi. Da Freud a Chaplin, da Henry James a Walt Whitman, molti hanno ipotizzato che dietro al “Bardo” potessero celarsi figure come Christopher Marlowe, Francis Bacon, il conte di Oxford Edward De Vere, o addirittura l’italiano Michelangelo Florio. Eppure, nessuno di loro aveva ragione di nascondere la propria identità. Diverso il caso di Emilia Bassano: poetessa colta e ribelle, poteva pubblicare versi ma non scrivere per il teatro, proibito alle donne. Se fosse lei l’autrice nascosta, avrebbe avuto tutte le ragioni per rimanere nell’ombra.

Fonti
The Atlantic Shakespeare Birthplace Trust Enciclopedia delle Donne The NY Times Poetry Foundation
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