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15 Ottobre 2025
9:00

Thomas Sankara e il suo mito: cosa ha fatto l’ex presidente del Burkina Faso

Thomas Sankara (1949-1987), presidente del Burkina Faso dal 1983, attuò riforme sociali, lotta alla corruzione e politiche anticolonialiste, cambiando il nome del Paese in “Terra degli uomini integri”. Ucciso nel 1987 da Blaise Compaoré, il rivoluzionario burkinabé è oggi simbolo di libertà e indipendenza africana.

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Thomas Sankara e il suo mito: cosa ha fatto l’ex presidente del Burkina Faso
Sankara copertina

Thomas Isidore Noël Sankara, nato a Yako nel 1949 e ucciso a Ouagadougou nel 1987, è stato un militare e politico del Burkina Faso, presidente dal 1983 alla morte. Dopo aver intrapreso la carriera militare, ascese al potere con un colpo di stato: negli anni della presidenza promosse importanti riforme sociali e, in politica estera, fu fautore di un approccio anticolonialista. Cambiò inoltre il nome dello Stato da Alto Volta a Burkina Faso. Fu assassinato dal suo ex compagno e futuro presidente Blaise Compaoré nel 1987. Nonostante il tentativo di damnatio memoriae promosso da Compaoré, Sankara è ancora molto popolare in patria e all’estero.

Nascita e gioventù di Thomas Sankara

Thomas Isidore Noël Sankara nacque a Yako, una cittadina dell’allora colonia francese dell’Alto Volta, il 21 dicembre 1949. Nel 1960, quando aveva 11 anni, l’Alto Volta ottenne l’indipendenza. Il Paese, però, si trovava in una condizione molto difficile: era uno degli Stati più poveri al mondo e doveva affrontare una costante instabilità politica, accesi conflitti interetnici e frequenti colpi di Stato.

Mappa del Burkina Faso (Wikimedia Commons)
Mappa del Burkina Faso; via Wikimedia Commons

Sankara apparteneva a una famiglia cattolica ma, dopo aver frequentato le scuole, rifiutò la proposta dei genitori che avrebbero voluto che si facesse prete, e tentò di iscriversi alla facoltà di medicina. Fallito il proposito, scelse la carriera militare e nel 1967, quando aveva 18 anni, entrò nell’esercito. Tra il 1971 e il 1972 seguì un corso di addestramento in Madagascar. Rientrato in patria, partecipò a una guerra con il Mali per il controllo di una porzione di territorio al confine tra i due Stati. Sin da giovane maturò convinzioni politiche antimperialiste e marxiste, ritenendo che il colonialismo, nelle sue diverse forme, fosse la principale causa dei mali dell’Africa, e sviluppando una forte attenzione per le condizioni delle fasce più povere della popolazione

Dall’Alto Volta al Burkina Faso: cosa ha fatto Thomas Sankara

Con il passare degli anni Sankara fece carriera e nel 1976 fu nominato comandante di un centro di addestramento militare. Non abbandonò però le sue idee e alcuni anni dopo formò con altri ufficiali il "Regroupement des Officiers Communistes" (Gruppo degli Ufficiali Comunisti), che intendeva contrastare la presidenza di Saye Zerbo, asceso al potere nel 1980 con un colpo di stato. Tra gli altri fondatori del Regroupement figurava il futuro presidente Blaise Compaoré.

Compaoré nel 2014
Compaoré nel 2014

Sankara era una figura popolare e Zerbo cercò di cooptarlo nel suo entourage, nominandolo nel settembre del 1981 ministro dell’informazione. Il giovane militare accettò, ma si trovò presto in disaccordo con le politiche del governo, poco attente, a suo avviso, alle esigenze dei cittadini. Inoltre, non amava lo stile di vita sfarzoso dei suoi colleghi, preferendo la semplicità. Per fare un esempio, si spostava in bicicletta e non con le auto di lusso come gli altri ministri. Per queste ragioni, nell’aprile del 1982 rassegnò le dimissioni. In novembre, un nuovo colpo di stato scosse l’Alto Volta: ascese alla presidenza Jean-Baptiste Ouédraogo, che scelse come suo primo ministro proprio Sankara. Il giovane ufficiale, però, entrò in contrasto anche con Ouédraogo, che non era disposto a promuovere estese riforme sociali, e fu per questo costretto a dimettersi e incarcerato. L’arresto spinse Compaoré a organizzare un nuovo colpo di stato, realizzato nell’agosto del 1983, in seguito al quale Sankara, scarcerato, assunse la carica di presidente dell’Alto Volta.

Dall’Alto Volta al Burkina Faso: la presidenza di Sankara

Thomas Sankara fu nominato presidente il 4 agosto 1983. Esattamente un anno dopo, il 4 agosto 1984, cambiò il nome dello Stato, che divenne Burkina Faso, cioè Terra degli uomini integri. Cambiò inoltre la bandiera e l’inno, che scrisse personalmente.

La bandiera scelta da Sankara per il Burkina Faso
La bandiera scelta da Sankara per il Burkina Faso

La presidenza di Sankara si caratterizzò per le riforme e per l’approccio antiimperialista, ispirato da figure come Fidel Castro e Che Guevara. Sankara espose il suo programma nel Discorso di orientamento politico, tenuto nell’ottobre del 1983 a Ouagadougou, la capitale del Paese, e battezzò il suo sistema di potere Rivoluzione democratica e popolare.

Negli anni della presidenza cercò di ridurre la spesa pubblica, tagliando i privilegi della classe dirigente, e di abbassare i prezzi dei principali beni di consumo, come la carne, per permettere a tutti gli abitanti del Paese di poterne disporre. Fu inoltre uno dei primi leader politici africani a rendersi conto dei pericoli dell’AIDS e investì grandi risorse in ambito sanitario, consentendo la vaccinazione contro le malattie infettive di milioni di cittadini. Mise in essere anche un vasto programma di edilizia pubblica, grazie al quale furono costruite scuole, ospedali, campi sportivi e altre strutture. Condusse inoltre una breve guerra contro il Mali tra il 25 e il 30 dicembre 1985, nota come la guerra di Natale, per il controllo di una porzione di territorio.

Sankara nel 1984
Sankara nel 1984; via Wikimedia Commons

In politica estera, si schierò con decisione contro ogni forma di neocolonialismo e prese posizione contro il debito estero: in un celebre discorso tenuto nel 1987 ad Addis Abeba (Etiopia) all’Organizzazione dell’unità africana, affermò che i debiti contratti dal Burkina Faso e da altri Paesi del sud del mondo con il mondo industrializzato fossero dovuti al colonialismo e non dovessero perciò essere pagati.

Posizioni politiche così nette fecero sì che Sankara, insieme a tanti sostenitori, avesse anche molti nemici, sia all’interno del Burkina Faso, sia all’estero. In particolare, il presidente si alienò le simpatie della Francia, guidata dal presidente François Mitterand, che continuava a esercitare influenza sulle sue ex colonie. Si attirò critiche anche per lo scarso rispetto dei diritti umani per la gestione autoritaria del potere, che comportava l’arresto e la detenzione di molti oppositori. La maggior parte della popolazione burkinabé, però, apprezzava il suo operato.

La morte per assassinio dell’ex presidente del Burkina Faso e il suo mito

Sankara fu ucciso il 15 ottobre 1987 dal suo ex amico e compagno Blaise Compaoré. Sulle dinamiche dell’omicidio esistono versioni discordanti. La più diffusa vuole che, nel corso di un’accesa discussione, Compaoré abbia estratto la pistola e sparato due colpi a Sankara. Compaoré ha però negato questa versione, sostenendo di aver sparato per errore al presidente o, in altre occasioni, di non essere stato autore dell’omicidio. Un’altra versione, effettivamente, vuole che Sankara sia stato ucciso da miliziani fedeli a Compaoré mentre era in auto. Quel che è certo è che, dopo la morte del presidente, Compaoré ascese al potere e vi restò per quasi trent’anni, fino al 2014, quando le proteste della popolazione lo costrinsero a dimettersi e a rifugiarsi all’estero. Negli anni della presidenza, Compaoré ha fatto tutti gli sforzi possibili per far dimenticare Sankara, ma non è riuscito a cancellarne la popolarità. Sankara è infatti una figura apprezzata sia in Burkina Faso, sia all’estero ed è considerato un simbolo della lotta per la libertà dei popoli e l’indipendenza dell’Africa.

Eventi recenti dimostrano come in Burkina Faso l’ex presidente sia ancora popolare: nel 2021 tribunale ha condannato Compaoré in contumacia per l’omicidio del suo predecessore e l’attuale presidente, Ibrahim Traoré, dichiara esplicitamente di ispirarsi alle politiche di Sankara.

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