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episodio 5

Crisi dei microchip: cosa sta succedendo? E qual è il ruolo di Taiwan?

A causa della mancanza di microchip, le principali case automobilistiche e le grandi aziende che producono dispositivi elettronici ed elettrodomestici sono obbligate a un calo sostanziale della produzione. Andiamo a sintetizzare i motivi della crisi, a scoprirne gli effetti e a capire cosa c'entra in tutto questo Taiwan.

12 Novembre 2021
19:15
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Crisi dei microchip: cosa sta succedendo? E qual è il ruolo di Taiwan?
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A cosa è dovuta la carenza di microchip? E quando finirà? Qual è il ruolo di Taiwan e quali sono le ricadute della crisi sulla nostra vita quotidiana, a partire dalle difficoltà dell'automotive? A queste e altre domande proviamo a rispondere nel video che vedete in testa alla pagina.
D'altra parte, la mancanza di microchip, chiamati sui media anche "semiconduttori" (perché semiconduttori sono i materiali che li costituiscono, come il silicio), e il conseguente calo produttivo delle case automobilistiche e delle multinazionali che realizzano dispositivi elettronici ed elettrodomestici, sono qualcosa con cui dovremo convivere per un po' – fino al 2023 secondo alcuni esperti.

Inquadriamo qui la situazione e rimandiamo al video per gli approfondimenti sulla crisi dei microchip.

Molti di voi se ne saranno accorti o ne avranno vissuto gli effetti: numerose case automobilistiche hanno diminuito drasticamente la produzione, le nuove console per videogiochi e le nuove schede grafiche per PC si trovano con difficoltà, le aziende di elettrodomestici non riescono a soddisfare appieno la domanda di prodotti e anche le multinazionali che producono dispositivi tecnologici, come smartphone e tablet, non riescono a stare dietro alle richieste dei consumatori. Ecco, tutto questo si deve alla carenza di microchip – i cosiddetti "circuiti integrati" – i costituenti fondamentali di qualsiasi bene o prodotto recente che contenga dell'elettronica: telefoni, computer, automobili, elettrodomestici, robot, satelliti, sistemi missilistici… Una lista completa sarebbe davvero lunga.

Ecco, dovete sapere che il 70% delle fonderie e il 50% degli impianti di assemblaggio-test-confezionamento dei microchip del mondo si trovano a Taiwan e in particolare sono prodotti dalla TSMC – la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company – che, da sola, vale attualmente il 54% del mercato mondiale di produzione dei microchip in termini di valore e ha tra i suoi partner colossi come Apple, Tesla, Intel, Volkswagen, Ford, Toyota e Alibaba. In seconda posizione abbiamo la Corea del sud, soprattutto attraverso Samsung Electronics.

E quindi perché mancano i microchip?
Tutto parte da un brusco rallentamento della produzione dovuto a numerosi fattori: per cominciare, sono state stimate al ribasso le vendite di automobili e prodotti elettronici nel periodo pandemico, laddove invece si è verificato un aumento della domanda. La filiera produttiva, poi – spezzettata oggigiorno in tanti passaggi e suddivisa tra aziende e Paesi diversi – è entrata in grande difficoltà: il rispetto delle misure di sicurezza e contenimento anti-Covid ha infatti bloccato o rallentato i commerci, gli spostamenti, lo stesso funzionamento degli impianti, senza contare la mancanza di scorte di microchip nei magazzini delle aziende acquirenti. Soprattutto le case automobilistiche, infatti, lavorano secondo la formula “just in time”.

In un quadro già critico come quello che abbiamo appena dipinto, si è verificata un’altra serie di condizioni sfavorevoli. Anzitutto, Taiwan ha recentemente vissuto la peggiore siccità degli ultimi decenni (e l'acqua è necessaria per la lavorazione dei semiconduttori) e si sono verificati alcuni incidenti e problemi in importanti fabbriche giapponesi e americane inserite nella filiera. Infine, la crisi risente anche della “guerra commerciale” tra Cina e Stati Uniti.

Nell’attesa che la situazione torni progressivamente alla normalità le aziende coinvolte e i principali Stati del mondo stanno cercando di correre ai ripari per evitare che una simile situazione possa ripresentarsi in futuro, ma il processo è dispendioso e richiede tempo per realizzarsi.

Se vi interessano maggiori informazioni non perdetevi il video!

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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