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Dentro al termovalorizzatore: ecco come si produce energia dai rifiuti indifferenziati

Grazie ai termovalorizzatori è possibile ricavare energia e calore dalla combustione dei rifiuti. Ma cosa accade in questi impianti? Per rispondere a questa domanda ne abbiamo osservato uno direttamente dall’interno.

17 Gennaio 2023
18:30
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Dentro al termovalorizzatore: ecco come si produce energia dai rifiuti indifferenziati
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Sempre più spesso si sente parlare di termovalorizzatori, impianti che – a differenza degli inceneritori, che bruciano semplicemente rifiuti residui – hanno dei sistemi di recupero del calore derivante dalla combustione. Abbiamo deciso di andare all’interno di un termovalorizzatore, quello di TRM del Gruppo Iren, per osservare cosa accade, in che modo viene prodotta energia dai rifiuti e, soprattutto, capire che fine fanno gli scarti.

Cosa succede in un termovalorizzatore

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Il primo passaggio è l’arrivo dei camion con i rifiuti presso l’impianto – solitamente indifferenziato di origine urbana – che viene sottoposto a controllo radiometrico prima di essere scaricato all’interno di una fossa. In quest’ultima, una speciale gru (la “benna a polipo”), dopo aver mischiato i rifiuti, li preleva e li fa cadere in una delle tramogge di carico che li porta su una delle griglie inclinate dove verranno bruciati.

Le temperature all’interno dei forni sono comprese tra gli 850 e 1200 °C e i residui dalla combustione che vengono raccolti sotto ciascuna griglia prendono il nome di ceneri pesanti; i fumi, invece, vengono convogliati in un’apposita caldaia. Da ciascuna caldaia una parte del calore viene utilizzata per ottenere vapore che aziona la turbina. Questa è collegata ad un alternatore all’interno del quale si produce energia elettrica sufficiente a fornire elettricità. Un ulteriore flusso di vapore consente di produrre calore per teleriscaldamento, in un‘ottica di piena economia circolare.

I fumi, una volta rilasciato gran parte del loro calore, vengono trattati in un percorso composta da in diversi stadi per eliminare le sostanze inquinanti in essi contenute e rispettare i parametri previsti dalla legge; i rifiuti residui invece vengono inviati ad appositi impianti per il loro trattamento e successivo recupero o smaltimento, a seconda della tipologia.

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Per affrontare l’argomento “termovalorizzatori sì o no" è necessario quindi essere analitici e avere una visione a 360°: le nostre società oggi, infatti, producono rifiuti e al momento è impossibile riciclarli al 100%. La parte non riciclata può andare solamente in discarica o in un termovalorizzatore, con la differenza che nel secondo caso non solo possiamo ridurre il volume dello scarto finale ma possiamo anche ricavarne energia e calore.

Ad oggi, dal punto di vista tecnologico non ci sono alternative più valide. La vera alternativa sarebbe raggiungere una percentuale di riciclo totale, ma la realtà dimostra, almeno per ora, che è un pensiero che trova spazio solo nel mondo ideale. Non c’è dubbio che molto dipende da noi cittadini e dal nostro impegno quotidiano nel fare bene la raccolta differenziata.

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