
Una voragine di circa 50 metri di profondità si è aperta davanti al Vajira Hospital di Bangkok, in Thailandia, risucchiando veicoli, danneggiando condotte e sottoservizi, e mettendo a nudo le fondazioni di alcuni edifici prospicienti, fortunatamente senza provocare vittime. In base alle informazioni disponibili, l’evento sarebbe riconducibile a un effetto combinato tra lo scavo di una galleria a pochi metri di distanza (futura Vajira Station della MRT Purple Line) e il danneggiamento di una condotta idrica in profondità, che potrebbe aver accelerato — o innescato — l’instabilità del terreno. Sul web sono stati diffusi vari video dell'accaduto, come ben visibile dal seguente post di X:
La sequenza degli eventi
Il collasso si è verificato in prossimità del cantiere della futura Vajira Station, accanto all’ospedale. Le testimonianze e i filmati diffusi localmente consentono di ricostruire la seguente dinamica: apertura della cavità intorno alle 7:13 (ora locale), seguita da un ampliamento progressivo per alcune decine di minuti. Le stime preliminari indicano una profondità dell’ordine di decine di metri (si parla di circa 50 m). Dopo la fase più intensa, la situazione è andata verso una stabilizzazione, che pare sia tuttora confermata.
Le possibili cause dell'enorme voragine: perché le strade crollano
Non si dispone attualmente di dichiarazioni ufficiali in merito alle cause scatenanti il crollo. Tuttavia, in assenza di un comunicato tecnico definitivo, può essere utile distinguere le cause probabili e i possibili effetti di ulteriori concause:
Effetti dello scavo in sotterraneo
Lo scavo di un tunnel nelle vicinanze ha certamente influenzato la risposta del terreno in adiacenza. La realizzazione di una galleria modifica lo stato tensionale del terreno attorno al fronte di scavo. Al piano campagna questo si manifesta, nei casi più gravi, con una vistosa distribuzione di cedimenti nota come bacino di subsidenza: rappresenta la configurazione del terreno a valle della deformazione indotta dallo scavo, appunto i cedimenti. Questo è massimo in asse al tunnel e decresce lateralmente, fino a dissiparsi allontanandosi a sufficienza. Se le condizioni di sostegno, le pressioni al fronte o la risposta meccanica dei terreni – che sono spesso eterogenei e non perfettamente noti prima che si realizzi lo scavo vero e proprio – risultano sfavorevoli, la zona perturbata può propagarsi, amplificarsi e innescare localmente il collasso dello scheletro granulare, con anche formazione di vuoti che possono risalire verso la superficie.
Ruolo dell’acqua
La presenza d’acqua può ridurre in questi casi le resistenze del terreno e favorire fenomeni di erosione interna. In questo contesto in cui ci troviamo, possono essere plausibili due scenari, che riguardano i sottoservizi presenti nel terreno a quote sottoposte rispetto al piano stradale:
- Le condotte presenti possono essere danneggiate come conseguenza del cedimento indotto dallo scavo: l’acqua che si riversa nella cavità già in essere può amplificare e accelerare l’evoluzione del collasso.
- Le condotte presenti si danneggiano, ad esempio perché usurate, e diventano causa/innesco.
In entrambi i casi, uno sversamento prolungato di acqua introduce volumi di fluido anomali nel sottosuolo che possono generare fenomeni di erosione interna (si verificano quando l'acqua trascina le particelle fini) e/o riduzione della componente attritiva tra le particelle solide. In entrambi i casi, di riflesso si ha conseguentemente una riduzione di capacità portante del terreno. Nel caso in esame, il materiale grafico che circola in rete mostra acqua fuoriuscire da una condotta nella zona già collassata. Questo sversamento poi precede un successivo ed importante cedimento del fondo del foro, già presente: l’ipotesi più realistica è quindi che l’acqua abbia aggravato un equilibrio già compromesso dagli scavi.
Cosa accade ai fabbricati vicini
Le immagini mostrano pali di fondazione esposti sotto alcuni edifici, indice di una perdita di supporto localizzato sotto al fabbricato. La presenza di pali, cioè fondazioni profonde, suggerisce che i terreni superficiali abbiano modeste capacità portanti, motivo per cui il progetto ha previsto l'adozione di una fondazione profonda. L’esposizione dei pali non implica necessariamente danni strutturali o crolli imminenti: se il cedimento non si propaga all’impronta dell’edificio, l’opera può essere ancora sicura, soprattutto se i pali lavorano principalmente di punta, cioè su strati in profondità. Detto ciò, è comunque buona pratica attivare monitoraggi tramite sensoristica (livellazioni di precisione, inclinometri, fessurimetri, piezometri), svolgere ispezioni post-evento specifiche per saggiare lo stato di sicurezza e scongiurare eventuali crolli aggiuntivi.