
Sabato 30 luglio alle ore 16:30 circa (ora locale) si è aperta una voragine nel territorio della miniera sotterranea di Alcaparrosa, in Cile, a circa 665 km a nord della capitale Santiago. Si tratta di un sinkhole, cioè uno sprofondamento improvviso del terreno causato da un collasso dei livelli rocciosi più superficiali.
Questa enorme cavità cilena è al momento tenuta sotto stretta osservazione dall'ente nazionale per la geologia e le miniere (Sernageomin) per monitorare eventuali allargamenti: il suo diametro sarebbe infatti passato in pochi giorni dagli iniziali 25 metri agli attuali 32 metri. Restano invece da definire con precisione i dati in merito alla sua profondità: inizialmente si parlava di 200 metri ma un comunicato stampa pubblicato dallo stesso ente nazionale il 2 agosto riporta un valore pari a circa 64 metri.
Per garantire la sicurezza dell'area è stato isolato un perimetro di 100 metri attorno al sinkhole e, a tal proposito, queste le parole della compagnia mineraria Lundin Mining:
Da quando è stato individuato [il sinkhole], l'area è stata immediatamente isolata e sono state avvisate le autorità di regolamentazione. Non c'è stato impatto sul personale, sull'equipaggiamento o sulle infrastrutture.
Ma come si formano i sinkhole?
In generale, come confermato anche dall'INGV, possiamo dire che queste strutture circolari prendono vita in seguito al crollo di cavità carsiche o, eventualmente, di altri ambienti con caratteristiche simili – cioè dove è presente un substrato ricco di cavità a rischio crollo. Le sollecitazioni che possono innescare questo collasso sono di vario tipo: l'erosione da parte di acqua nel sottosuolo, le violente vibrazioni associate a un terremoto o ad attività antropiche come l'estrazione mineraria.
L'attività mineraria della zona potrebbe quindi essere il fattore scatenante, anche se al momento non ci sono dati certi e saranno necessari studi più approfonditi prima di confermare questa ipotesi.