Sono l'incubo di ogni automobilista e si trovano ovunque, da Nord a Sud dell'Italia. Parliamo delle "maledette" buche stradali, uno dei principali fattori di rischio presente nelle nostre strade e causa di numerosi incidenti ogni anno. Ma come è possibile che le buche ricompaiano anche quando una strada è stata asfaltata, per esempio, da poche settimane appena? Ma soprattutto: come e perché si crea una buca dopo delle abbondanti piogge? Per rispondere a queste domande bisogna andare alla radice del problema e capire com'è fatta – o almeno, come dovrebbe essere – una strada.
I cinque strati di una strada
Idealmente una strada dovrebbe essere composta da cinque strati. Il primo è l’asfalto, detto anche “tappeto d’usura”. Spesso dai 4 ai 6 cm è costituito da conglomerato bituminoso, ovvero un insieme di materiale roccioso e bitume, un residuo ottenuto dalla lavorazione del petrolio e che viene utilizzato per le sue proprietà adesive. Proseguendo in basso troviamo il binder, uno strato spesso circa 7 cm composto anch'esso da conglomerato bituminoso e che svolge la funzione di collegamento tra il tappeto d’usura e gli ultimi tre strati, ovvero la base e la fondazione, che hanno uno spessore medio di 15/20 cm e 30/35 cm; infine il sottofondo, che ha la funzione di assorbire e dissipare i carichi. Questi strati sottostanti al binder, formati principalmente da conglomerati misti a cementi, misti di granulari e terre stabilizzate, sono essenziali, perché rappresentano proprio le fondazioni della strada, in quanto permettono di ripartire, distribuire e assorbire i carichi, riuscendo così a preservare lo strato di usura. Proprio il traffico di mezzi pesanti, come autobus e camion, è una delle principali cause della formazione delle buche.
Perché si formano le buche stradali
Non tutte le buche che vediamo nelle strade delle nostre città sono uguali, ma ne esistono di due tipi. Quelle superficiali, che interessano soltanto il tappeto d’usura, e quelle strutturali. Queste ultime sono le più problematiche, e si formano quando le fondazioni di una strada non sono state costruite adeguatamente o, come avviene in molti casi, sono del tutto assenti. Al passaggio di mezzi pesanti, come camion e autobus, il manto stradale si flette; il bitume, che è il collante che tiene insieme le pietruzzole (il cosiddetto conglomerato, appunto) si spacca: si creano delle fratture che, con il traffico cittadino, si ramificano verso l’alto, creando quelle che gli addetti ai lavori chiamano strade a “pelle di coccodrillo”.
L'altro fattore, oltre ai mezzi pesanti, che determina la formazione delle buche, è la pioggia. Quando piove, infatti, l’acqua si infiltra in queste crepe: al passaggio di un veicolo pesante avviene una fase di compressione sul manto stradale e l’acqua, essendo incomprimibile, “prova” a farsi spazio tra le crepe, allargandole. Quando il mezzo pesante passa, avviene di contro una fase di decompressione del terreno, che risucchia in superficie il materiale disgregato. Ripetendo questo processo più e più volte, ecco che si crea una buca.
Come viene riparata una buca
Nella maggior parte dei casi quando si forma una buca è possibile osservare nelle nostre strade le macchine asfaltatrici in azione. Il tappeto d'usura diventa come nuovo ma, passano poche settimane, ed ecco che si cominciano a vedere le prime crepe sull'asfalto, segno che di lì a poco tempo ci sarà nuovamente una buca. Com'è possibile tutto ciò? Come abbiamo visto in precedenza, il problema delle buche non è sopra il manto stradale ma negli strati sottostanti. Ecco perché riasfaltare una strada significa, nella maggior parte dei casi, semplicemente applicare un rattoppo. Secondo una stima fatta nel 2018 da Siteb, occorrerebbero circa 40 miliardi di euro per ripristinare "lo stato di salute" delle strade italiane. Invece, si continuano a mettere rattoppi su rattoppi senza mai risolvere davvero il problema.