
I Bronzi di Riace, la celeberrima coppia di statue greche di bronzo del V secolo che rappresentano due guerrieri opliti ritrovate nel 1972 e attualmente esposte a Reggio Calabria in un ottimo stato di conservazione, potrebbero essere originari dalla Sicilia orientale, probabilmente da Brucoli, secondo uno studio recente pubblicato sulla rivista Italian Journal of Geosciences che propone un'ipotesi per cui sarebbero rimasti per duemila anni in fondali profondi, prima di essere spostati e lasciati nei bassi fondali di Riace. Analisi su metallo, biota marino e microorganismi supportano questa ipotesi, già avanzata negli anni '80. Combinando geologia, archeologia e biologia marina, la ricerca riapre la storia dei Bronzi, mantenendo vivo il loro fascino anche a cinquant’anni dal ritrovamento.
I Bronzi di Riace sono stati riportati alla luce da un sub, Stefano Mariottini, che a circa 8 metri di profondità si imbatté per caso in quelle che sarebbero diventate tra le scoperte più celebri dell’archeologia italiana. Le statue, pesanti oltre 160 kg ciascuna, colpiscono ancora oggi per la cura dei dettagli e per il naturalismo sorprendente. Raffigurano due guerrieri, forse eroi o figure mitiche, e nel tempo hanno alimentato teorie diverse sulla loro origine: dalla Calabria al Peloponneso, fino alla Sicilia orientale. Probabilmente facevano parte di un gruppo più ampio e viaggiarono a lungo prima di finire in mare. Dopo complessi restauri, oggi sono conservati al Museo Archeologico di Reggio Calabria.
Secondo l'Italian journal of Geosciences, i Bronzi sarebbero rimasti per due millenni sul fondale siciliano, prima di essere ritrovati al largo delle coste calabresi. Si tratta del ritorno della cosiddetta "ipotesi siciliana" lanciata negli anni '80 dall'archeologo americano Robert Ross Holloway, secondo cui i Bronzi sarebbero affondati in Sicilia durante i saccheggi dei romani a Siracusa nel 212 a.C., nel corso della Seconda guerra punica.
La ricerca – che ha coinvolto 15 studiosi, tra geologi, archeologi, storici, paleontologi, biologi marini, esperti di leghe metalliche e di archeologia subacquea, molti dei quali professori nelle università di Catania, Ferrara, Cagliari, Bari, Pavia e Reggio Calabria – parte da un'analisi condotta nel 1995 dall'Istituto Centrale per il Restauro, che ha evidenziato che le argille utilizzate per la saldatura delle diverse parti delle statue e per i perni in terracotta con cui erano saldate avevano composizioni geochimiche differenti.
I dati raccolti confrontano le argille delle statue con quelle della pianura alluvionale tra i fiumi Anapo e Ciane e del colle del Tempio di Zeus Olimpio, sempre a Siracusa, trovando corrispondenze con le argille delle statue (totale per quanto riguarda la Statua A e parziale per la Statua B), confermando l’ipotesi che la loro origine sia siciliana e non calabrese.
Non solo, studiando i resti biologici presenti sui Bronzi e la composizione chimica delle patine che li ricoprono, e confrontandoli con le caratteristiche del fondale di Riace, i ricercatori hanno scoperto qualcosa di sorprendente: le statue sembrano essere rimaste per secoli in un altro tipo di mare, molto più profondo, prima di arrivare dove sono state trovate nel 1972. I segni lasciati sul fondo dalle statue sembrano risalire solo a pochi mesi prima del ritrovamento. Le patine più antiche, invece, ci raccontano che per oltre duemila anni i Bronzi sarebbero rimasti in un fondale diverso, molto più profondo e compatibile con quello al largo di Brucoli, sulla costa ionica siciliana.
"La più grande novità di questa ricerca", hanno detto all'ANSA lo studioso Anselmo Madeddu e il professor Rosolino Cirrincione, geologo dell'Università di Catania, "è quella che si tratta del primo lavoro scientifico che integra in un'unica proposta interpretativa sia i nuovi dati emersi dalla ricerca sia quelli derivanti dalla revisione critica delle più solide evidenze scientifiche già esistenti, attraverso un approccio multidisciplinare in grado di restituire una lettura unitaria, coerente e complessiva della storia delle statue".