0 risultati
video suggerito
video suggerito
18 Novembre 2025
17:30

Perché il termine “cecchino” deriva dall’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria

Il termine “cecchino” nasce durante la Prima Guerra Mondiale dai soldati italiani – che chiamavano “Beppe Cecco” l’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria – per indicare i tiratori scelti capaci di colpire a distanza. Originariamente dispregiativo, oggi identifica abilità e precisione in ogni contesto.

Ti piace questo contenuto?
Perché il termine “cecchino” deriva dall’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria
cecchino-etimologia

Oggi il termine “cecchino” indica un tiratore scelto, un soldato addestrato per colpire con grande precisione a distanza – solitamente da una posizione nascosta – ma la storia di questa parola è curiosa e sorprendente. L'etimologia di “cecchino” infatti, deriva probabilmente dal soprannome “Beppe Cecco” dato all’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria durante la Prima Guerra Mondiale, usato per indicare chi colpiva da lontano.

In Italia, infatti, Beppe Cecco era il nome con il quale veniva chiamato l’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria che regnò sull’Impero Austro-ungarico dal 1830 al 1916. I soldati italiani iniziarono a definire “cecchini” quei tiratori capaci di colpire con precisione da lontano, fondamentali in battaglia, ma lo fecero anche con ironia, richiamando il soprannome dell’imperatore nemico, e trasformando la tattica letale in un gioco di parole pungente e sarcastico.

All’inizio, infatti, il termine aveva una connotazione negativa: i tiratori scelti evitavano il corpo a corpo, colpivano da lontano e coglievano il nemico di sorpresa, comportamento visto come codardo o privo di onore. Il nome non ha alcuna attinenza con le abilità belliche del sovrano e fu scelto dagli italiani probabilmente per gioco, per prendere in giro il nemico attribuendogli uno stile di combattimento poco onorevole.

Eppure, proprio per la loro precisione e abilità letale, i cecchini divennero temuti e richiesti, diventando figure imprescindibili sul campo di battaglia. Con il progresso tecnologico tra Settecento e Ottocento, gli eserciti formarono unità specializzate, con armi più precise e mimetica. Oggi “cecchino” resta un termine tecnico, ma si usa anche per chi mostra una mira eccezionale, nello sport o nella vita quotidiana.

Un’altra teoria più popolare poi collegherebbe il termine al fatto che il tiratore, per prendere meglio la mira, chiuderebbe un occhio diventando un po’ “ciechino”: paradossalmente, questo piccolo accorgimento migliora la mira e aumenta le possibilità di colpire il bersaglio.

In verità, la figura del tiratore scelto nacque già in nel Medioevo con le prime armi da fuoco, ancora imprecise e dalla scarsa gittata. Nei secoli e conflitti successivi, come, ad esempio, durante la Guerra d’indipendenza americana, si hanno ulteriori testimonianze di cecchini presenti sul campo di battaglia. Fu però solamente grazie ai progressi industriali nel tardo Settecento e Ottocento che gli eserciti europei iniziarono a formare reparti di fucilieri scelti, dotati di armi più precise, tattiche di movimento specializzate e addirittura uniformi mimetiche per garantire l’effetto sorpresa. Da allora si videro ulteriori sviluppi in campo bellico e i cecchini si affermarono come figure fondamentali del combattimento diventando soldati altamente addestrati e dotati di equipaggiamenti avanzati.

Oggi il termine ha perso il significato dispregiativo che aveva assunto durante la Grande Guerra e rimane nella nostra lingua come un tecnicismo che identifica con precisione un ruolo militare. È interessante, ad ogni modo, notare l’estensione semantica che ha avuto in poco più di un secolo: lo si utilizza spesso anche nel gergo comune per elogiare una persona abile nel tiro o con una mira fuori dal comune. All’abile cestista si dirà che è un vero cecchino per aver eseguito un canestro a grande distanza, o di qualcuno che riesce a colpire un bersaglio lontano che possiede “una mira da cecchino”.

Fonti
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views