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17 Agosto 2025
13:00

Che cos’è “la società liquida” prevista da Zygmunt Bauman nella quale oggi viviamo

Bauman descrive la “modernità liquida” come un’epoca segnata da instabilità e flessibilità. Relazioni, lavoro e identità sono in continuo cambiamento, mentre libertà e precarietà convivono: tutto è fluido, reversibile, ma privo di certezze durature. Siamo liberi, ma anche più soli e incerti.

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Che cos’è “la società liquida” prevista da Zygmunt Bauman nella quale oggi viviamo
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Una rappresentazione visiva di quella che viene definita "società liquida", in continuo cambiamento.

Nel 2000, il sociologo polacco Zygmunt Bauman pubblicava Liquid Modernity per descrivere la società moderna, aprendo un nuovo capitolo interpretativo che avrebbe influenzato generazioni di studiosi, filosofi, giornalisti e lettori curiosi. Bauman sosteneva infatti che la modernità "solida", quella fondata su istituzioni stabili, identità forti, carriere durature, legami sociali consolidati, fosse ormai alle spalle. Al suo posto, emergeva una nuova condizione: la "modernità liquida", instabile ma anche flessibile e dinamica, dove anche il senso d'identità personale è in continuo divenire.

Cosa intende Bauman per società liquida: una condizione esistenziale

Per Bauman, la metafora della "liquidità" non è una semplice immagine poetica: è la descrizione precisa della nostra condizione sociale, una specie di diagnosi sociologica. "Liquido" però non vuol dire solo instabile. In sociologia, la metafora acquista corpo e la modernità "liquida" diventa quel momento storico in cui le strutture solide della società (famiglia, lavoro, identità, istituzioni) si sciolgono, diventano flessibili, dinamiche, reversibili.

baumann
Il sociologo e filosofo polacco di origine ebraica Zygmunt Bauman; credits: Forumlitfest via Wikimedia Commons

Nella modernità liquida nulla è destinato a durare: tutto scorre, si trasforma, evapora.

Bauman contrappone la "modernità solida", quella dei secoli passati, soprattutto del Novecento, alla fase attuale, in cui niente sembra fatto per durare. Le relazioni affettive? Costantemente rinegoziate, sempre più indefinite, o definite come "situazioni" piuttosto che come impegni. L'identità personale? Anche lei messa alla prova, il progetto individuale infatti è in continua trasformazione, con più versioni a seconda dei contesti reali e virtuali.

In questa liquidità le relazioni amorose sono brevi e flessibili, le carriere sono discontinue, gli spazi di appartenenza si frammentano, e le identità personali diventano cangianti come profili social aggiornati in tempo reale. Per fare degli esempi concreti: non ci si iscrive più a un partito, ma si partecipa a una petizione; non si resta per tutta la vita con una persona, ma si "frequenta" qualcuno; non si lavora 30 anni nella medesima azienda, ma si lavora da freelance, project-based (un lavoro temporaneo, legato ad un progetto specifico) o gig work (un lavoro breve/saltuario, spesso mediato da app o piattaforme online).

La liquidità insomma sembra essere il linguaggio quotidiano dell'incertezza, ma forse anche della libertà, intesa come distaccamento da diversi punti di riferimenti che prima ci rappresentavano le direttive della vita e della crescita.

L'amore liquido e le amicizie algoritmiche

Uno dei capitoli più citati del pensiero di Bauman è quello sull'amore liquido. In un mondo in cui l'impegno è visto come un rischio, l'amore diventa una zona da attraversare in punta di piedi. Tinder, Bumble, Hinge: il dating online non è solo un fenomeno tecnologico, ma un dispositivo culturale che esprime perfettamente il bisogno di esperienze a bassa responsabilità e alta gratificazione. Si matcha, si chatta, ci si incontra e poi si scompare. La relazione è diventata un bene di consumo, da provare, valutare e magari restituire come un paio di scarpe ordinate online.

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Il logo di una dating app tedesca; credits: © BlindMate via Wikimedia Commons

Ma anche l'amicizia è cambiata: i "legami forti" sembrano perdere terreno rispetto ai "legami deboli", quelli delle reti sociali, dei follower, dei contatti LinkedIn. In questa ecologia sociale, l'amico non è più quello che ti aiuta a traslocare, ma quello che ti mette like o ti tagga in una storia. Questo non vuol dire che le relazioni siano diventate finte o superficiali, ma che si sono adattate a un mondo in cui la permanenza non è più la norma.

Il lavoro senza confini e l'ansia da prestazione

La modernità liquida ha dissolto anche le vecchie certezze del lavoro. Se un tempo si entrava in fabbrica o in ufficio sapendo che lì si sarebbe rimasti fino alla pensione, oggi il lavoro è flessibile, mobile. Il confine tra vita privata e professionale è svanito: si lavora da casa, al bar, dall'aeroporto, in qualunque momento della giornata. Il tempo libero è spesso solo lavoro camuffato per cui si risponde alle email di sera, si aggiorna il portfolio su Behance ovunque ci si trovi, si creano contenuti su LinkedIn la notte.

In questa precarietà strutturale, l'identità lavorativa diventa liquida anch'essa: coach, designer, social media manager, content creator, nomadi digitali, spesso senza una vera sicurezza economica né un orizzonte di stabilità. L'ansia da prestazione diventa quindi una forma di auto-controllo permanente, una sorveglianza interiorizzata. Il "vecchio padrone" è stato sostituito dall'algoritmo, dall'autovalutazione costante, dal bisogno di "performare" bene anche quando nessuno guarda.

La libertà liquida per Zygmunt Bauman

Bauman non era né nostalgico né catastrofista. Era, piuttosto, un osservatore disilluso ma lucido, consapevole che ogni forma sociale ha i suoi costi e le sue opportunità. La società liquida ci sta regalando un livello di libertà senza precedenti: possiamo reinventarci, spostarci, ricominciare, sperimentare. Ma ha anche dissolto le ancore, i punti fermi, i riferimenti. La domanda che ci lascia è questa: siamo davvero liberi, o siamo solo liberi di galleggiare all'infinito senza più punti di riferimento?

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