Le app di dating (Tinder e Bumble sono due esempi noti) stanno vivendo un momento di crisi dopo un periodo di forte crescita durante la pandemia di Covid-19, come dimostra il calo dei titoli delle aziende del settore negli Stati Uniti. Match Group, la società dietro a Tinder, ha visto diminuire il suo valore di mercato dell'80% dall'inizio del 2021, e anche Bumble ha registrato un calo simile. Le app di appuntamenti hanno rivoluzionato il modo in cui le persone costruiscono relazioni affettive, introducendo la meccanica dello "swipe", cioè dello scorrere sulle app i profili di potenziali partner, proposti dall’algoritmo, selezionando solo quelli di interesse. Questa modalità di incontri online ha però anche portato a una maggiore incertezza rispetto ai metodi tradizionali di socializzazione. Da una ricerca di Hinge, app di dating americana, sembrerebbe che una delle ragioni che sta portando a defilarsi dal dating online sia la paura del rifiuto. Approfondiamo la tematica.
Usiamo le app di dating perché generano gratificazione
Contrariamente a coloro che elogiano i siti di incontri online come una democratizzazione dell'amore e coloro che li criticano come una mercificazione dell'intimità, la chiave per comprendere l'incremento della popolarità degli appuntamenti digitali sta in quello che la sociologa svedese Marie Bergström chiama "privatizzazione dell'intimità". Questi appuntamenti trasferiscono il processo di corteggiamento dalla sfera pubblica a quella privata, rendendolo più discreto: prima dell'avvento delle app di incontri, le persone solitamente incontravano potenziali partner attraverso la famiglia, gli amici o il lavoro, garantendo una sorta di "controllo antecedente" sull'individuo. Al contrario, sui siti di incontri online spesso si conosce poco o nulla dell'altra persona, a parte ciò che quest'ultima sceglie di condividere. Questo cambiamento nel modo di cercare l'intimità ha aumentato il rischio di esperienze negative o dannose.
Come possiamo immaginare, le app consentono di gestire la propria immagine secondo la propria volontàn creando l’occasione per trovare persone con interessi simili ai nostri. Non è un caso, quindi, che molte persone vedano queste piattaforme come strumenti di emancipazione per esprimere la propria identità.
La navigazione e la valutazione dei profili di altri utenti (ovvero lo scorrimento, lo swipe) è l'attività centrale dell'utilizzo delle app di appuntamenti. Alcuni studiosi, riprendendo la prospettiva psicoanalitica di Lacan, sostengono addirittura che la funzione principale delle app di appuntamenti non è facilitare gli incontri offline ma sfruttare il desiderio degli utenti e rivolgerlo verso l'app stessa e il suo processo di accumulo di incontri. In linea con ciò, più della metà degli utenti riferisce di non avere mai appuntamenti di persona, ma di rimanere esclusivamente nell’ambiente online.
Tra i motivi che ci spingono a usare le app di incontri troviamo la gratificazione sociale (più o meno immediata) e la convalida della nostra autostima. Da alcune ricerche, emerge che anche dopo aver trovato un partner, gli utenti trovano difficile smettere di usare le app di appuntamenti.
Se ci pensiamo, i social media forniscono segnali “quantificabili” di accettazione sociale (mi piace, follower, messaggi ecc.), motivo per cui gli utenti associano la cancellazione delle app social (e di dating) alla solitudine.
La teoria del sociometro presuppone che il feedback sociale degli altri influenzi la percezione che abbiamo di noi e, pertanto, siamo molto attenti nel rilevare segnali di “declino” del nostro valore relazionale nell'ambiente sociale. In linea con questa teoria, gli individui hanno un’alta opinione di se stessi quando vengono accettati dai pari, mentre gli individui rifiutati sentono che il loro valore relazionale è basso.
La paura di essere single
La ricerca ha trovato inoltre un'associazione tra lo scorrimento eccessivo e la paura di essere single. La paura di essere single riflette soprattutto la convinzione normativa-culturale ampiamente accettata che qualcosa non va se non si è legati romanticamente.
Riprendendo il sociologo e filosofo Bauman, gli appuntamenti online sono l'esempio tipico della trasformazione del corteggiamento in una sorta di intrattenimento. Le app come Tinder e Bumble sono pensate per essere anzitutto divertenti: rendono le interazioni un gioco e gli utenti descrivono il loro comportamento con discorsi di gioco. Il design dell'app incentiva ulteriormente la componente di intrattenimento consistente nel collezionare un gran numero di “partite”. Di conseguenza, gli utenti di app di appuntamenti potrebbero essere tentati di soddisfare bisogni sociali accumulando ripetutamente un gran numero di corrispondenze, ovvero aumentando costantemente il numero di contatti nella propria rete sociale, invece di investire in poche connessioni.
Il malessere del rifiuto alla base della crisi delle app di dating
E allora come mai le app di incontri e appuntamenti sono in crisi? Tutto probabilmente può dipendere da un effetto contrario del "gioco" e sempre più vissuto in modo negativo: l'ostracismo (l'essere ignorati senza spiegazione dopo aver cercato una connessione) e i feedback negativi eventualmente ricevuti (ad esempio non ottenere connessioni o non riuscire poi a concretizzare degli incontri dal vivo).
Come dicevamo, gli esseri umani si sono evoluti per essere estremamente attenti ai segnali di feedback sociale. Spoor e Williams (2007) hanno teorizzato che l’assenza di feedback positivo pesa tanto quanto il rifiuto esplicito. In linea con questa teoria, l'ostracismo in un ambiente virtuale attiva le stesse regioni cerebrali del dolore fisico e una meta-analisi di 120 studi ha concluso che l'ostracismo in un ambiente virtuale ostacola l'appartenenza, anche se l'episodio di rifiuto è breve e anche se le persone che danno un feedback negativo sono individui estranei.