Il 31 agosto Gazprom aveva annunciato che i flussi di gas naturale attraverso il Nord Stream 1 sarebbero stati interrotti per tre giorni, fino al 3 settembre, così da poter svolgere lavori di ordinaria manutenzione. La sera del 2 settembre, poco prima dell'ipotetica riapertura, il colosso dell'energia ha pubblicato una nota: viene qui riportato che durante i lavori sarebbe stata individuata una perdita d'olio alla stazione di Portovaya. Questo vuol dire che fino a data da definire il gasdotto continuerà a restare chiuso, bloccando completamente i flussi di gas naturale diretti in Germania.
Non è tardata ad arrivare la reazione dell'Ue, che ha definito il fornitore russo "inaffidabile" e accusando Mosca di aver interrotto il flusso di gas attraverso il Nord Stream 1 utilizzando falsi pretesti. Questo è quanto riportato da una nota del ministero dell'Economia tedesco:
La situazione sul mercato del gas è tesa, ma la sicurezza dell'approvvigionamento è garantita. Non lo commentiamo nella sostanza, ma nelle ultime settimane abbiamo già visto l'inaffidabilità della Russia e di conseguenza abbiamo proseguito con fermezza e coerenza le nostre misure per rafforzare la nostra indipendenza dall'importazione di energia russa. […] Il risultato è che siamo molto meglio attrezzati rispetto a qualche mese fa.
Poche ore prima dell'annuncio russo, tra l'altro, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era espressa favorevolmente in merito all'introduzione di un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, così da limitare le entrate di Mosca. Ovviamente anche in questo caso la risposta del Cremlino non è tardata ad arrivare, ribattendo che non verrà fornito gas naturale a chi deciderà di applicare questo tetto.
La risposta dell'Unione Europea a questa delicata situazione verrà probabilmente formulata il 9 settembre a Bruxelles, quando si riuniranno in Consiglio straordinario tutti i ministri dell'energia.