
La svastica (swastika, in sanscrito) è oggi associata al nazismo ma storicamente nasce come simbolo religioso originario delle culture dell'Eurasia. Quando gli scavi archeologici di Heinrich Schliemann riportarono alla luce le rovine dell’antica città di Troia, fra i reperti scoperti vi era un simbolo che successivamente sarebbe stato associato alla “croce uncinata”, e che venne allora considerato come una rappresentazione religiosa propria delle antiche popolazioni europee. Proprio in Europa, all’inizio del ‘900, si diffuse nuovamente come simbolo di prosperità e buon auspicio. Dopo il Primo Conflitto Mondiale questo segno lentamente divenne emblema della “razza ariana” (la famigerata “razza pura”), assunto come rappresentativo dell’orgoglio nazionalista tedesco dai movimenti di estrema destra. Nel 1920 il partito nazista la adottò formalmente come simbolo, conferendole la sfumatura di significato che oggi tutti conosciamo. In Occidente, le connotazioni dello swastica cambiarono per sempre.

Il significato della swastica, un simbolo globalmente diffuso
Swastica è una parola sanscrita in realtà molto più antica del partito nazista. Questo termine maschile, contrariamente alla nostra pronuncia italiana che lo vuole femminile, è composto dal prefisso sw- che significa “bene” e -asti che è coniugazione del verbo essere, il suffisso -ka starebbe a indicare un diminutivo, quindi letteralmente lo swastica sarebbe “un piccolo portafortuna”, qualcosa di estremamente positivo. Tutt’oggi non sarà difficile trovarlo inciso sulle porte delle case o sui muri, passeggiando per le vie di Bali o in Lituania: si tratta di una croce con quattro bracci di uguale lunghezza, ognuno terminante con “un uncino”, o una curvatura, rivolta verso destra o sinistra (in India, tradizionalmente, verso destra).

Il termine tedesco "Hakenkreuz" significa proprio "croce uncinata", mentre in italiano viene chiamata anche "croce a quattro battenti". In Francia, si usa il termine "croix gammée" o "croce gammata", un riferimento alla somiglianza con la lettera greca gamma quando gli uncini puntano a destra. Fra le attestazioni più antiche è interessante notare che uno swastica era inciso sull’anello di Gengis Khan, insieme all’iscrizione “Re del Mondo”. Non si tratta comunque di un simbolo esclusivamente orientale, è diffuso anche nell’antica America, dove gli indiani lo adottavano fino ai primi del ‘900, lo ritroviamo nella Grecia pre-ellenica, presso i Celti, e pare che fosse emblema di Cristo fin verso la fine del Medioevo.
Il centro della svastica come origine e fine di ogni cosa
Come il punto al centro di un cerchio o come una ruota, la simbologia dello swastica ha radici che affondano nelle ere preistoriche. La forma che lo caratterizza è rappresentativa: si tratta di una rappresentazione grafica dell’azione di un Principio, spirituale e cosmico, sul mondo; dal centro partono ramificazioni, i quattro bracci, come strade che si allontanano ma vi ritornano anche, a seconda di come lo si interpreta. Il Centro, inteso spiritualmente come Principio di tutto, dunque è il punto di partenza, ma anche il punto di arrivo, è ciò da cui tutto deriva e senza il quale nulla esisterebbe. I bracci che collegano il Centro all’esterno rappresentano un legame costante tra esso e tutto ciò che esiste; si tratta inoltre di un simbolo che non implica stasi, anzi: il Centro imprime movimento, è responsabile del senso di rotazione orario o antiorario della croce uncinata. In sintesi, esso è l'inizio e la fine di tutto, un concetto che potrebbe poi essere diventato quello cristiano di Alpha e Omega. In alcune tradizioni, come quella indù, la forma dello swastica viene associata al concetto cosmico di movimento e ciclicità, che in alcune scuole di pensiero può essere legato al simbolo di "Aum", emblema del divino.

È interessante notare che lo stesso simbolo dello swastica appare tanto nell’antica tradizione indù quanto nell’esoterismo cristiano medievale. Oggi, è associato a uno dei periodi più bui della storia, ma è utile ricordare che, nei secoli passati, lo stesso simbolo rappresentava il ciclo della vita, la prosperità e l'armonia universale.