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8 Agosto 2025
15:30

Come è meglio viaggiare in Italia? Il confronto tra i vari mezzi di trasporto

In Italia, se si viaggia tra grandi città del centro-nord, conviene il treno ad alta velocità. Per esplorare invece zone rurali, l’auto è (quasi) obbligatoria. Per raggiungere le isole o coprire lunghe distanze, l’aereo compete con i traghetti, mentre in città conviene affidarsi ai mezzi pubblici, quando sono efficienti. Vediamo la situazione dei trasporti italiani.

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Come è meglio viaggiare in Italia? Il confronto tra i vari mezzi di trasporto
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Come è meglio viaggiare in Italia? Se si viaggia tra grandi città del centro-nord, conviene il treno ad alta velocità. Per esplorare invece borghi remoti o zone rurali, l’auto è (quasi) obbligatoria ed è il mezzo più popolare quando si fanno viaggi di lavoro o di piacere. Per raggiungere le isole o coprire lunghe distanze, l’aereo (il più sicuro) compete con i traghetti, mentre in città conviene affidarsi ai mezzi pubblici come gli autobus, quando sono efficienti. Vediamo una panoramica del trasporto italiano e quali decisioni è meglio prendere se si deve viaggiare.

Qual è il migliore mezzo di trasporto per viaggiare in Italia

L’Italia è un paese straordinariamente ricco di storia, arte e paesaggi, capace di attirare milioni di turisti ogni anno. Ma quanto è semplice muoversi all’interno del Belpaese? E qual è il mezzo migliore per spostarsi da una città all’altra?

Uno dei punti forti del trasporto italiano è senza dubbio la rete ferroviaria ad alta velocità che permette di spostarsi in tempi rapidi, e con un basso impatto ambientale, tra le stazioni centrali di alcune delle più importanti città del centro-nord, come Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli con frequenza, velocità e comfort e costi non particolarmente elevati, se si prenota con anticipo.

Nel resto del Paese, la situazione è invece molto più eterogenea: l’Italia è sotto la media europea per densità della rete ferroviaria, ovvero per chilometri di ferrovia per ogni 1.000 km² di territorio. Secondo i dati Eurostat, Paesi come Germania, Austria e persino Repubblica Ceca vantano una rete più fitta e ramificata. Inoltre, molte tratte regionali e secondarie sono lente, soggette a ritardi e non sempre ben mantenute. E alcune aree interne dell’Appennino o del Sud Italia sono poco servite o del tutto isolate.

Per chi vuole esplorare zone rurali, montane o costiere fuori dai principali centri urbani, l’automobile resta quindi spesso la soluzione più pratica, se non l’unica. Permette infatti massima libertà negli spostamenti e può rivelarsi la soluzione più economica per chi viaggia in piccoli gruppi o in famiglia. Tuttavia, viaggiare in auto in Italia costa tanto: sia in termini di tempo (a causa del traffico e dei parcheggi a volte difficili) che economici: il costo dei carburanti è tra i più alti d’Europa, i pedaggi autostradali sono elevati (con l’eccezione del Brennero e poche altre tratte) e i parcheggi nei centri storici sono spesso costosi.

Negli ultimi anni, compagnie come Flixbus hanno però rivoluzionato il trasporto interurbano su gomma. Le tratte a lunga percorrenza in autobus sono una soluzione economica per viaggiare tra città, soprattutto per studenti e giovani. Prezzi bassi, molte tratte anche secondarie, possibilità di viaggiare di notte sono tra i vantaggi di questo mezzo di trasporto, a cui si contrappongono però tempi lunghi, comfort variabile, traffico stradale imprevedibile. In regioni come la Basilicata, il Molise o parte della Calabria, gli autobus a lunga percorrenza sono però quasi l’unica alternativa al trasporto privato.

Per gli spostamenti rapidi a più lungo raggio, l’Italia, nonostante le dimensioni relativamente contenute, vanta invece oltre 40 aeroporti operativi. A livello europeo, nel 2024 Fiumicino è risultato essere il nono aeroporto per numero di passeggeri trasportati: un risultato positivo, che conferma la centralità dell’Italia nel traffico aereo europeo.

Tuttavia, la distribuzione degli aeroporti sul territorio non è uniforme: molte regioni minori hanno scali poco utilizzati. Inoltre, l’accessibilità degli aeroporti non è sempre ottimale: spesso servono bus navetta o lunghe corse in taxi per raggiungere il centro città. Scegliere l’aereo poi significa anche dover mettere in conto controlli e attese, spostamenti da/per gli aeroporti ed emissioni elevate.

Un’alternativa per raggiungere le isole (soprattutto se si viaggia con l’auto al seguito) è costituita dai traghetti. Il trasporto marittimo dei passeggeri è infatti cruciale per alcune aree, anche se spesso sottovalutato nella pianificazione nazionale. Secondo il report Eurostat sulle statistiche marittime del 2023, il porto di Messina è il più trafficato in Europa, con 11,3 milioni di passeggeri trasportati. Al secondo posto c’è un altro porto italiano: Reggio Calabria (compresa Villa San Giovanni), con 11,1 milioni di passeggeri. Questi numeri riflettono l’enorme movimento quotidiano di traghetti tra la Calabria e la Sicilia.

Trasporto urbano: efficiente a macchia di leopardo

Nelle grandi città italiane, il trasporto pubblico urbano varia molto: Milano è la città italiana con il sistema metropolitano più esteso e trafficato d’Italia, e rientra nella top ten europea europea per dimensioni: 5 linee, 111,8 km di rete e 134 stazioni, con circa 1,6 milioni di passeggeri al giorno e 585 milioni di viaggiatori annui.

Nei centri medi e piccoli, l’offerta di mezzi pubblici è invece spesso insufficiente, con poche corse e orari limitati e a volte anche non affidabili. Questo incentiva molte persone a usare l’auto anche per tragitti brevi, aggravando traffico, inquinamento e carenza di parcheggi.

Negli ultimi anni, specialmente nelle grandi città, si è però sviluppata una rete di mobilità alternativa: bici elettriche, monopattini, car sharing e scooter sharing. Nei grandi centri urbani del Centro-Nord queste soluzioni sono ben integrate e usate quotidianamente, ma manca una pianificazione nazionale e l’integrazione con i mezzi pubblici è spesso carente. Infatti queste forme di trasporto urbano sono sostenibili e utili per gli “ultimi chilometri”, ma restano comunque complementari e non sostitutive dei mezzi pubblici.

Trasporto italiano: cosa ci riserva il futuro

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha previsto investimenti per circa 62 miliardi di euro nei trasporti entro il 2026. Tra gli obiettivi:

  • Potenziamento delle linee ferroviarie regionali e suburbane
  • Rinnovo della flotta di autobus (con mezzi elettrici o a idrogeno)
  • Maggiore accessibilità nelle aree interne
  • Intermodalità e bigliettazione digitale

Il problema più evidente del sistema dei trasporti in Italia è infatti la profonda disomogeneità territoriale, dovuta anche a una geografia complicata: alle grandi aree urbane con milioni di abitanti si contrappongono montagne, coste frastagliate, isole, borghi rurali con strade strette e quartieri storici spesso difficili da raggiungere con mezzi moderni. Non stupisce, quindi, che sia presenti grandi differenze tra nord e sud, tra aree urbane e rurali.

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