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28 Ottobre 2022
15:30

Breve storia dell’automobile dai primi prototipi ai giorni nostri

Per noi è scontato prendere l’auto per spostarci e siamo abituati a vederne centinaia ogni giorno. Le automobili, però, esistono solo da tempi recenti. Vediamo in sintesi la storia di questo mezzo di trasporto dalle origini.

A cura di Erminio Fonzo
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Breve storia dell’automobile dai primi prototipi ai giorni nostri
auto storia

Nel mondo circolano più di un miliardo di automobili. Stando ai dati dell’Anfia, un’associazione italiana di produttori, alla fine del 2021 erano in circolazione 1.106.036.272 vetture, senza contare i veicoli commerciali. In media vi è un’auto ogni 7 persone, ma il dato è molto più alto nei Paesi industrializzati: negli Stati Uniti la media è di un'auto ogni 3,1 abitanti; nell’Unione Europea è di una ogni 1,6; in Italia una ogni 1,5.

Le auto sono una componente ormai imprescindibile della nostra quotidianità. Eppure, esistono da poco più di un secolo e la loro diffusione a livello di massa è ancora più recente. Vediamo brevemente qual è la loro storia, a partire dalla loro origine.

Cos’è un’automobile

Perché l'automobile si chiama "automobile"? È semplice: in senso letterale, l'automobile è un veicolo che si muove da sé, senza il supporto di una forza esterna. Già nel Rinascimento furono immaginati veicoli del genere, che però rimasero allo stadio di progetto. Inoltre, alla fine del ‘700 si tentò di usare la macchina a vapore per creare veicoli semoventi.  In particolare l’ingegnere francese Cugnot progettò un carro capace di trasportare fino a 4 persone alla folle velocità di… 4 km/h!

Il carro di Cugnot conservato al Museo di arti e mestieri di Parigi
Il carro di Cugnot esposto al Museo di arti e mestieri di Parigi

Negli anni successivi furono fatti vari esperimenti, utilizzando il gas, l’elettricità e ancora il vapore e gradualmente le prestazioni dei veicoli migliorarono.

L'invenzione di Karl e Bertha Benz

La storia moderna dell’automobile inizia con l’invenzione del motore a combustione interna, anche noto come motore a scoppio. Esperimenti e progetti erano stati proposti sin dalla fine del Settecento, ma la svolta arrivò negli anni ’80 dell'Ottocento. Un ingegnere tedesco, Karl Benz, brevettò un motore a due tempi e nel 1885 costruì in Germania il primo veicolo che lo montava. Il 1885, in altre parole, è l'anno in cui nacque la Benz Patent Motorwagen, un’automobile a tre ruote capace di raggiungere i 16 km/h.

Per far conoscere la sua invenzione, Benz trovò il supporto della moglie Bertha. Nel 1888 la donna fece un viaggio con la Patent Motorwagen dalla città di Mannhein a quella di Pfozheim e ritorno, per un totale di circa 106 km. Non esistevano, naturalmente, strade asfaltate e tantomeno distributori di benzina. Bertha si fermava nelle farmacie per acquistare l’etere di petrolio, un solvente capace di far funzionare il motore. Il viaggio ricevette molta attenzione mediatica e diede un grande contributo a far conoscere l’invenzione di Karl Benz.

Benz alla guida della Patent Motorwagen
Benz alla guida della Patent Motorwagen.

Gradualmente i costruttori perfezionarono i modelli e nel 1892 Rudolf Diesel brevettò un nuovo tipo di motore, che ancora oggi porta il suo nome.

I primi modelli di auto: elettrica, a vapore e a benzina

Negli stessi anni anche le auto elettriche e a vapore fecero grandi progressi. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento le elettriche erano le auto più efficienti e detenevano i record di velocità e durata. Fu un’auto elettrica, nota come La Jamais Contentea “sfondare” per la prima volta il muro dei 100 km/h nel 1899. In alcune città, come Londra e New York, furono introdotti persino una sorta di taxi elettrici.

La Jamais Contente
La Jamais Contente

Anche la trazione a vapore fu migliorata e ottenne una discreta diffusione. Basti pensare che negli Stati Uniti nel 1902 furono immatricolate 909 nuove auto, delle quali 485 erano a vapore. Il motore a combustione interna prese il sopravvento solo negli anni intorno alla Prima Guerra Mondiale.

La rivoluzione produttiva di Henry Ford

Un ruolo centrale per l’ascesa dell’automobile fu quello di Henry Ford, un imprenditore statunitense che all’inizio del Novecento capì una cosa importante: oltre a fabbricare le automobili, era necessario ampliare il mercato. Fino ad allora le auto in circolazione erano pochissime e, per gli alti costi, erano soprattutto uno sfizio da ricchi.

Nel 1908 Ford lanciò un’auto economica, il Modello T, il cui costo di produzione era basso grazie all’introduzione in fabbrica della catena di montaggio. Inoltre, Ford aumentò i salari, in maniera che anche i suoi dipendenti potessero diventare acquirenti, e incentivò la vendita rateale (già sperimentata in precedenza per altri beni).

Il Modello T, considerato la prima utilitaria della storia, restò in produzione fino al 1927 e fu costruito in oltre 15 milioni di esemplari, destinati in parte al mercato estero. Iniziò in tal modo il percorso che avrebbe condotto, nel volgere di alcuni decenni, alla motorizzazione di massa, della quale gli Stati Uniti furono pionieri.

Ford T (credit Valder 137)
Ford T (credit Valder 137)

L'arrivo dell'automobile in Italia

Alla fine dell’800 l’automobile mosse i primi passi anche in Italia. Alcuni imprenditori si interessarono del nuovo prodotto e nacquero le prime fabbriche, tra le quali la Fiat, fondata nel 1899 a Torino.

Non era chiaro, però, se in italiano la parola automobile fosse di genere maschile o femminile. In origine prevalse il maschile, ma a cambiare il genere pensò Gabriele d’Annunzio, che nel 1926 scrisse una lettera proprio dedicata all'argomento a Giovanni Agnelli, fondatore e presidente della Fiat.
Quello che è certo è che in Italia nella prima metà del secolo l'auto era ancora un mezzo molto raro e per la mobilità quotidiana prevalevano le biciclette. 

La motorizzazione di massa in Europa e in Italia

Non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa la motorizzazione di massa si sviluppò soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nella Germania nazista fu fatto un tentativo di introdurre una “macchina del popolo” (Volkswagen) e nel 1937 fu fondata l’azienda ancora esistente, ma gli effetti si vedranno soprattutto dopo la guerra, con l’enorme successo del Maggiolino.

Maggiolino Volkswagen
Maggiolino Volkswagen

Anche in Italia, la motorizzazione di massa è un fenomeno del dopoguerra: iniziata negli anni ’50, si sviluppò soprattutto nel decennio successivo, grazie ai modelli economici Fiat 600 e Fiat 500. Basti pensare che nel 1946 nel nostro Paese circolavano 149.649 auto, una ogni 158 abitanti, mentre nel 1970 erano 10.181.000, una ogni 4,9 abitanti. In pratica, una per famiglia.

Sviluppi recenti e sfide per il futuro

Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante e le auto di oggi non sono nemmeno paragonabili a quelle di 50 anni fa dal punto di vista del comfort, delle prestazioni e della sicurezza. Inoltre, la motorizzazione di massa ha cambiato il nostro modo di vivere, il nostro rapporto con l’ambiente, la disponibilità di merci, ecc.

Restano, tuttavia, sfide importanti da affrontare. Una delle più urgenti è la differenziazione dei carburanti. Le auto alimentate a benzina o gasolio, oltre a dipendere troppo strettamente dall’andamento del mercato degli idrocarburi, sono molto impattanti sia dal punto di vista ambientale che della salute.

ricarica auto elettrica

La sfida principale è il “ritorno dell’elettrico”, che negli ultimissimi anni ha fatto grandi progressi. Basti pensare che, a livello globale, nel 2016 le auto elettriche o ibride rappresentavano meno dell’1% delle nuove immatricolazioni, mentre nel 2021 hanno raggiunto l’8,6%. Nel nostro paese il dato del 2021 è pari al 9,3% (ma era meno dello 0,1% cinque anni fa), indietro rispetto alla media europea, che è del 19%.

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