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L'avvicinarsi della Luna piena dell'11 giugno 2025, la prima meteorologica ribattezzata giornalisticamente "Luna Piena delle fragole", rappresenta una meravigliosa occasione per cimentarsi nella fotografia del nostro satellite naturale. La Luna raggiungerà la fase piena alle 9:43 di mercoledì 11 giugno ma sarà visibile come piena già dal 10 e fino al 12 giugno. Il consiglio è di fotografarla quando sarà nelle ore serali dopo il tramonto. In questo articolo andremo a darvi una serie di consigli per tentare di scattare la "fotografia perfetta" della Luna. Data la sua luminosità, la Luna non ha bisogno di un cielo particolarmente buio, per cui potrete cimentarvi nella fotografia lunare anche comodamente dal balcone dal casa. Tutto ciò che è necessario è un cavalletto per stabilizzare lo smartphone o la macchina fotografia, un'app per monitorare dove e quando sorge la Luna e tanta originalità nello sfruttare gli elementi del paesaggio per dare profondità alla scena.
Dove e quando fotografare la Luna
La Luna è il corpo celeste più vicino alla Terra e riflette circa il 14% della luce proveniente dal Sole, rendendola quindi l'oggetto più brillante del cielo notturno. Data questa sua caratteristica, fotografare la Luna non richiede necessariamente di recarsi in un luogo privo di inquinamento luminoso, sebbene aiuti a rimuovere del tutto quelle tonalità rossastre dovuto all'inquinamento artificiale.
La fotografia lunare richiede una certa dose di creatività, dal momento che scattare foto al nostro satellite naturale durante la fase di Luna piena quando quest'ultima è alta sull'orizzonte rende ben presto la Luna un soggetto noioso. Una Luna piena, illuminata frontalmente dal Sole, appare piatta e priva di tridimensionalità, per cui è consigliabile fotografarla durante il primo o l'ultimo quarto, quando la luce solare radente crea un magnifico gioco di luci e ombre lungo il "terminatore", la linea che separa il giorno dalla notte lunare. È qui che i crateri, le montagne e le valli donano profondità alla fotografia del nostro satellite.

Un altro consiglio è quello di fotografare la Luna quando è bassa sull'orizzonte. Poco dopo il suo sorgere, infatti, la luce lunare si trova ad attraversare una frazione maggiore di atmosfera che disperde la componente di luce blu donando alla Luna una caratteristica tonalità arancione o rossastra. Inoltre, l'atmosfera agisce come una sorta di lente che rende le dimensioni apparenti della Luna maggiori. Questo è il momento perfetto per includere nell'inquadratura elementi del paesaggio come alberi, edifici o profili di montagne, creando una composizione suggestiva che dona profondità alla scena. Per fare ciò è fondamentale pianificare. Esistono infatti numerose app per smartphone che mostrano con precisione dove e quando sorgerà la Luna, permettendovi di trovarvi nel posto giusto al momento giusto.
Le caratteristiche tecniche dello scatto
Sia che fotografiate la Luna con uno smartphone o con una fotocamera reflex, uno strumento essenziale di cui dovete dotarvi è un cavalletto per stabilizzare la fotocamera. La fotografia lunare richiede infatti una generosa dose di zoom, sia esso digitale (come negli smartphone) o ottico, che fa si che anche il più piccolo movimento generi una foto sfocata. Una volta stabilizzata la fotocamera, è tempo di scegliere l'obiettivo giusto (se stiamo usando una reflex). I comuni obiettivi da 18-55 mm non sono dotati del necessario zoom, facendo apparire la Luna come un piccolo pallino luminoso nell'immagine. A meno di voler creare una composizione in cui si prediliga il paesaggio, è meglio virare su teleobiettivi da almeno 200 mm di focale. Quest'ultimi non solo permetteranno di catturare dettagli della superficie lunare, ma aiuteranno anche nel caso in cui vogliate sfruttare gli elementi ambientali per dare profondità alla scena.
Essendo molto luminosa, la fotografia lunare non necessita di una sensibilità ISO alta, che può essere quindi mantenuta sui 100-200. A questa impostazione va aggiunta una profondità di campo tra f/8 e f/11 e tempi di esposizione che si attestano intorno a 1/200 di secondo, la cui breve durata è dovuta sia alla luminosità lunare che alla necessità di evitare l'effetto mosso dovuto al movimento in cielo del nostro satellite. Questi sono buoni punti di partenza, ma i valori esatti sono frutto di sperimentazione attraverso diversi scatti. La maggior parte delle camere è dotata di messa a fuoco automatica. Per soggetti astronomici, data la dimensione angolare, è sempre meglio utilizzare la messa a fuoco manuale. Quest'ultima va fatta non osservando l'oggetto attraverso il mirino, bensì utilizzando la funzione live view dello schermo della fotocamera che permette di zoomare digitalmente l'oggetto consentendo una accurata messa a fuoco manuale. Ultimo dettaglio è quello di scattare sempre in modalità RAW, una sorta di "negativo digitale" che conserva tutte le informazioni catturate dal sensore, offrendo una flessibilità maggiore in fase di post-produzione per regolare esposizione, colori e dettagli.
Tecniche avanzate: Luna cinerea e Luna minerale
Una volta padroneggiata la fotografia lunare "classica" è possibile alzare l'asticella della difficoltà di scatto e cimentarsi in due tecniche avanzate di fotografia lunare: cattura della Luce cinerea e Luna minerale.
Con luce cinerea ci si riferisce alla luce del Sole che, dopo aver colpito la Terra, si riflette e va a illuminare debolmente la parte in ombra del nostro satellite. Si potrebbe pensare che per catturarla basti aumentare di molto i tempi di esposizione. Sebbene ciò sia tecnicamente corretto, così facendo satureremo la luce proveniente dal lato illuminato della Luna, creando un effetto di luce diffusa che va ad intaccare la metà in ombra del satellite. Qui entra in gioco la tecnica dell'HDR (High Dynamic Range). Mantenendo la fotocamera immobile sul treppiede, si realizzano più scatti con esposizioni diverse. Il primo scatto sarà breve, per esporre correttamente la falce luminosa. I successivi saranno progressivamente più lunghi, per far emergere gradualmente la debole luce cinerea dalla parte in ombra. In fase di post-produzione, questi scatti vengono poi fusi insieme con appositi software per creare un'unica immagine in cui sia la falce che la parte in ombra della Luna sono visibili e ricche di dettagli.

La seconda tecnica, la Luna minerale, va invece effettuata quando la Luna è alta in cielo in modo da minimizzare l'effetto di diffusione atmosferica sui colori. Normalmente, la superficie scura della Luna, dalla brillanza simile a quella dell’asfalto appena steso, non mostra contrasti cromatici che vediamo invece su altri corpi celesti come Marte. Essi vanno "estratti" dall'immagine attraverso la tecnica della Luna minerale che consiste nello scattare anche centinaia di foto identiche in formato RAW. I frame vengono allineati e combinati attraverso software specifici, eliminando la componente giallastra della luce solare che riflette sul nostro satellite. Il passo successivo è quello di aumentare drasticamente la saturazione e la vividezza dei colori, trasformando le impercettibili sfumature cromatiche in un visibile mosaico minerale. Non è una visione realistica, ma un'interpretazione scientifica che mostra aree rosse (più antiche) povere di ferro ed le aree blu (più recenti) ricche di titanio.