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11 Febbraio 2024
8:00

La luna si sta rimpicciolendo, frane e terremoti sul nostro satellite: motivi e conseguenze

Il rimpiccolimento della Luna e la diminuzione della sua circonferenza dipendono dal progressivo raffreddamento del nucleo lunare: questo ha provocato terremoti sul nostro satellite che rischiano di mettere in pericolo le future missioni dell'uomo sulla Luna.

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La luna si sta rimpicciolendo, frane e terremoti sul nostro satellite: motivi e conseguenze
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Credits: NASA/JPL.

Grazie ai sismografi montati sulla Luna dalle missioni Apollo della NASA, oggi sappiamo che anche il nostro satellite naturale sperimenta terremoti e frane. Diversamente da quelli terrestri, i terremoti lunari possono protrarsi per ore e raggiungere magnitudini tali da danneggiare eventuali edifici e attrezzature che si potrebbero trovare sul suo suolo.

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dello Smithsonian Institute negli Stati Uniti sembra far luce su alcune cause all'origine dei terremoti lunari. I ricercatori hanno infatti calcolato come la circonferenza lunare si sia ridotta di circa 45 metri negli ultimi centinaia di milioni di anni. La contrazione è dovuta al progressivo raffreddamento del nucleo lunare che porta la Luna a "raggrinzirsi" col tempo. A causa di questa contrazione, sulla Luna si manifestano fenomeni geologici, come pieghe e faglie, analoghi a quelli terrestri. Lo scontro tra parti della crosta lunare genera terremoti e frane di tale intensità da rappresentare un pericolo per le future missioni di esplorazione umana del nostro satellite.

Perché la Luna si sta restringendo: lo studio sui terremoti lunari

Sebbene sembri un oggetto stazionario e pacifico, in realtà anche la Luna presenta un certo grado di attività che si manifesta soprattutto in attività di tipo sismico. La scoperta dei cosiddetti terremoti lunari rappresenta una delle grandi eredità delle missioni Apollo della NASA, grazie ai sismografi che furono montati dagli astronauti sulla superficie lunare.

Nel corso dei 50 anni di presenza dei sismografi, gli scienziati hanno registrato diversi terremoti, talvolta originati da impatti meteorici, talvolta di origine ignota. Una possibile spiegazione dell'origine di questi terremoti viene da uno studio pubblicato sul Planetary Science Journal, ad opera dei ricercatori dello Smithsonian Institute negli Stati Uniti.

Analizzando i dati dei sismografi e quelli della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli fisici che collegano i terremoti lunari alla formazione di creste e faglie sulla superficie del nostro satellite. Queste ultime sono a loro volta dovute alla contrazione a cui va incontro la Luna generata dal progressivo raffreddamento del suo nucleo. 

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Tra le cause dei terremoti lunari, vi è formazione di crepe e faglie nella crosta lunare dovute alla sua graduale contrazione. Quest’ultima è determinata dal progressivo raffreddamento del nucleo della Luna. Credits: NASA/GSFC/Arizona State University/Smithsonian, via Wikimedia Commons.

Analogamente ad un acino d'uva liscio che si secca trasformandosi in uvetta, la crosta lunare si "accartoccia" a formare creste e faglie per accogliere il suo volume in diminuzione. I ricercatori hanno calcolato che la Luna ha ridotto la sua circonferenza di circa 45 metri in qualche centinaio di milioni di anni, mantenendo però la sua massa inalterata e di conseguenza anche l'effetto di marea che esercita sulla Terra.

I rischi del rimpicciolimento della Luna per il futuro insediamento umano

Esaminando i dati, gli scienziati hanno collegato la formazione di un gruppo di faglie attorno al polo sud lunare con un grande terremoto di magnitudo 5 della scala Richter registrato dai sismografi. Sebbene per gli standard terrestri, la magnitudo non sia così elevata, la composizione lunare fa si che l'effetto di questo tipo di terremoti venga amplificato. Ciò ha profonde implicazioni sulle missioni di esplorazione umana della Luna. I terremoti lunari, particolarmente al polo Sud dove le missioni Artemis della NASA sono previste, potrebbero infatti arrecare seri danni ad edifici ed attrezzature di eventuali insediamenti umani. Ciò rappresenta un dettaglio di non poco conto che la NASA dovrà tenere in considerazione per le future missioni Artemis.

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