
In questi giorni è iniziata la 17esima edizione dei Giochi Paralimpici che, così come le appena compiute Olimpiadi, si terrà a Parigi con competizioni dal 28 agosto all'8 settembre. Per ogni sport non esiste un'unico torneo come accade per le Olimpiadi, bensì ogni disciplina paralimpica è divisa in categorie che vedono competere atleti reputati avere capacità funzionali simili in termini di movimento, coordinazione ed equilibrio, così da rendere le competizioni il più eque possibile.
Ogni atleta quindi, prima di prendere parte a una competizione Paralimpica, viene valutato dal Comitato Paralimpico, valutato come idoneo o meno alla partecipazione ai giochi a seconda della sua disabilità e assegnato a una precisa classe sportiva – che varia di sport in sport – in base alle sue funzionalità fisiche.
La divisione in categorie paralimpiche permette una competizione equa
Le Paralimpiadi, chiamate così perchè nascono come competizione parallela alle Olimpiadi, videro la luce nel 1960 durante le Olimpiadi di Roma da un'idea del neurologo tedesco Ludwig Guttmann, che già nel 1948 aveva iniziato a organizzare una competizione sportiva che coinvolgeva alcuni veterani della seconda guerra mondiale con lesioni del midollo spinale.
I valori alla base delle Paralimpiadi sono determinazione, coraggio, ispirazione e uguaglianza. È proprio da quest'ultimo concetto – l'uguaglianza – che nasce la necessità di abbattere le barriere sociali di discriminazione per le persone con disabilità e mostrare che la disabilità, nei suoi differenti gradi, non impedisce imprese grandiose come quelle che possiamo vedere alle Olimpiadi.
Come appena citato, però, non tutte le disabilità si equivalgono da un punto di vista sportivo, per cui una competizione basata sulla sola definizione di disabilità minaccerebbe l'equità delle competizioni.

Per questo motivo, è di fondante importanza la classificazione Paralimpica per gli sport per disabili, che determina quali atleti sono idonei a competere in un determinato sport e a quale categoria devono essere assegnati per la competizione.
Ogni atleta quindi, prima di prendere parte alle Paralimpiadi, passa attraverso un processo chiamato "Athlete Evaluation" (valutazione dell'atleta), in cui viene decretato:
- se l'atleta ha una disabilità idonea per il suo sport di appartenenza;
- se la disabilità idonea dell'atleta soddisfa i criteri minimi di disabilità di tale sport;
- a quale classe sportiva dovrebbe essere assegnato l'atleta a seconda della capacità di eseguire i compiti specifici dello specifico sport.
Vediamo nel dettaglio questi tre criteri.
I criteri di idoneità e classificazione per gli atleti con disabilità
Quando si valuta uno specifico sport, va considerato che tutti gli atleti con disabilità sono considerati idonei a competere, questo perché non tutte le disabilità influiscono in modo sostanziale nello svolgimento di quello specifico sport. Ogni menomazione, per esempio, influisce in modo differente a seconda dello sport e di conseguenza possederla affinché un atleta possa competere nello sport paralimpico.
Le disabilità idonee allo sport paralimpico
Sono 10 le menomazioni ammissibili nello sport paralimpico, che possono essere raggruppate in tre gruppi principali: menomazioni fisiche, visive e intellettive. Non tutti gli sport consentono agli atleti di tutti e tre i gruppi di partecipare (come atletica o nuoto), altri invece consentono la partecipazione di specifici gruppi (come accade nel paraciclismo o nel para-dressage equestre).

a) menomazioni fisiche
Questo tipo di disabilità comprende:
- potenza muscolare compromessa , ad esempio lesioni del midollo spinale;
- gamma di movimenti compromesso, dovute per esempio all'immobilizzazione cronica di un artoicolazione;
- carenza degli arti, che sia un deficit congenito o dovuto a una malattia/trauma
- differenza di lunghezza delle gambe;
- bassa statura, dovuta a lunghezza ridotta delle ossa;
- ipertonia, che riguarda quei soggetti che hanno una ridotta capacità di allungamento del muscolo e danni al sistema nervoso centrale;
- atassia, in caso di movimenti scoordinati da lesioni cerebrale o sclerosi multipla;
- atetosi, quando il soggetto ha movimenti involontari lenti e continui, tipici della paralisi o lesioni cerebrali.
b) compromissione della vista
Si tratta di tutti quegli atleti che hanno una vista ridotta o assente a causa di danni alla struttura dell'occhio, ai nervi ottici o alla corteccia visiva del cervello.

c) compromissione intellettuale
Gli atleti con disabilità intellettiva presentano una restrizione nel funzionamento intellettuale e, qualora lo sport paralimpico prevedesse la partecipazione di questo gruppo nelle sue competizioni, la menomazione deve essere posseduta dall'atleta già prima dei 18 anni.
I criteri minimi di invalidità
Le regole di classificazione di dal Compitato Paralimpico stabiliscono quanto grave deve essere una menomazione idonea affinché un atleta possa essere considerato idoneo alla competizione. Questo perché, appunto, alcune disabilità lievi potrebbero essere "irrilevanti" o non sufficientemente invalidanti allo svolgimento di uno specifico sport. Per fare un esempio semplificativo, un atleta che non presenta una mano è sì disabile e questo risulta invalidante nello svolgimento, ad esempio, del nuoto, mentre potrebbe non essere rilevante – a livello sportivo – nello svolgimento di un'altro sport.
Chiaramente una tale valutazione è unicamente sportiva, e non intende sminuire in alcun modo la disabilità di un soggetto.
Le classi sportive paralimpiche
Una volta che un atleta è stato valutato idoneo allo svolgimento di una qualsivoglia disciplina paralimpica, va stabilito in quale specifica categoria parteciperà.
Ogni sport paralimpico è infatti diviso in categorie mirate a far competere tra loro soggetti con capacità funzionali simili in quanto a coordinazione, movimento ed equilibrio.
Per ogni sport esiste un diverso tipo di classificazione caratterizzato da una lettera, corrispondente allo sport, e un numero corrispondente al grado: solitamente più basso è il valore, maggiore è la disabilità.

Sulla pagina ufficiale delle Paralimpiadi può essere trovata la divisione in categorie di tutti gli sport che parteciperanno alle Paralimpiadi. Portando come esempio quello del Nuoto, la suddivisione avviene in primo luogo sullo stile, cioè:
- S: farfalla, dorso e stile libero, cioè quegli stili che presuppongono potenza negli arti superiori;
- SB: rana;
- SM: misti.
Le categorie sono poi ulteriormente divise a seconda della menomazione e del grado:
- S1-S10: disabilità fisica; maggiore è il numero, meno grave è la limitazione allo svolgimento dello sport.
Dobbiamo considerare che atleti che presentano disabilità anche molto diverse tra loro – come per esempio la mancanza di arti superiori e inferiori – possono competere tra loro poiché le classi sportive sono assegnate in base all'impatto che ha una tale disabilità sul nuoto, e non sulla disabilità in se. - S11-S13: problemi di vista; anche in questo caso, si va dalla classe 11 in cui la cecità è pressochè totale, a 13 in cui il deficit visivo è meno grave.
- S14: deficit intellettivo.