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6 Gennaio 2024
12:29

Cos’è la classificazione energetica degli edifici e come si calcola

La classificazione energetica (suddivisa nelle categorie da A4 a G) è una valutazione che indica la qualità energetica dell’edificio misurandone il consumo di energia. Normativamente è regolato dalla “Legge 10” del 1991 e dall'Attestazione di Prestazione Energetica.

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Cos’è la classificazione energetica degli edifici e come si calcola
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La classificazione energetica di un edificio, o in generale di un immobile, è una procedura di valutazione che permette l'identificazione rapida del livello di consumo energetico dello stesso. Per esprimere la prestazione energetica di un edificio si usa una tabella con una scala di categorie che vanno da A4 (efficienza massima) a G (efficienza minima). La stima della classe energetica è regolamentata da specifiche norme del caso e deve essere certificata da un tecnico di settore. Tuttavia, i principi teorici su cui il calcolo si fonda sono pochi e di facile interpretazione anche per i non addetti ai lavori.

Per definire compiutamente la classe energetica di un immobile, solitamente ci si imbatte in due grosse categorie di problemi: il lato puramente burocratico, cioè ciò che è legiferato per adempiere al calcolo della classe energetica dell'immobile. La parte meramente tecnica che, sulla base di calcoli specifici e concetti di termodinamica, può darci un'idea chiara e quantificata dell'effettivo livello di consumo energetico dell'immobile.

Come si determina la classe energetica di un edificio o di una casa

L'idea è quella di avere un parametro chiave che descriva, in maniera univoca e sintetica, l'efficienza energetica della struttura in ragione di quanto abbiamo discusso in precedenza. Per fare questa quantificazione, lo strumento attualmente utilizzato è quello della classificazione: in sostanza, si divide il range di valori che un dato parametro può assumere e, in relazione al valore che questo avrà dalla stima delle sue prestazioni energetiche, si identificherà poi, appunto, la classe energetica.

A livello europeo, la prestazione energetica di un immobile viene determinata a partire da quello che va sotto il nome di Indice di Prestazione Energetica Globale Non Rinnovabile o EPgl, e viene misurato in kWh al metro quadrato di immobile. Rappresenta un indice direttamente collegato alla trasmittanza dei vari elementi che costituiscono l'involucro, di cui parleremo nel paragrafo successivo. Quindi, in sostanza questo indice misura l'energia che il fabbricato consuma nell'unità di tempo e per metro quadrato.

La tabella delle classi energetiche

Ecco le categorie ufficiali per la classificazione energetica degli edifici:

  • classe A4: EPgl < 0,40 kWh/m2;
  • classe A3: 0,40 kWh/m2 < EPgl < 0,60 kWh/m2;
  • classe A2: 0,60 kWh/m2 < EPgl < 0,80 kWh/m2;
  • classe A1: 0,80 kWh/m2 < EPgl < 1,00 kWh/m2;
  • classe B: 1,00 kWh/m2 < EPgl < 1,20 kWh/m2;
  • classe C: 1,20 kWh/m2 < EPgl < 1,50 kWh/m2;
  • classe D: 1,50 kWh/m2 < EPgl < 2,00 kWh/m2;
  • classe E: 2,00 kWh/m2 < EPgl < 2,60 kWh/m2;
  • classe F: 2,60 kWh/m2 < EPgl < 3,50 kWh/m2;
  • classe G: EPgl > 3,50 kWh/m2.

Tra la classe A4 e la classe G possono intercorrere diverse centinaia di euro all'anno in bolletta: più una casa è efficiente, infatti, meno energia sarà necessaria per mantenerla calda in inverno e fresca d'estate. Secondo la Direttiva Case Green, entro il 2030 ogni edificio residenziale dovrà raggiungere almeno la classe E ed entro il 2033 la classe D.

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Da cosa dipende il consumo energetico di un edificio

Un edificio consuma energia perché, sebbene fisicamente schermato dall'ambiente esterno, non lo è termodinamicamente. La fisica vuole infatti che vi sia un flusso di calore che migra dalle zone a temperatura maggiore a quelle a temperatura minore. La quantità di calore che viene disperso è direttamente proporzionale a un parametro tecnico chiamato trasmittanza, che identifica precisamente la performance termodinamica della compartimentazione dell'edificio. Più è grande questo numero (che varia al variare dei materiali coinvolti e degli spessori delle stratificazioni), peggio è per l'edificio dal punto di vista energetico.

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Come può un involucro essere più o meno performante di altri? Questo dipende sostanzialmente da parametri geometrici e termodinamici afferenti principalmente agli infissi presenti e ai sistemi di tamponamento (volgarmente identificati come involucro trasparente oppure opaco). Cioè, dipende da che materiali questi sono composti, quanto sono spessi e quanti strati formano l'oggetto. Al variare di queste tre macro-categorie di parametri cambia il valore della trasmittanza e cambia, in bene o in male, il flusso di calore che viene scambiato con gli ambienti esterni (d'inverno) o viceversa (nel periodo estivo).

Pertanto, il posizionamento, la tipologia e la dimensione di infissi o muri di perimetro di un immobile non può essere scelta a caso, o per soli motivi legati al design e al gusto soggettivo degli utenti, ma devono essere studiati da tecnici di settore che possano consigliare, a seconda delle condizioni al contorno, la migliore soluzione per il caso specifico.

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Chi stabilisce la classe energetica di un immobile e con quali normative

Il documento legislativo che regola e disciplina in tematiche di efficientamento energetico e classificazione energetica origina dalla cosiddetta “Legge 10” del 1991. Oggi aggiornata in diversi aspetti, fino all'ultimo aggiornamento del 2015, non cambia nella sostanza e negli obblighi. Nei fatti, il decreto legislativo introduce la necessità di redigere uno specifico elaborato tecnico che rappresenti una relazione energetica dell'immobile a seguito di un progetto ex-novo o di determinati interventi volti al miglioramento energetico del fabbricato. Lo possono redigere solo particolari figure tecniche, come Ingegneri, Architetti e Geometri, abilitati alla redazione di questo documento per il tramite di uno specifico corso di formazione. Visto che il documento trae le sue origini proprio dalla Legge che per prima lo ha introdotto, è solitamente chiamato appunto, impropriamente, Legge 10. Impropriamente perché nei fatti è una relazione tecnica, tra l'altro specifica dell'immobile di riferimento, e non una legge appunto.

Concetto diverso da questo, sebbene intimamente collegato, è rappresentato dall'Attestazione di Prestazione Energetica (acronimato in APE). Questo documento, sempre redatto da un tecnico abilitato, rappresenta una scheda sintetica delle caratteristiche energetiche dell'immobile così come si trova. È un documento che può avere diversi scopi ma risulta in alcuni casi obbligatorio per legge nella sua redazione, per esempio durante un atto di compravendita dell'immobile.

Il ruolo degli incentivi fiscali

Propendere verso un incremento della classe energetica di un immobile non è solo un vantaggio per gli utenti che ne fanno uso, per effetto del risparmio in termini economici e la capacità di avere un sistema più efficiente sotto questo aspetto, ma anche un vantaggio per la collettività! Questo perché se un immobile risulta meno energivoro, allora garantirà più energia da consumare altrove e, al tempo stesso, meno dispendio energetico che si traduce poi indirettamente in inquinamento ambientale di qualche variegata forma. Per tale ragione, lo stato ha interesse ad agevolare interventi che mirino a migliorare le performance energetiche attese di quanti più immobili possibile. Sulla scia di queste motivazione, nascono, già dal 2007 (Decreto Ministeriale del 19 febbraio), delle disposizioni in materia di detrazione di spese economiche che mirino a riqualificare energeticamente immobili esistenti. Rappresenta un modo diretto che lo stato mette in campo per migliorare la qualità del costruito per la collettività, ne sono esempio i famosi ecobonus e superbonus.

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