Il disco in vinile è un supporto musicale dal grande fascino: dopo un periodo di semi-abbandono causato dal boom dei CD, negli ultimi anni sta ritornando in voga anche tra i giovanissimi. Ma come si produce un disco in vinile?
Il punto di partenza è la traccia audio, che viene registrata con dei microfoni e poi incisa su un supporto in alluminio tramite una puntina vibrante. Questo supporto in alluminio sarà la matrice per creare tutti gli stampi per i dischi in vinile. Una volta ottenuti gli stampi, si riscalderanno col vapore dei blocchetti di materiale plastico (PVC) che, venendo pressati tra gli stampi, otterranno il classico aspetto da “disco”. Dopo l’aggiunta delle etichette e l’imbustatura, il vinile è pronto per essere venduto.
Ma come fa la musica ad essere “incisa”? È solo un solco in un disco di plastica.
In realtà questo solco è irregolare e le sue pareti, inclinate a circa 45°, fanno vibrare la puntina. Questa vibrazione permette di ricreare l’onda sonora originaria e, quindi, la canzone che vogliamo ascoltare. Sembra complesso, ma guardando nel video le immagini del vinile al microscopio, tutto sarà più chiaro. Al contrario, i CD sfruttano un diverso meccanismo – basato sulla conversione da analogica a digitale della musica – e ormai da anni i due mezzi sono al centro di discussioni per capire quale dei due abbia la migliore qualità audio. Guarda questo video per scoprire quale, da un punto di vista tecnico, è superiore all’altro.
In questo video scopriremo come è fatto un vinile al microscopio, quali sono i macchinari che permettono di produrre dischi in vinile e come fanno dei semplici solchi nella plastica a dar vita a tutte le nostre canzoni preferite.