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L'Italia è un Paese che vanta un enorme numero di edifici storici che, per rimanere a disposizione di tutti, permettendo a chiunque di godere della loro bellezza e del loro pregio, devono essere regolarmente restaurati. Ecco allora che vi spieghiamo in che modo gli edifici storici vengono restaurati, quali sono le fasi, e che cosa si fa, nel concreto con tecniche e materiali, per preservare e valorizzare la bellezza del costruito avente valenza storica ed artistica nel nostro paese.
Le fasi delle attività di restauro
Vediamo in che modo, e secondo quali fasi, è suddiviso il processo di restauro di un edificio antico.
L'indagine preliminare e la diagnostica
Prima di qualsiasi intervento, è cruciale capire lo stato di salute dell'edificio. In questa fase è di fondamentale importanza comprendere esattamente di cosa ha bisogno l'edificio da restaurare, quali sono le problematiche che lo affliggono e quali gli interventi mirati. In questa fase si procede, in primo luogo, allo studio architettonico ed ingegneristico dell'edificio, si stabilisce quando è stato costruito, chi l'ha progettato, quali modifiche ha subito nel tempo (aggiunte, demolizioni, cambi di funzione), eventi significativi (incendi, terremoti, guerre). Al fine di ottenere le informazioni necessarie, i tecnici cercano documenti in archivi storici (di stato, comunali, privati), biblioteche, mappe antiche, fotografie d'epoca, testamenti, atti notarili. A volte si consultano anche testimonianze orali, qualora ve ne siano di disponibili.
Si esegue poi una analisi dei materiali con cui l'edificio è stato costruito. Infatti è fondamentale conoscere il materiale con cui l'edificio è stato realizzato, in quanto ogni materiale ha una sua risposta caratteristica a sollecitazioni quali i carichi, ma anche al degrado dovuto a fattori esterni, che inevitabilmente "attacca" l'edificio. Si prelevano, quindi, piccoli campioni non invasivi dall'edificio, che vengono poi analizzati in laboratorio. Si usano tecniche chimiche (es. spettroscopia, cromatografia) per capire la composizione e tecniche fisiche (es. test di assorbimento d'acqua, microscopia) per studiare la struttura e il comportamento.
Si procede poi ad una stima ed alla identificazione delle cause del degrado. Tra le cause primarie di degrado degli edifici storici vi è il tempo, ma anche l'umidità. La risalita capillare di acqua dal terreno, infiltrazioni da coperture o grondaie difettose, condensa, rappresentano un pericolo importante per gli edifici storici e di valore storico. Altre cause del degrado possono essere gli agenti chimici presenti nell'aria (es. anidride solforosa, ossidi di azoto) che reagiscono con i materiali da costruzione (pietre, malte), causando erosione, croste nere, degrado chimico.
Il movimento del terreno è una ulteriore causa di degrado degli edifici. Infatti, movimenti tellurici che causano fessurazioni, crolli o indebolimenti strutturali. Anche assestamenti differenziali del terreno possono portare a gravi danni.
La progettazione dell'intervento
Una volta compreso il problema, si passa alla fase progettuale. Nella scelta dell'intervento e del progetto, si applica una regola che, ad oggi, è considerata aurea nel mondo del restauro: quella del minimo intervento.
Infatti, quando si procede al restauro di un edificio, in genere si preferisce consolidare anziché ricostruire ripartendo da zero. Si restaurano solo le parti ammalorate, L'invecchiamento e le piccole imperfezioni fanno parte della storia dell'edificio e non vanno cancellate, a meno che non siano causa di degrado. Le tracce del passato, come strati di intonaco o segni di modifiche, sono preziose e devono essere preservate come parte della sua identità.
Un altro principio cardine è la reversibilità. Questo significa che i materiali e le tecniche utilizzati nel restauro dovrebbero essere concepiti in modo da poter essere rimossi in futuro, senza causare danni all'originale.
Il cantiere di restauro
Questa è la fase operativa. Gli interventi di restauro possono essere suddivisi nelle seguenti macro-categorie. Abbiamo prima di tutto gli interventi di consolidamento strutturale, in cui si interviene al fine di prevenire eventuali collassi della struttura.

Gli interventi in questo senso consistono in:
- Iniezioni di malte fluide: per riempire vuoti e fessure nelle murature, migliorandone la coesione e la capacità portante. Si usano malte a base di calce idraulica naturale, compatibili con le murature antiche;
- Cuci e scuci: tecnica tradizionale che prevede la rimozione selettiva di elementi murari degradati e la loro sostituzione con nuovi elementi (mattoni o pietre) di forma e materiale analoghi, legati con malte compatibili;
- Cerchiature e tiranti: per contrastare spinte e sbandamenti di murature o volte. Si usano tiranti in acciaio opportunamente dimensionati, talvolta pre-tesi, o cerchiature per contenere le spinte orizzontali. L'impatto visivo è ridotto al minimo o reso reversibile;
- Consolidamento di solai e coperture: spesso si interviene rinforzando le strutture lignee esistenti con protesi in legno o con l'aggiunta di nuove membrature che lavorino in sinergia con quelle originali. Si possono usare anche materiali compositi (fibre di carbonio, fibre di vetro) in modo mirato e reversibile.

Fonte Di Stanisław Skowron – Opera propria, Pubblico dominio.
Le successive fasi di intervento prevedono il restauro delle superfici, quali facciate ed anche affreschi all'interno del palazzo stesso.
Il monitoraggio e la manutenzione post-restauro:
Il lavoro non finisce con il completamento dell'intervento. Una volta terminato di restaurare un edificio, è necessario procedere con tutta una serie di nuove valutazioni, al fine di valutare se l'intervento di restauro ha dato i frutti sperati. Si parte quindi con una generale verifica dell'efficacia dell'intervento. Si valuta, per esempio, se le fessure che si è proceduto a riempire con le malte non stiano presentando crepe o segni di ammaloramento precoce. Si valuta se l'umidità di risalita è scesa sotto un valore percentuale ammesso, precedentemente stabilito.
In questa fase si valuta, poi, la comparsa di ulteriori nuovi problemi che certamente richiederanno un intervento in futuro. Primi segnali di fessurazioni, macchie di umidità, deformazioni eccessive richiedono di essere tempestivamente riconosciute al fine di procedere ad una valutazione efficace. A livello strutturale, gli elementi strutturali vengono poi osservati ed analizzati al fine di valutare se l'intervento di restauro garantisce un livello minimo di rischio accettato di attingimento di stati limite di esercizio.
Tra le tecnologie più utilizzate, vi sono, ad esempio, sensori di movimento IoT, in grado di leggere le tensioni, le deformazioni, le fessurazioni degli elementi strutturali, restituendo dati in modo costante. Questi dati vengono poi elaborati da tecnologie che si avvalgono anche del supporto della IA, e sono in grado di indicare al tecnico quali parti dell'edificio risultano bisognevoli di un intervento di restauro-ristrutturazione e messa in sicurezza strutturale.
Sfide e criticità del restauro
È necessario procedere a mirate attività di restauro in quanto, attraverso le opere di restauro, si preserva il valore storico e culturale dell'edifico in sé. Questo comporta il mantenimento di un vero e proprio dialogo tra presente e passato, in quanto ogni edificio, dal palazzo nel centro di una grande città d'arte, ad una semplice casetta di campagna, ci racconta una storia, e salvaguardare ogni edifico che abbia una certa valenza storico-culturale significa valorizzare la nostra cultura, la nostra identità di popolo e di appartenenza nazionale.
Ogni attività di restauro racchiude un significativo valore economico e sociale. Un edificio storico recuperato non è solo un monumento da ammirare, ma un potenziale motore di sviluppo. Può diventare un museo che attira visitatori, un centro culturale che rivitalizza un quartiere, un ufficio o un'abitazione che offre nuovi spazi di vita e lavoro, o persino un'attività commerciale che genera indotto.
Restaurare un edificio storico rappresenta una attività interessante, utilissima e preziosa ma che, comunque, presenta molte criticità. Una prima criticità è rappresentata, sicuramente, dal problema del bilanciamento tra conservazione e funzionalità. Questo significa, per i tecnici chiamati ad eseguire le attività di restauro, la necessità di trovare un punto d'incontro tra la conservazione di ciò che è antico e risalente nel tempo, e ciò che, invece, è legato alla modernità e spesso connesso con esigenze di natura tecnica.
Questo comporta anche un secondo problema, quello relativo a scelte etiche e metodologiche per procedere al restauro. Il punto cruciale è fino a che punto ci si può spingere nel ripristino? Qual è il limite tra restauro conservativo e falso storico? C'è poi il problema dei costi delle attività di restauro. Svolgere attività di restauro è una attività a grande valore aggiunto, e necessità quindi di ingenti somme di denaro. Spessissimo, la mancanza di fondi, comporta la necessità di arrivare al compromesso tra i costi, appunto, e le attività che si sceglie di eseguire. Questo può, in alcuni casi, portare a risultati parziali.