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Come vengono demoliti in modo controllato gli edifici? La spiegazione delle varie fasi

Demolire un edificio o una struttura può essere un'operazione ardua che necessita particolari riflessioni ingegneristiche. Quali sono i punti principali?

29 Agosto 2023
18:00
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Come vengono demoliti in modo controllato gli edifici? La spiegazione delle varie fasi
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Si ricorre a demolizione ogni qual volta ci troviamo davanti ad una struttura obsoleta, cioè strutture per le quali qualsiasi intervento di rinforzo o adeguamento potrebbe risultare poco efficace per migliorarne le condizioni. In molti casi quindi le operazioni di demolizione rappresentano una delle soluzioni più vantaggiose per ridurre i rischi di collasso. In altri casi, rappresentano soluzioni di ammodernamento o semplicemente dismissione di aree precedentemente industriali. Di recente, molte demolizioni hanno seguito la scia dell'utilizzo degli incentivi statali legati al sismabonus (o superbonus nella versione più completa) per ammodernare o adeguare immobili con scarse caratteristiche statiche.

Cosa hanno di particolare queste operazioni dal punto di vista tecnico? Non basta semplicemente rompere fino a quando tutto è crollato? L'obiettivo di questo articolo è proprio quello di capire, brevemente, quali sono le principali ragioni che richiedono un vero e proprio intervento di tecnici specializzati per fronteggiare queste operazioni, classificate tra le attività in campo edile con il più alto livello di rischio.

Perché occorre demolire?

Le ragioni che portano alla decisione tecnica demolire un immobile o un'infrastruttura possono essere diverse. Tra i principali troviamo certamente quelli associati al degrado strutturale, cioè quando la struttura rischia di crollare anche sotto il proprio peso. Altre ragioni possono essere legate ad una perdita di funzionalità di un'opera, perché magari sostituita da altre maggiormente accessibili o in generale migliori. In altri casi ancora, la demolizione è utilizzata come strumento ultimo per sanare un abuso esistente, associato cioè ad opere che non hanno le carte in regola per stare dove stanno.

Di certo, la condizione più difficile da gestire tecnicamente e è associata alla demolizione indotta da una mancanza di requisiti di resistenza e stabilità dell'opera. Questo perché se l'opera già fa fatica a mantenersi così, può essere suscettibile di un crollo improvviso e non controllato durante queste delicate operazioni.

perche demoliamo

Il controllo della demolizione

Qual è effettivamente il compito dei tecnici che progettano e gestiscono una demolizione? Sono molti in realtà. Primo fra tutti è quello di garantire la sicurezza in ogni fase operativa di riferimento. Sicurezza degli operai, ovviamente, ma anche di tutto il costruito che sta intorno alla struttura da demolire. Per fronteggiare queste problematiche esistono delle norme apposite che disciplinano le predisposizioni tecniche del caso. Un secondo compito è associato all'ottimizzazione delle risorse economiche e tecniche necessarie per l'effettiva demolizione: banalmente, ottimizzare il quantitativo di ordigni necessari a far crollare la struttura, oppure agire su pochi elementi e garantire il crollo a cascata della rimanente parte di struttura.

Quindi, come si controlla una demolizione?

  • Nel caso in cui si proceda con un approccio tradizionale, la demolizione avviene in ordine inverso rispetto a quello di costruzione. Si parla anche di tecnica top-down, in quanto si parte dall'alto per finire alle quote basse della struttura. Questo evita l'innesco di crolli inaspettati, in quanto la procedura rispetta la gerarchia di importanza degli elementi strutturali presenti (infatti, ad esempio, quando si costruisce un edificio si comincia sempre dalle fondazioni).
  • Se invece si ci riferisce ad un approccio non convenzionale, allora il concetto di riferimento diventa il controllo della cinematica del crollo, cioè la caratterizzazione dei movimenti che si instaurano durante l'effettivo collasso strutturale indotto. Si effettua cioè una previsione del crollo ottimale e si fa in modo che – con il giusto quantitativo e la giusta disposizione di esplosivi (ad esempio) – si converga verso questa condizione.

Progettare una demolizione vuol dire quindi:

  • Ridurre l'inquinamento acustico e atmosferico generato dal crollo;
  • Minimizzare gli impatti statici sulle strutture presenti al contorno;
  • Ottimizzare i materiali utilizzati per l'intervento.
demolizione controllata 1

Le principali tecniche di demolizione

La demolizione si sviluppa sempre in due fasi:

  • Fase primaria, cioè quando si realizza l'abbattimento delle strutture;
  • Fase secondaria, cioè quando si frantuma completamente il materiale proveniente dalla fase primaria per permetterne lo smaltimento o il riciclaggio.

La stessa può avvenire principalmente secondo due distinte tecniche: demolizione convenzionale e non convenzionale.

Demolizione convenzionale

Si utilizzano solitamente per edifici di modeste dimensioni, ad esempio tramite organi meccanici di ausilio, quali pinze demolitrici o frantumatrici. Queste hanno preso il posto delle più scenografiche bocce per demolizione. Quando si ha a che fare con demolizioni da svolgere in ambienti particolari, si ricorre alle tecniche di taglio a freddo con acqua ad alta pressione, che hanno preso il posto dello storico ossitaglio. Meno comune è la tecnica di demolizione manuale, tuttavia ancora utilizzata in quei casi dove è necessario effettuare un recupero di materiale impiantistico o la rimozione di elementi in carpenteria metallica facilmente "smontabili".

Demolizione non convenzionali

Quando si ha a che fare con grandi infrastrutture o edifici di importanti dimensioni, le tecniche maggiormente utilizzate comprendono la presenza di esplosivi opportunamente dimensionati: tramite l'esplosione viene indotto un crollo secondo uno specifico "cinematismo". Si può avere, in questi casi, un crollo per implosione (il crollo converge verso l'interno della struttura), per ribaltamento (la struttura si ribalta su di un lato) o per caduta verticale (la struttura cede in direzione verticale tutta d'un pezzo). Il differente cinematismo è innescato da una differente distribuzione delle microcariche esplosive sugli elementi portanti. Queste microcariche sono poi fatte detonare secondo una sequenza prestabilita, solitamente ottenuta mediante preventive simulazioni numeriche.

Alcuni esempi recenti

Tra le più recenti demolizioni oggigiorno effettuate, possiamo ricordare quella del Ponte Morandi, a Genova, resasi necessaria dopo il collasso parziale verificatosi qualche anno prima. In questo caso la demolizione è avvenuta con uso di esplosivi ed è stata progettata in modo tale da limitare i danni alle strutture di contorno.

In Germania, di recente è stata effettuata una demolizione del Ponte nella Valle di Rahmede. Le immagini di seguito mostrano l'innesco delle cariche di esplosivo che, simultaneamente, causano la rottura delle pile di sostegno dell'impalcato, che cade per la mancanza di un supporto efficace. Si può notare come il crollo segua una precisa cinematica che permetta di limitare l'estensione della zona interessata dalle macerie e al tempo stesso consentire una maggiore frantumazione indiretta di materiale a seguito del crollo.

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