Alle 21:23 di martedì 4 giugno un bolide molto luminoso di colore verdastro ha attraversato per circa 3,6 secondi i cieli di tutta Italia, soprattutto al Centro e al Nord, con decine di segnalazioni da Lazio e Abruzzo fino alla Liguria e al Veneto, ma anche da Slovenia, Croazia e in alcune località del Sud Italia come Sorrento e Avellino. La meteora è apparsa come una “stella cadente” con una lunga scia luminosa in direzione da sudest a nordovest, con la differenza che la sua luminosità era molto più intensa. L'evento è stato catturato anche dalle camere di PRISMA (acronimo di Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), in particolare quelle di Folignano (provincia di Ascoli Piceno) e Amelia (provincia di Terni) in Umbria. Incrociando i dati raccolti da queste due camere abbiamo informazioni precise su cos'era e come si è svolto questo breve ma suggestivo fenomeno celeste.
Come tutti i bolidi, si trattava di una meteora particolarmente luminosa, cioè un frammento roccioso che attraversa la nostra atmosfera ad alta velocità. Si parla di “bolide” quando la luminosità della meteora supera quella massima di Venere, che è il corpo celeste più luminoso nel nostro cielo dopo il Sole e la Luna. Le meteore – e i bolidi in particolare – possono essere frammenti di asteroidi, comete oppure di materiale artificiale (come la spazzatura spaziale). Per esempio, il luminosissimo bolide recentemente avvistato in Spagna e Portogallo era di origine cometaria, mentre quello del 4 giugno nel Centro-Nord era di origine asteroidale. Secondo l'analisi di PRISMA, si trattava infatti di un asteroide di tipo Apollo, la cui distanza minima dal Sole è inferiore a quella dell'afelio terrestre, cioè il punto dell'orbita terrestre più lontano da Sole. L'alta luminosità era dovuta alla grande velocità del meteoroide, e il conseguente attrito con l'atmosfera che scalda il corpo fino a renderlo particolarmente incandescente.
La traiettoria del meteoroide che ha dato origine al bolide è passata sopra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nelle Marche, precisamente da Monte Fraitunno (in provincia di Ascoli Piceno) al Colle d'Oncia (in provincia di Macerata), per una lunghezza totale di circa 20 km. La velocità del meteoroide era di 17 km/s (circa 61.000 km/h) una volta entrato in atmosfera, scesa a 9 km/s (circa 32.000 km/h) una volta che il bolide si è “spento”. Essendo una velocità relativamente alta, è estremamente probabile che il meteoroide si sia disintegrato completamente nell'atmosfera per via del forte attrito con l'aria.