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16 Luglio 2024
17:26

Cosa sono e a cosa servono le torri idriche degli acquedotti che vediamo in giro per le città

Serbatoi pensili e torrini piezometrici permettono all'acqua di arrivare nelle nostre case dalla sorgente idrica di partenza. Spesso le torri idriche sono grosse strutture a fungo in cemento armato, con forma e altezza tale da garantire le funzioni essenziali per la rete idrica cittadina.

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Cosa sono e a cosa servono le torri idriche degli acquedotti che vediamo in giro per le città
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I torrini piezometrici (o serbatoi pensili, o torri idriche) sono strutture che fungono da serbatoi d'acqua a una quota tale da garantire l'erogazione e la distribuzione di acqua negli edifici circostanti grazie al principio dei vasi comunicanti. Non è difficile osservarli in città: solitamente hanno a forma di fungo, alte decine e decine di metri, posizionate in zone piuttosto pianeggianti del territorio ma apparentemente senza un chiaro motivo. Si tratta di particolari opere idrauliche che permettono all'acqua che usiamo tutti i giorni di arrivare nelle nostre abitazioni. Vengono utilizzate quando le zone da servire si sviluppano su un territorio con poco dislivello di quota, ovvero quando si ha una rete da servire con punti molto distanti dalla fonte idrica di partenza. Il loro funzionamento e posizionamento segue specifiche leggi di idraulica che ne definiscono principalmente la loro dimensione e la loro altezza.

Il principio di funzionamento di un serbatoio

L'acqua all'interno delle nostre abitazioni, o in generale in qualsiasi edificio, arriva passando da una intricata rete di tubature che hanno come punto di partenza una struttura posizionata in un punto strategico e collegata a sua volta dall'acquedotto principale alla sorgente idrica da cui la rete attinge. Pertanto, la rete idrica cittadina ha come punto di partenza un'opera idraulica che deve assicurare 3 principali servizi:

  • Il punto di partenza deve essere sufficientemente alto da garantire la giusta energia al servizio della rete, cioè deve essere in grado di far muovere l'acqua sfruttando la forza di gravità e servendo comunque anche punti più sfavoriti con una sufficiente pressione di uscita;
  • L'opera deve accumulare un quantitativo di acqua sufficiente che sia in grado di servire la rete in tutti i momenti della giornata, anche in quelle ore cosiddette di punta, dove la richiesta idrica è la massima giornaliera;
  • L'opera deve garantire un accumulo tale da ottemperare alla cosiddetta funzione di "riserva", ovvero il possedere un quantitativo di acqua tale da garantire in ogni evenienza una disponibilità di acqua in vicinanza all'abitato.

Per fronteggiare questi servizi richiesti dalla rete, è necessario costruire un serbatoio, cioè appunto un'opera idraulica ben posizionata sul territorio e tale da garantire i quantitativi di acqua richiesti. Solitamente, i serbatoi vengono realizzati come strutture interrate o seminterrate, per comodità tecnologica in primis ma anche per avere un'efficace protezione termica nei confronti dell'acqua contenuta, per effetto delle oscillazioni, stagionali e giornaliere, di temperatura.

I serbatoi pensili e le torri piezometriche

Quando la conformazione plano-altimetrica del territorio non permette la localizzazione di un punto altimetricamente favorevole a dare il giusto quantitativo di energia all'acqua, si ricorre ai cosiddetti serbatoi pensili, che sono enormi strutture che solitamente vediamo nei centri abitati a sviluppo principalmente pianeggiante. Un serbatoio pensile svolge le esatte funzioni di un serbatoio interrato o seminterrato, con la differenza che la prima delle tre funzioni viene realizzata artificialmente mettendo appunto ad una giusta quota il pelo libero dell'acqua in esso contenuta. Possiamo avere serbatoio pensili alti anche 30-40 m!

In alcuni casi, le tre funzioni possono essere gestite da diverse opere idrauliche: le funzioni di accumulo e riserva vengono gestite da un serbatoio interrato, mentre la messa in quota dell'acqua viene garantita appunto da un torrino piezometrico, una struttura a torre in cui l'acqua è contenuta ad altezze elevate, sebbene con quantitativi modesti rispetto al serbatoio pensile. Questo permette di raggiungere altezze con minori sforzi tecnologici e minore impatto visivo.

torrino piezometrico
Credit: Laima Gūtmane, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

La struttura interna

All'interno di un serbatoio pensile o di un torrino piezometrico troviamo delle strutture di elevazione per l'accesso ai locali in quota, che fungono da controllo alla zona in cui è presente l'acqua. Nella parte sommitale, invece, la camera di accumulo di acqua è meticolosamente isolata, onde evitare perdite o infiltrazioni di acqua all'interno delle strutture portanti o comunque fuoriuscite esterne di quantitativi di acqua. Non solo! Infatti, per garantire la giusta protezione dall'azione della temperatura esterna e dai raggi diretti del Sole, gli elementi di perimetro e di copertura del serbatoio pensile sono sempre doppi, di modo da realizzare appunto una camera d'aria di protezione. Le pareti interne sono poi rivestite da materiale tipicamente usato anche nei serbatoi interrati.

Oltre alle strutture di protezione e supporto, un serbatoio pensile si compone di un dedicato impianto idraulico necessario al suo funzionamento, solitamente almeno dotato di una tubazione di ingresso ed una in uscita, ovvero quella che si collega poi alla rete idrica cittadina. Queste tubazioni possono avere anche diametri importanti, a seconda delle esigenze della rete cittadina. Invece, le capacità di accumulo sono solitamente limitate in questo caso, anche se esistono rari casi con capacità di qualche migliaio di metri cubi.

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Le diverse tipologie di torri idriche

Torri piezometriche e serbatoi pensili sono diffusamente presenti sul nostro territorio, specialmente nelle zone pianeggianti dove il loro impiego è necessario per l'approvvigionamento idrico cittadino. Nel tempo, l'unione di esigenze idrauliche, vincoli paesaggistici e tecnologici, hanno aperto un grosso ventaglio di opportunità tipologiche, a partire dalla conformazione strutturale e dall'ingombro in elevazione.

Possiamo quindi trovare torri formate da un reticolo di travi e pilastri in cemento armato, solitamente a struttura radialsimmetrica. Su questo reticolo, si poggia il serbatoio vero e proprio, il cui ingombro in pianta e in altezza è definito dalle esigenze della rete e dal ruolo della torre. In altri casi, possiamo trovare strutture sempre in cemento armato, ma a guscio, formate da grossi setti che si estendono per tutta l'elevazione e con delle diramazioni nella zona terminale, con aperture tali da ospitare il volume di accumulo richiesto all'opera idraulica. In questi casi, solitamente si parla di strutture a fungo, per le evidenti similitudini geometriche. In molti casi si hanno anche strutture tralicciate e serbatoi in acciaio, sebbene queste siano meno diffuse per la realizzazione di serbatoi a servizio di reti idriche cittadine. Infatti, queste soluzioni sono solitamente utilizzate per la realizzazione di opere a servizio di impianti industriali, dove il problema di protezione termica è meno impattante.

Riferimenti
G. Ippolito - Appunti di Costruzioni Idrauliche
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