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16 Aprile 2022
12:00

Il funzionamento degli acquedotti: dal prelievo dell’acqua alle nostre case

Gli acquedotti sono una parte essenziale del ciclo idrico integrato, cioè di quel processo che ci permette di trasportare l'acqua da una fonte alle nostre case. Ma come funzionano?

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Il funzionamento degli acquedotti: dal prelievo dell’acqua alle nostre case
Acquedotti

Gli acquedotti sono delle infrastrutture che, come tutti sappiamo, permettono all'acqua di arrivare nelle nostre case. A noi sembra un'azione banale quella di aprire il rubinetto per riempire un bicchiere, ma prima di arrivare lì quell'acqua ha viaggiato dal sottosuolo alla superficie, è stata analizzata, controllata e distribuita; dopo il nostro utilizzo verrà raccolta, trattata e riportata in natura. Insomma, si tratta di un ciclo piuttosto complesso, all'interno del quale l'acquedotto ricopre uno dei ruoli più importanti. Ma a cosa serve esattamente questa struttura? E come funziona?

Come funzionano gli acquedotti?

Prima di parlare degli acquedotti è necessario introdurre il concetto di "ciclo idrico integrato", cioè quella serie di operazioni che ci permettono ogni giorno di avere acqua fresca e potabile nelle nostre case e di reintegrarla nell'ambiente dopo il nostro utilizzo. Più nello specifico, l'acquedotto copre le prime tre fasi di questo ciclo idrico integrato: captazione, potabilizzazione e distribuzione.

Captazione

La captazione consiste nel prelevare l'acqua da una fonte (sorgenti, pozzi o captazioni superficiali) tramite delle opere di presa. Le sorgenti superficiali vengono utilizzate principalmente in agricoltura mentre l'acqua di falda, essendo stata filtrata almeno parzialmente dal terreno, è quella che arriva alle nostre abitazioni. Ciò non vuol dire che questa sia già potabile: per questo motivo, come vedremo a breve, viene compiuto un processo di potabilizzazione.

Potabilizzazione

L'acqua prelevata viene sottoposta a rigidi controlli e, se non rientra in specifici parametri, è necessario effettuare una serie di processi di filtrazione e sterilizzazione per renderla potabile e sicura. Solitamente si utilizzano trattamenti come l'osmosi inversa, l'ossidazione oppure i carboni attivi.

Distribuzione

Dopo essere stata potabilizzata l'acqua viene solitamente inviata ad un serbatoio (spesso a forma di "torre") che permette di immagazzinare l'acqua prima di inviarla alla rete idrica. Il vantaggio di utilizzare un serbatoio è quello di riuscire ad accumulare acqua nei momenti in cui la richiesta è minore e di distribuirla quando la richiesta è maggiore. Se non ci fossero si rischierebbe di aprire il rubinetto e non veder scendere nulla!
Ma come arriva l'acqua dal serbatoio alle nostre case? Normalmente la rete idrica porta l'acqua in prossimità delle nostre case tramite tubature e, una volta arrivata qui, queste si allacciano alla rete secondaria, cioè alle tubazioni che arrivano fino ai nostri rubinetti.

serbatoio torre

Purtroppo la rete idrica italiana è un colabrodo: a causa della bassa qualità delle tubature, circa il 42% di tutta l'acqua trasportata viene persa lungo il tragitto sotto forma di perdite. In particolare UmbriaAbruzzoLazioSardegna e Sicilia si posizionano tra i primi posti in termini di perdite idriche con valori superiori al 50%.

Gli acquedotti romani

Non possiamo non parlare brevemente degli acquedotti romani, opere ingegneristiche che tutt'oggi (almeno parzialmente) esistono ancora. Nonostante l'acquedotto non sia un'invenzione romana (era già presente nella civiltà minoica e mesopotamica), a loro spetta il merito di averla perfezionata enormemente, rendendo queste opere famose anche al giorno d'oggi. Il primo acquedotto romano si ritiene essere quello costruito a Roma dal Console Appio Claudio nel 312 a.C. Parliamo di più di 2300 anni fa!

acqua appia

Queste importanti strutture erano concettualmente simili a quelle odierne – o per meglio dire, quelle odierne sono simili a quelle romane. In quegli acquedotti l'acqua veniva prelevata in corrispondenza delle sorgenti e, tramite delle apposite condotte, trasportate per lunghe distanze. Queste condotte potevano essere sia a cielo aperto sia scavate nella roccia (come nel caso di Napoli Sotterranea) ed erano tutte caratterizzate da una bassa inclinazione: questo era necessario per permettere all'acqua di essere trasportata a grandi distanze dalla sorgente. Una volta raggiunta la città d'interesse, l'acqua veniva lasciata decantare all'interno di apposite vasche, così da depositare l'eventuale carico in sospensione.

Nonostante di acquedotti romani ne siano stati costruiti parecchi, tra i più importanti possiamo ricordare l'Acqua Claudia (a Roma), il Pont du Gard (in Francia), l'acquedotto di Segovia (in Spagna) o l'acquedotto di Valens (in Turchia).

pont du gard
Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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