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Il massetto rappresenta uno degli strati orizzontali dell'abitazione più vicini ai nostri piedi, è una componente dell'organismo edilizio che funge da sostegno e strato di posizionamento della futura pavimentazione. È composto da una miscela di cemento e sabbia, legati tra loro dall'aggiunta di opportune quantità di acqua, ed è fondamentale per la generazione di una superficie finale livellata e adatta a ospitare la pavimentazione, motivo per il quale diventa essenziale la tecnica di miscelazione, lavorazione e stesa dell'impasto.
A cosa serve il massetto
Come detto, il massetto contribuisce al livellamento dello strato finale di orizzontamento, realizza cioè effettivamente il piano di supporto alla pavimentazione. Questo strato si presenta con spessori nell'ordine dei centimetri (da 4 a 8), e viene realizzato tendenzialmente al di sopra di uno strato cosiddetto di sottofondo, similare e in alcuni casi confuso con il massetto stesso:
In realtà appunto, lo strato di sottofondo precede la stesura del massetto, esso garantisce alloggio al sistema di impianti (elettrici e idraulici) a terra e consente dunque di ridurre il gap da recuperare per raggiungere la quota finale a cui dovrà essere posizionato il pavimento. Ha anche un ruolo fondamentale nelle performance di isolamento termico e acustico degli ambienti. Al di sopra di questo strato può essere realizzata una barriera impermeabile (barriera al vapore), che fungerà dunque da superficie di avvio alla creazione del vero massetto.

Il massetto contribuisce alla corretta distribuzione dei carichi dalla pavimentazione verso gli strati profondi, motivo per il quale è realizzato mediante cemento di migliore qualità rispetto agli strati di sottofondo (che anzi sono solitamente più leggeri proprio per evitare di gravare inutilmente come peso "morto"). All'interno di questo, troviamo alloggio per i radianti a pavimento, qualora l'impianto termico dell'abitazione li preveda. L'applicazione del massetto – in quanto strato "superficiale" – necessita dunque di una oculata definizione tecnologica, in relazione a quale sarà l'utilizzo della pavimentazione che vi sarà realizzata sopra. Infatti, se abbiamo a che fare con pavimentazioni che hanno necessità di sostenere importanti carichi (ad esempio un parcheggio), allora le caratteristiche meccaniche del massetto dovranno essere più performanti di quelle tradizionali. Questo può avvenire cambiando la tipologia di cemento utilizzato, ovvero variando lo spessore dello strato. In alcuni casi, il miglioramento può avvenire anche mediante inserimento di una rete metallica collaborante.
Può accadere che i due strati vengano realizzati con il medesimo materiale ed in unica soluzione, identificando dunque un unico spessore che viene tendenzialmente chiamato massetto, anche se non sono da escludere casi in cui tutto lo strato possa essere invece chiamato sottofondo. Ciononostante, le funzioni degli strati restano le medesime.
Principali tipologie di massetto e materiali
Tra i massetti di più diffusa applicazione troviamo quelli realizzati direttamente in cantiere miscelando opportunamente cemento, sabbia e acqua. Tuttavia, oggigiorno sono presenti in commercio soluzioni tecnologiche differenti, come ad esempio i cosiddetti massetti autolivellanti, ovvero massetti realizzati con aggiunta di additivi chimici che ne variano drasticamente la fluidità, garantendone implicitamente capacità di livellamento automatico e riducendo contestualmente la manodopera necessaria. È possibile anche utilizzare cosiddetti massetti a secco, venduti in lastre e non necessitanti di acqua per la posa.
A seconda della fornitura poi, il massetto può essere definito preconfezionato o predosato. Il primo viene realizzato sempre in cantiere ma tramite procedure automatizzate di dosaggio e miscelazione. Il secondo viene invece miscelato in cantiere, mentre le dosi dei vari ingredienti sono definite a priori nella confezione di vendita.

Nel caso di orizzontamenti di copertura, il massetto ha anche l'ulteriore cruciale ruolo di regimentazione delle acque meteoriche: è un ruolo indiretto, in quanto non è il massetto vero e proprio ad essere a contatto con l'acqua. Tuttavia, in questi casi la realizzazione a spessore variabile, consente di ottenere una superficie finale con una pendenza imposta, orientata in modo tale da far convogliare le acque meteoriche negli opportuni sistemi di raccolta, cioè gronde e pluviali, evitando dunque ristagni e accumuli in specifici punti della copertura. In gergo tecnico, si identifica questo particolare sistema come "massetto delle pendenze", in quanto nei fatti è esso stesso che realizza la pendenza finale che avrà la superficie esterna.